la Repubblica, 2 novembre 2022
Lella Costa porta in scena un amore incompreso
In un momento dove sembra non si possa fare a meno di urlare, la storia, pudica e delicata, di Addie Moore e Louis Waters, è una piccola oasi. Sono due vedovi ultrasettantenni, vicini di casa: un giorno lei chiede a lui di passare la notte insieme e da lì daranno inizio a una amicizia, che forse è amore, affetto, serenità. Un sentimento timido, schivo, perfino timoroso di espandersi, ma ostinato e contro tutti perché “gli altri”, i figli, i nipoti, gli sguardi esterni, non capiranno e non l’accetteranno.«Le nostre anime di notte è una grande storia. L’avevo conosciuta tempo fa per una lettura pubblica al Franco Parenti e me ne sono innamorata. È il romanzo di un amore in terza età, profondamente umano, vero, onesto. Ho cercato i diritti e adesso eccoci qua, a recitarla». Vorace lettrice di narrativae attrice colta senza tic intellettuali, appassionata ai personaggi“fuori linea”, Lella Costa è Addie, Elia Schilton è Louis, in questa prima versione teatrale del bestseller postumo (pubblicato da NN editore) di Kent Haruf, lo scrittore americano morto nel 2014, da cui già era stato tratto nel 2017 il film crepuscolare con Robert Redford e Jane Fonda. Le nostre anime di notteandrà in scena al Teatro Carcano di Milano, che produce lo spettacolo, dal 17 al 27 con un’anteprima al Teatro La Bolla di Bollate, domani 3 novembre.«Abbiamo lavorato su una versione teatrale di Emanuele Aldrovandi che mantiene intatta la struttura narrativa» spiega Lella Costa, «i dialoghi di Addie e Louis si alternano, come nel romanzo, alle voci, riportate sempre da noi due, degli abitanti di Holt: i pettegolezzi, le maldicenze che amareggiano i due protagonisti, e che la regia di Serena Sinigaglia ha ricreato in un’atmosfera tra Hopper e la provincia americana, che conosciamo da tanti film e che ormai è universale». In scena l’elemento centrale è il letto, magico, irreale luogo delle “anime di notte”, che è solo di Addie e Louis, dove vivono le loro leggerezze, i ricordi, i sorrisi, i dolori, le amarezze.«Quello che mi ha fatto innamorare di questi due personaggi non più giovani è che vivono il loro legame con l’imbarazzo, l’eccitazione della prima volta come due adolescenti al primo incontro che sentono che è tutto nuovo quello che succede». Identificata? «Un po’ sì, anche perché Addie è l’esempio di quel femminile che mi piace, che sa buttarsi, tentare. Ma la vecchiaia non l’ho presa bene. Forse giusto ora, che sono anche nonna, grande risarcimento di tutti questi anni difficili. È che tutti inneggiano all’età che si allunga, ma nessuno ti dice come si fa a viverla». E dire che, fresca settantenne, Lella Costa è rimasta la vulcanica, determinata artista di quando a fine anni Ottanta si divideva tra cinema, teatro e cabaret. Da un anno, oltre al teatro e alle tournée, è impegnata nella direzione artistica di uno dei teatri più grandi e storici di Milano, il Carcano, inventandosi così un mestiere nuovo: «È un privilegio. Lavoro in un bel gruppo, tra l’altro con tante donne. Credo che abbiamo una delle più belle stagioni di spettacolo di Milano e ci sono tanti progetti. Io stessa, per esempio, per spirito di gruppo parteciperò il 2 e 3 dicembre al rifacimento di El nost Milan che sta preparando Serena Sinigaglia». Da sempre vicina alle donne, non ha preso bene le prime uscite del governo di centrodestra su temi femminili e l’ultima battuta è per la premier: «Constato solo che, in quanto donna, non piace per prima aisuoi stessi alleati».