ItaliaOggi, 5 novembre 2022
Sudafrica, vietato dire salsiccia se è vegana
Sudafrica, vietato dire salsiccia se è vegana
Il barbecue, o meglio il rituale braai come lo chiamano dalle parti di Johannesburg, è un’istituzione in Sudafrica. L’amore per la carne grigliata nel Paese è un sentimento piuttosto diffuso, visto che i sudafricani sono tra i maggiori consumatori di tagli bovini al mondo, ma i sostituti di origine vegetale stanno iniziando a prendere piede mettendo sotto pressione l’industria delle carni lavorate. Una filiera che, preoccupata, ha chiesto e ottenuto dal governo il divieto di usare le denominazioni tipiche delle preparazioni a base di carne, come salsiccia o hamburger, per le alternative realizzate con le proteine vegetali.
Come ha riportato l’agenzia Reuters, i sostituti veg crescono del 6,5% all’anno in Sudafrica, un mercato che entro il 2023 supererà i 550 milioni di euro stando ai dati di Research and Markets: valori che rappresentano più della metà della quota africana.
Numeri in crescita ma pur sempre una nicchia se si considera che i sudafricani hanno speso circa 15 miliardi nell’acquisto di carne e prodotti derivati, collocandosi al nono posto a livello globale in fatto di consumi di carne bovina.
Tuttavia c’è un dato che fa preoccupare la filiera: le alternative vegetali crescono più velocemente del previsto e della carne stessa, un trend che ha innervosito i player del settore e si è arrivati al braccio di ferro sul nome dei prodotti e al conseguente provvedimento governativo.
«Il trend è guidato flexitarianismo», ha spiegato alla Reuters l’amministratore delegato di Feinschmecker, storico fornitore di carni per la grande distribuzione organizzata (gdo) sudafricana, Alistair Hayward, «Le persone vogliono fare un po’ di sforzo per mangiare meno carne».
Il principale produttore alimentare del Paese, Tiger Brands, recentemente ha acquisito una partecipazione in Herbivoire, startup di sostituti della carne; mentre catene di supermercati come Woolworths hanno introdotto le proprie gamme veg. Chiaramente, ha sottolineato la Reuters, le scelte alimentari etiche sono un lusso dei benestanti: un quarto dei sudafricani lotta per mettere qualsiasi cibo in tavola.
La tendenza a consumare meno prodotti animali potrebbe essere una buona notizia per il clima: è stato stimato che la produzione di carne e latticini potrebbe essere associata a circa un quinto delle emissioni globali. Una ricerca pubblicata su Science, ad esempio, indicava come una dieta puramente vegetale potrebbe ridurre di quasi la metà le emissioni legate alla produzione di cibo, che sono circa il 30% del totale