ItaliaOggi, 5 novembre 2022
In Giappone, gli «atleti in pensione» sono ottimi manager
Calciatori che hanno chiuso col pallone. Ex campioni di sumo che si sono ritirati. Giocatori di baseball troppo stanchi. In Giappone gli «atleti in pensione» sono sempre più ricercati dalle aziende. L’assioma è semplice: se hanno avuto successo nello sport, con dedizione e sacrificio, l’avranno anche nel lavoro.
Mos food services ha avviato un programma per consentire agli ex atleti di diventare proprietari del franchising Mos burger, catena di fast food, con lo scopo di attuare il passaggio generazionale tra i suoi proprietari per mantenere la sua rete di ristoranti al passo coi tempi.
«Le persone che si sono concentrate su una cosa nella loro vita tendono ad affrontare il loro lavoro fedelmente», ha spiegato il presidente di Mos food services, Eisuke Nakamura. Nell’ambito del programma gli ex sportivi apprendono le basi della gestione del ristorante e si formano sul posto di lavoro nel primo anno dopo essere entrati a far parte dell’azienda, con l’obiettivo finale di lanciare i propri franchising. L’allenamento, ora, è dietro la scrivania.
Lo scorso marzo la principale agenzia di personale del Paese asiatico, Pasona group, ha iniziato a reclutare come dipendenti a contratto alcuni atleti ancora in attività che stanno pensando alle loro carriere post-agonistiche.
Mynavi, centro per l’impiego giapponese, presenta potenziali datori di lavoro agli ex atleti e tiene seminari per insegnare come trovare un impiego. «Molti atleti non sanno quale forza hanno acquisito attraverso lo sport o come possono utilizzare quel vantaggio dopo il ritiro», ha detto un funzionario del gruppo al quotidiano Japan Times.
La carenza di risorse umane riguarda anche le squadre sportive professionistiche che non riesce a formare personale giovane per posizioni dirigenziali sportive. L’agenzia di biglietteria Pia ha promosso un corso a pagamento, l’anno scorso, per far conoscere il business dello sport. Dei 22 persone che hanno appreso la gestione della vendita dei biglietti e delle operazioni dello stadio, sette hanno trovato lavoro con squadre sportive.
C’è chi preferisce godersi la vita per poi mettersi in proprio.Uno degli ex calciatori più noti del Giappone, Hidetoshi Nakata, un passato anche in Italia tra Perugia, Roma, Parma, Bologna e Fiorentina, si è ritirato a 29 anni e ha visitato cento Stati in tre anni con lo zaino in spalla. Ora guida N, azienda produttrice di sakè da lui fondata.