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 2022  novembre 06 Domenica calendario

La causa Agnelli

Italia o Svizzera? È la questione preliminare ma centrale dell’ennesimo capitolo giudiziario sull’eredità miliardaria degli Agnelli. La storia infatti non è finita, anzi. A Torino da domani, davanti al giudice Nicoletta Aloj, si entra nel vivo di una causa civile che Margherita Agnelli de Pahlen ha avviato all’inizio del 2020 sulla successione della madre, Marella Caracciolo, morta a quasi 92 anni nel 2019, 16 anni dopo il marito, l’avvocato Gianni Agnelli.
La figlia da anni contesta i presupposti di tutti gli atti ereditari. Ma perché la madre di John, Lapo e Ginevra Elkann (e di altri cinque figli con il secondo marito Serge de Pahlen), ha avviato la causa in Italia, avendone già una pendente a Ginevra? Perché – a suo dire – la madre Marella avrebbe avuto la residenza abituale in Italia, dove è morta, e quindi la successione andrebbe regolata dal diritto italiano e non da quello svizzero. Marella Caracciolo, per esempio, in tre testamenti «svizzeri» ha indicato come unici eredi i soli Elkann. E proprio quello della giurisdizione è il nodo-chiave da sciogliere: è attesa la prima di una serie di udienze tecniche, per la decisione si andrà al 2023.
Se le richieste di Margherita fossero accolte, ci potrebbero essere impatti sugli assetti della cassaforte di famiglia, la Dicembre società semplice (John 60%, Lapo e Ginevra 20% a testa), e a cascata sulla governance del gruppo Exor (Stellantis, Ferrari eccetera). Cioè una partecipazione del valore di circa 4,6 miliardi che governa un impero da quasi 30 miliardi. I 4,6 miliardi sono riferiti al valore della Dicembre al momento della morte (2019) di Marella Caracciolo, secondo una perizia che Margherita – ha scritto Milano Finanza — ha commissionato al docente della Bocconi Fabrizio Redaelli. E della Dicembre Margherita rivendicherebbe il 50%. I legali dei fratelli Elkann hanno sempre sostenuto che il controllo di John sulla holding torinese al vertice del gruppo non può essere in alcun modo messo in discussione. E sulla presunta residenza italiana di Marella, fonti vicine ai fratelli Elkann ricordano, tra l’altro, che la moglie dell’Avvocato già dagli anni ‘70 aveva il domicilio a Sainkt Moritz con iscrizione all’Aire e inoltre una vecchia indagine fiscale dell’Agenzia delle Entrate sull’eredità dell’Avvocato aveva confermato che Marella era regolarmente residente in Svizzera dagli anni ‘70.
Il nodo della vicenda
La giurisdizione è il nodo-chiave da sciogliere: Italia o Svizzera?
Al contrario, secondo Margherita i legami famigliari e gli interessi di Marella sono sempre stati in Italia, dove ha passato più giorni all’anno che in Svizzera o in Marocco. Con un articolato dossier ha ricostruito giorno per giorno gli spostamenti della madre negli ultimi 15 anni, interrogando le tante persone di servizio e di assistenza anche con l’aiuto di investigatori privati. L’atto di citazione di Margherita, 200 pagine argomentate dall’avvocato milanese Dario Trevisan, delinea lo scenario di un complotto. I consulenti di Marella avrebbero «adottato una serie di escamotage preordinati alla totale esclusione della figlia e dei suoi discendenti, ramo de Pahlen, dalla successione Caracciolo». Il motivo? Occultare a Margherita il vero patrimonio del padre. Sostiene dunque Margherita che la madre sarebbe «stata indotta a rilasciare i testamenti, nonostante non ne potesse comprendere la portata» e che per motivi di salute fosse «minata nella sua effettiva capacità naturale a testare».
La difesa degli Elkann chiede a Torino di dichiarare la carenza di giurisdizione o in subordine di attendere la decisione della causa elvetica.