Il Messaggero, 3 novembre 2022
Cento anni fa il mondo scoprì Tutankhamon
Morti inspiegabili, un sontuoso tesoro e una maledizione che resiste da migliaia di anni. Domani, 4 novembre, si celebreranno i cento anni dalla scoperta della tomba di Tutankhamon, il faraone bambino, un evento che ha letteralmente cambiato per sempre la storia dell’umanità, innescando una febbre per l’egittologia che resiste da allora e nel corso dei decenni, ha ispirato romanzieri e registi dalle saghe di Wilbur Smith e Christian Jacq ai film campioni di incassi, come La Mummia - nonché trame di complotto mondiale, in virtù di alcuni strani decessi.
LA SCINTILLA
Come spesso accade, la scintilla fu casuale. Gli scavi, guidati dall’archeologo inglese e autodidatta Howard Carter, non avevano prodotto granché, nonostante fossero generosamente finanziati dal Conte Carnarvon. Il nome vi è familiare? Pensate, la sua tenuta, Highclere Castle, è divenuta ben più famosa del suo possessore, poiché è la sontuosa ambientazione della serie di successo mondiale, Downton Abbey.
Joyce Tyldesley in Tutankhamon. Oltre la maledizione (Giunti) racconta che il Conte fosse un uomo vivace, dalle mille passioni e dopo aver quasi perso la vita pilotando un’auto da corsa, si dedicò agli scavi archeologici. Non si sarebbe limitato a firmare assegni, voleva sporcarsi i mocassini, partecipando in prima persona.
RISULTATI
Anni interi senza alcun risultato, complice anche lo scoppio della Grande Guerra, finché gli operai trovarono per caso un gradino di pietra sepolto e da lì, nascosto in piena luce, ecco l’ingresso a quattro stanze ovvero la tomba di Tutankhamon, appartenente alla XVIII dinastia e seppellito nella mitica Valle dei Re.
Quando la stanza del Tesoro è stata aperta, sono stati rinvenuti ben 5398 oggetti, fra cui la maschera funeraria, realizzata con oltre 9 kg di oro massiccio e lapislazzuli, riesumata ben tre anni dopo l’apertura della tomba. Ma come racconta Toby Wilkinson nel suo bel saggio, Il mondo di Tutankhamon. L’antico Egitto in 100 oggetti (in uscita l’1 novembre per Rizzoli) furono ritrovati anche un mantello in pelle di leopardo, quattro tavoli da gioco, sei carri, trenta giare di vino e quarantasei archi da frecce. Carter che per primo mise piede in quegli ambienti, vide «cose meravigliose» e impiegò un intero decennio per catalogare ogni cosa.
IL CULTO
Tutankhamon regnò fra il 1341 e il 1323 a.C., amato per aver ristabilito la pace fra le tribù, rinnovando il culto del dio Amon. Tuttavia, morì non ancora ventenne e senza eredi; difatti, nella camera funebre - che era quasi per intero occupata da un enorme scrigno in legno ricoperto d’oro furono ritrovate altre due mummie, due feti di sesso femminile, verosimilmente la sua discendenza perduta.
Il rinvenimento di questo immenso tesoro, mai depredato dai ladri di tombe, suscitò un clamore mondiale, alimentato ancor di più dalla maledizione, fatale conseguenza dell’aver voluto disturbare il sonno eterno del faraone. Ma fu un caso di fake-news in grande stile. La copertura mediatica degli scavi venne venduta in esclusiva a The Times di Londra e la stampa locale, insofferente al diktat, attaccò il Conte Carnarvon, accusandolo d’essere un avido colonialista e contemporaneamente, aizzata dalla furia del governo egiziano, andò a caccia di scoop, fomentando false notizie, ascoltando sedicenti negromanti, creando di fatto la Maledizione.
L’ISCRIZIONE
Falsamente, si disse che nella tomba vi era una iscrizione che ammoniva - «la morte verrà su agili ali per colui che profanerà la tomba del Faraone» e lo scalpore fu tale che quando Carnarvon morì di una malaria degenerata in polmonite, persino Sir Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock Holmes, si fece trascinare nella baruffa, dichiarando: «La causa immediata della sua morte fu la febbre tifoide, ma questo è il modo in cui potrebbero agire gli spiriti a guardia della mummia». Non importava che fosse vero, ciò che contava era soffiare sulle fiamme e alimentare il mistero, a suon di presunti scoop, esaurendo le tirature.
FAMA GLOBALE
Ma se desiderate una lettura degli eventi oltre le consuete traiettorie, segnaliamo il saggio della storica dell’archeologia Christina Riggs Vedo cose meravigliose (Bollati Boringhieri) che evidenzia come la fama globale di questa tomba e dei suoi tesori, cambiò le sorti d’un intero paese, richiamando un turismo su scala mondiale. Infine, come detto, il fascino del faraone aizza ancora oggi la fiction e lo dimostra l’uscita di due romanzi: Il sangue del falco (Rizzoli) firmato dall’egittologo Francesco Tiradritti e Il serpente e il faraone (Longanesi), scritto del bestsellerista Marco Buticchi. Entrambi innescano due trame molto ben documentate che fanno leva sulla figura carismatica del faraone bambino, strizzando l’occhio al grande pubblico e promettendo di rivelare oscuri segreti. Il meccanismo non cambia. E del resto, la storia del mondo si misura nel trascorrere dei secoli ma fra una maledizione e la promessa di un altro tesoro ancora da disseppellire, nulla potrà scalfire il fascino di Tutankhamon e della Valle dei Re. Almeno sino al prossimo mistero.