Corriere della Sera, 6 novembre 2022
L’antisemitismo di Kanye West e Kyrie Irving
Kanye West e Kyrie Irving hanno ricevuto in dono talenti fuori dal comune: West è un grande musicista e uno stilista straordinariamente sintonizzato sul mondo dei ragazzi (la sua linea «Yeezy» per Adidas l’ha reso miliardario), Irving un fortissimo giocatore di basket (esordiente dell’anno nel 2012, sette volte all-star, campione Nba 2016). Entrambi però hanno anche un altro dono: quello di andare a cacciarsi nei guai. West dopo ripetute dichiarazioni e tweet di chiaro stampo antisemita ha perso il contratto con Adidas e le altre collaborazioni (Balenciaga, Gap). Irving, sempre per antisemitismo, è al momento sospeso da tutto.
Il cestista cinque anni fa s’era dichiarato terrapiattista, poi era diventato no-vax (l’obbligo vaccinale nello Stato di New York gli aveva fatto perdere quasi completamente la scorsa stagione agonistica). Ora che l’obbligo vaccinale non c’è più, Irving ha twittato un estratto del film antisemita «Hebrews to Negroes: Wake Up Black America», negazionista dell’Olocausto, orrido guazzabuglio che unisce citazioni dei Protocolli dei savi di Sion (un falso redatto dalla polizia segreta zarista nei primi anni del Novecento) a teorie cospiratorie sui Rothschild. Irving è stato così sospeso dai Brooklyn Nets; per due volte, durante una conferenza stampa, gli è stato chiesto se fosse antisemita e si è rifiutato di rispondere «no». È stato anche sospeso il suo contratto da 11 milioni di dollari l’anno con la Nike, che ha cancellato l’uscita nei negozi della nuova scarpa della popolarissima serie a lui dedicata, la Kyrie 8: «Condanniamo ogni forma di antisemitismo, siamo delusi e rattristati» (è anche triste che dei 450 giocatori del campionato Nba non ce ne sia uno – uno solo – che si sia pronunciato sulla questione Irving).
Quattro ore dopo l’annuncio iniziale della sua sospensione da parte dei Nets, Irving si è scusato. Per iscritto, su Instagram: «A tutte le famiglie e le comunità ebraiche che sono state ferite dal mio post dico che sono profondamente dispiaciuto di aver causato dolore, e mi scuso... Non avevo alcuna intenzione di mancare di rispetto alla storia e alla cultura ebraica riguardo all’Olocausto, né di diffondere odio. Sto imparando da questo sfortunato evento, e spero di poter trovare comprensione».