Avvenire, 5 novembre 2022
Dopo i missili Kim ha alzato in volo i caccia
Dopo che decine di proiettili di cannone erano stati sparati nella notte di giovedì verso il tratto di mare che separa le acque territoriali delle due Coree, ieri per circa quattro ore almeno 180 aerei da guerra nordcoreani hanno sorvolato varie aree a ridosso della Linea di azione tattica, demarcazione virtuale tra 20 e 50 chilometri a settentrione del confine individuata da Seul per anticipare un attacco aereo dal Nord.
Immediata e di tutto rilievo la risposta sudcoreana. Il Comando di stato maggiore congiunto ha fatto decollare «80 jet da combattimento», tra cui molti F-35A, aerei stealth di ultima generazione forniti in appoggio dagli Stati Uniti solo agli
alleati più fedeli e in situazione di costante pericolo.
In allerta anche i 240 velivoli impegnati nelle maggiori manovre congiunte di sempre tra aeronautica militare sudcoreana e statunitense prolungate fino a oggi per il forte incremento di lanci di missili di varia dimensione e gittata da parte nordcoreana registrata nei giorni scorsi. Solo l’altro ieri dal Nord erano arrivati 23 vettori dopo uno scambio di artiglieria lingo il 38esimo Parallelo