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 2022  novembre 05 Sabato calendario

Come si è salvata (finora) la Santanché

MILANO – Più che un affare, sembra il soccorso degli amici di Fratelli d’Italia. La data spartiacque è il 18 ottobre scorso. Visibilia editore comunica che Daniela Santanchè «non detiene alcuna partecipazione nella società». Contestualmente appare il nuovo acquirente. «Nell’azionariato – si legge nella stessa nota – sono entrati Luca Giuseppe Reale Ruffino con il 12,94 per cento del capitale, e Sif Italia, spa controllata sempre da Ruffino che ne è anche a.d., con l’8,78 per cento». Una nuova compagine che arriva dopo l’esposto dei soci di minoranza che, lo scorso giugno, hanno denunciato «gravi irregolarità nella gestione della società», gravata da un dissesto di circa tre milioni e mezzo di euro. Due settimane dopo, scatta l’istanza di fallimento e la procura indaga la neoministra del Turismo per bancarotta e falso in bilancio. I pm Roberto Fontana e Maria Gravina indagano, insieme al Nucleo di polizia economico finanziario della Guardia di Finanza di Milano, sui bilanci di Visibilia dal 2016 al 2020. «Da istanza in procura, Santanchè non risulta indagata», ha dichiarato ieri l’avvocato della ministra, Nicolò Pelanda. I soci autori dell’esposto restano attendisti sulle mosse del nuovo azionista di maggioranza. Ma si pongono numerose domande sul senso dell’operazione. «Perché si acquista una società gravata da debiti con il fisco e l’istituto di previdenza, e su cui pende un esposto per gravi irregolarità nella gestione e con operazioni finanziarie illogiche?», si chiede Giuseppe Zeno, imprenditore che ha acquistato il maggior numero di azioni di Visibilia con lo scopo di sviluppare il comparto on line, oggi assente, e di valorizzarne asset e valore di borsa. «Perché si acquista una società il cui bilancio non è stato certificato da due distinte società di revisione? Io, come imprenditore, sareistato più prudente: se ho intenzione di acquistare, sottoscrivo prima una lettera d’intenti con cui il venditore accetta di farmi visionare i libri contabili, in modo da verificare lo stato di salute della società». Del nuovo socio di maggioranza di Visibilia, Luca Reale Ruffino, 59 anni, si sa che è uno dei più grandi imprenditori del settore delle amministrazioni condominiali. Con un passato nell’Udc, è stato membro del coordinamento regionale lombardo del Pdl, sponda Alleanza Nazionale, vicino al gotha regionale del partito diventato poi Fratelli d’Italia. Nel 2012 è coinvolto in un’indagine della procura di Milano con due esponenti di FdI. Uno è Romano La Russa, fratello del Presidente del Senato e in quegli anni assessore alla Sicurezza nella giuntaFormigoni. L’altro è l’ex parlamentare Marco Osnato, sempre di Fratelli d’Italia, genero di Romano La Russa, allora consigliere comunale a Milano per il Popolo delle Libertà ma anche dirigente di Aler, l’Azienda di edilizia pubblica lombarda. Proprio le gare di appalto Aler erano al centro dell’inchiesta, dalla quale tutti e tre gli indagati sono usciti con un’assoluzione definitiva. «Un incubo durato sette anni, assolto da un reato assurdo, sono stato nel tritacarne mediatico dell’era Formigoni, durante i quali un’imputazione fantasiosa mi ha costretto alla vergogna», aveva commentato Ruffino dopo l’assoluzione in Cassazione, nel 2018, con la formula “perché il fatto non sussiste”. Ruffino era accusato di un finanziamento da diecimila euro versato per la stampa di manifesti e altro materiale elettorale per le campagne di Osnato (comunali 2011) e La Russa (Regionali 2010). Finanziamenti considerati poi regolari dai giudici della Suprema Corte. Ora l’imprenditore si fa avanti per salvare la società della neo ministra Santanchè, gravata non solo dal milione di debito col fisco, ma anche dai due milioni e 700 mila euro di debito erariale e previdenziale indicati nell’ultimo bilancio. Per la Guardia di Finanza di Milano, siamo di fronte a una «irreversibilità dello stato di crisi» con «assenza di prospettive di continuità aziendale». Eppure dopo l’istanza di fallimento presentata dalla procura, Visibilia ha comunicato che «i soci Luca Giuseppe Reale Ruffino e Sif Italia hanno espresso la volontà di procedere alla nomina di un nuovo organo amministrativo. Questa ristrutturazione – continua la nota sarà fatta con l’obiettivo di permettere alla società di adempiere alle obbligazioni nei confronti dell’Agenzia delle entrate». Anche con «la sottoscrizione di un nuovo prestito obbligazionario convertibile da parte di Negma Group Ldt, fondo delle British Virgin Island». Nell’assemblea di venerdì prossimo il compagno di Santanchè, Dimitri Kunz D’Asburgo Lorena, dovrà lasciar e le cariche di presidente e a.d. ai nuovi amministratori. Riuscirà poi Ruffino a salvare la nave che affonda?