Corriere della Sera, 4 novembre 2022
Risolto il giallo della signora delle dune
La «signora delle dune» ha finalmente un nome: si chiamava Ruth Marie Terry. Il suo corpo venne trovato nell’estate del 1974 sulla spiaggia del parco nazionale di Cape Cod, vicino a Provincetown (Massachussets). Trucidata. Un caso irrisolto, senza che la polizia fosse mai riuscita a identificarla. Adesso la svolta grazie alle ricerche genealogiche con il Dna.
La mattina di quel 26 luglio una bambina che cammina con il suo cane scopre un cadavere tra gli arbusti di Race Point. I report la descrivono così: bianca, fisico robusto, età compresa tra i 20 e i 40 anni, priva di alcuni denti, seviziata con un ramo dopo l’omicidio. La testa è quasi mozzata, appoggiata su un paio di jeans. Bandana blu e capelli a coda di cavallo. Quindi l’altro particolare brutale: è priva delle mani, tagliate di netto e fatte sparire per impedirne il riconoscimento delle impronte.
Gli agenti locali proveranno a trovare risposte tra un mare di supposizioni su chi potesse essere. Una ragazza in fuga, una turista, una donna che a giudicare dagli interventi odontoiatrici era benestante. Non è mancata neppure una teoria che la collegava al celebre film Lo squalo: forse era una delle comparse, ipotizzano dopo aver rivisto una scena girata in un’area non troppo distante.
Altrettanto intricate le suggestioni sul responsabile dello scempio. Nella lista dei sospettati entra il sicario della mala James Whithey Bulger, assassino che aveva l’abitudine di togliere dei denti alle vittime e bazzicava l’area. Un serial killer, Hadden Clark, «confesserà» l’aggressione. Piste evaporate per mancanza di riscontri concreti, con Bulger muto per sempre: due detenuti lo hanno ucciso in prigione nel 2018 per un regolamento di conti.
Gli investigatori faranno ricostruire da specialisti il volto della «lady» con la creta e al computer, un tentativo di rilanciare e di attirare l’attenzione di qualcuno che potesse ricordare.
La breccia, invece, è arrivata con un metodo rivelatosi prezioso setacciando gli «archivi» dove i privati depositano il loro Dna per ricerche personali e hanno incrociato i dati con i campioni recuperati sulla scena del delitto. L’Fbi ha precisato che Terry era nata in Tennessee nel 1936, era stata sposata due volte ed era anche diventata mamma, con legami in California, Massachusetts e Michigan. Poi la sua famiglia ne ha perso le tracce nel 1974.
Gli inquirenti hanno lanciato un appello alla ricerca di informazioni sul marito dell’epoca, Guy Muldavin, deceduto nel 2002 a Salinas. Un personaggio dal profilo inquietante.
Istruito dai genitori in un ranch, antiquario, scrittore, era stato indagato ma mai incriminato per la morte della sua seconda moglie e della figliastra trovate in una cisterna a Seattle. Un giallo nel giallo. Sulla ragazza di Race Point c’è ancora molto da raccontare.