ItaliaOggi, 5 novembre 2022
In Norvegia spunta la tassa sulle trote
Il governo norvegese vuole innalzare al 40% la tassa sul canone per l’acquacoltura ai produttori ittici (trote e salmoni) a partire dal primo gennaio 2023, per lo sfruttamento delle risorse naturali comuni. E per tutta risposta molti tra i giganti del settore (Mowi, SalMar, Grieg Seafood) hanno fatto sapere che se la maxi tassa entrerà il vigore sospenderanno gli investimenti già previsti. A loro dire la nuova aliquota porterà al 62% il tasso marginale di imposizione applicato agli allevamenti nell’acqua di mare e così facendo il governo «massacrerà» una delle industrie più importanti per il futuro del Paese, secondo la Federazione norvegese dei prodotti del mare. Oggi la Norvegia è il primo produttore mondiale di trote e salmoni e se il parlamento norvegese approverà la riforma della tassazione sarà anche il primo Paese al mondo a tassare così pesantemente, al 40%, l’industria dell’acquacoltura. Non basta. L’esecutivo guidato dal premier laburista Jonas Gahr Støre vuole innalzare le tasse anche ai produttori di energia eolica e idroelettrica e sempre per lo stesso motivo: sfruttamento delle risorse naturali comuni. Così facendo, per il governo di centro sinistra una parte degli extra profitti di queste imprese vengono restituite alla comunità dei norvegesi. Il partito laburista, però, non ha la maggioranza in parlamento e per dare gambe al progetto di riforma, ipotizzato dal 2020, deve trovare l’appoggio di altri partiti. L’insieme dei provvedimenti porterà alle casse dell’erario 33 miliardi di corone (3,2 mld di euro) in più.