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 2022  novembre 05 Sabato calendario

CI VOLEVA QUELLO SVALVOLATO DI MUSK PER RIVOLUZIONARE IL BUSINESS DEI SOCIAL – MAURO MASI: “I PRIMI FRENETICI E CONTRADDITTORI ATTI DEL NEO PROPRIETARIO DI TWITTER RENDONO DIFFICILE UN GIUDIZIO. SU UNA COSA PERÒ CI TROVIAMO PIENAMENTE D'ACCORDO CON LUI: IL DECISO TENTATIVO DI FAR PAGARE I SERVIZI DELLA PIATTAFORMA AGLI UTENTI/CONSUMATORI – PERCHÉ L'IDEA POSSA AVERE UNO SVILUPPO CONCRETO BISOGNEREBBE O AVERE UNA LEGGE SPECIFICA (IPOTESI COMPLESSA) O CHE I GESTORI DECIDANO DI TRASFORMARE LA NATURA DEI SOCIAL DA PATTAFORMA A SERVIZIO…” -

Come moltissimi osservatori internazionali, anche noi in questa rubrica avevamo riportato i dubbi e le perplessità connesse al fatto che l'uomo più ricco del mondo (Elon Musk, con interessi pesantissimi anche nel business dell'intelligenza artificiale) potesse acquistare senza alcun filtro regolatorio uno dei social più influenti al mondo (Twitter).

Nella realtà i primi frenetici e contraddittori atti del neo proprietario (così è il suo stile) rendono difficile un giudizio: si passa da aperture politiche di diverso segno a licenziamenti in tronco di top manager e dipendenti vari, ad annunci di nuove acquisizioni. Su una cosa però ci troviamo pienamente d'accordo con lui: il deciso tentativo di far pagare i servizi della piattaforma agli utenti/consumatori.

Un principio quest' ultimo che, nel nostro piccolo (e, almeno in Italia, in beata solitudine), sosteniamo da tempo: trasformare i social in servizi offerti in abbonamento. Per esempio, è stato calcolato che Facebook potrebbe ottenere lo stesso fatturato che ha realizzato nel 2021 facendo pagare agli utenti un abbonamento molto basso, intorno ai 14 dollari l'anno.

In teoria l'impianto potrebbe tenere, ma perché l'idea possa avere uno sviluppo concreto bisognerebbe o avere una legge specifica in tal senso (ipotesi piuttosto complessa) o che i gestori delle piattaforme arrivino a considerare la situazione attuale troppo onerosa (ad esempio, perché vengano introdotte norme sempre più vincolanti sull'utilizzo dei dati personali o perché il costo dell'energia cresce in maniera insostenibile) e autonomamente decidano di trasformare la natura dei social da piattaforma di condivisione a servizio; una soluzione che, oltre a essere più trasparente e diretta, porterebbe una serie di vantaggi in vari campi (dalla privacy alla legalità, al dibattito politico ecc.).

Quest' ultima soluzione sembra essere quella accolta da Musk con la motivazione di dover compensare l'eccessiva crescita dei costi di produzione (in particolare, le bollette energetiche). Il magnate ha annunciato infatti che per ottenere o mantenere la cosiddetta «spunta blu», cioè avere un profilo Twitter verificato, sarà obbligatorio abbonarsi a Twitter Blue pagando 8 dollari al mese (aveva detto 20, poi li ha ridotti dopo la rivolta di molti vip, tra cui lo scrittore Stephen King).

Sarà a pagamento anche la possibilità di pubblicare audio e video più lunghi. In sintesi, Musk è quello che è e rappresenta un neocapitalismo discutibile, ma questa sua iniziativa potrebbe davvero cambiare il mondo dei social. E ciò anche perché un accesso a pagamento è sicuramente un accesso più consapevole, attento e, quantomeno, dovrebbe poter scoraggiare chi accede ai social in maniera patologica. Non sarebbe poco.