La Stampa, 5 novembre 2022
Le meraviglie del Cirque du Soleil
Manca un’ora all’inizio ufficiale dello show, ma lo spettacolo è già iniziato. Alzando gli occhi fin sulla punta più alta dell’enorme tendone giallo e blu si vedono tre acrobati nei costumi di scena. Salutano, ballano, si dondolano dando il benvenuto al pubblico che arriva alla spicciolata. È la prima folle immersione in KURIOS Cabinet of Curiosities e anche il segnale di come questo sia uno spettacolo speciale del Cirque du Soleil.Pensato da Michel Laprise, scrittore e regista, presentato in anteprima a Montreal nel 2014, KURIOS – che noi abbiamo visto in anteprima durante le date di Washington – ha ipnotizzato oltre 4, 5 milioni di spettatori in 30 città in tutto il mondo e il prossimo anno arriva finalmente in Italia: dal 22 marzo al 30 aprile a Roma a Tor di Quinto e dal 10 maggio al 25 giugno a Milano, a Piazzale Cuoco. In questi due luoghi sbarcherà il villaggio del Cirque du Soleil, e non è solo un modo di dire: con i suoi 122 componenti (di cui 46 artisti del cast), i 65 camion che trasportano duemila tonnellate di materiale, con i 426 oggetti di scena, la cucina che sforna 400 pasti al giorno, la sartoria che gestisce gli oltre 800 costumi, la sala trucco nella quale gli artisti trascorrono ore a truccarsi da soli, quella che si muove è una piccola città a tutti gli effetti. Basti pensare che per il debutto europeo alla Royal Albert Hall di Londra, che con KURIOS celebrerà a gennaio i suoi 150 anni, il teatro londinese ha installato ulteriori strutture in acciaio sotto i palchi per rafforzare la sede in luoghi specifici.Uno sforzo produttivo e ingegneristico che ben si adatta allo spirito dello show. Cabinet of Curiosities è infatti ambientato nella seconda metà del diciannovesimo secolo, uno dei periodi più creativi e lungimiranti, secondo le parole di Laprise stesso. «Crearlo è stata una gioia assoluta. Abbiamo pensato all’inventiva come a un modo per celebrare la vita e riunire le persone, con l’intenzione che il pubblico si riconnettesse con l’ottimismo e la sensazione che tutto fosse possibile propri di quel periodo storico». Con una estetica precisa quanto immaginativa Laprise ci riporta indietro nel tempo, quando lo spirito di invenzione si respirava nell’aria. Motori a vapore, luci elettriche, immagini in movimento, macchine volanti: tutte queste nuove meraviglie erano state appena scoperte o stavano aspettando dietro l’angolo. Non a caso il tutto inizia con l’arrivo di una locomotiva da cui sbarcano acrobati, un giocoliere, percussionisti, ballerine addobbate. Quello che segue è un numero con specialisti del trapezio dell’Europa orientale e contorsionisti asiatici, ma sono i momenti più acrobatici. Tutto il resto è immaginazione, inventiva, magia e teatro puro.Facendo appello al nostro senso di meraviglia (e alla musica jazz per fisarmonica), affidandosi meno all’esotismo e all’atletismo e più all’estetica, con i costumi di Philippe Guillotel che sono una escursione a ritroso a quelle prime fantasie cinematografiche di George Méliès e dei fratelli Lumiere stessi, KURIOS cattura e trascina gli spettatori per più di due ore, alternando momenti quasi infantili – il finto leone che scappa – a momenti da circo tradizionale – l’imitazione del gattino del clown David-Alexandre Després – a momenti di puro surrealismo. Un mondo parallelo che qualcuno ha definito «Edison sotto acido». Una delle sequenze più incredibili è intitolata Upside Down World ovvero una cena che si svolge sottosopra, con i commensali a testa in giù ancorati alle funi del tendone, con sedie, tavolo, candelabri tutto sottosopra. È uno di quei momenti in cui il pubblico ormai senza fiato sospira all’unisono di meraviglia e fanciullesca gioia.Tra i membri del cast più affascinanti ci sono i costumi, così elaborati da diventare essi stessi personaggi: l’abito a forma di fisarmonica di Nico the Accordion Man, la mano meccanica gitante simbolo della ricchezza di un’era piena di scoperte scientifiche, la gonna ad antenna fatta con i cerchi dell’hula-hop di Klara. E poi la pancia di Mr Microcosmos con dentro Mini Lilli (Antanina Satsura), la donna alta un metro e che pesa 41 chili che vive dentro un uomo, o almeno dentro il suo soprabito. Rappresentando il sé intuitivo e il lato fragile e poetico del suo ospite, si esibisce spesso rendendo il palcoscenico un luogo ancora più pieno di sentimento grazie al potere della sua sola presenza. KURIOS porta gli spettatori dentro a un universo parallelo, all’interno della dimensione alternativa del (im)possibile. È un luogo migliore della realtà? La speranza è sì, ma se anche non lo fosse il messaggio è che l’importante è non smettere di stupirsi. Proprio quando uno pensa di aver visto tutto, ecco arrivare qualcosa di ancora più meraviglioso.