Corriere della Sera, 2 novembre 2022
Alla ricerca di uno Stradivari rubato da nazisti
Nel mondo sono repertoriati solo seicento violini Stradivari, fabbricati dal celebre liutaio di Cremona morto nel 1737. Ventisei di questi hanno un nome specifico. Per esempio, lo Stradivari «Lauterbach», dal virtuoso tedesco che fu tra i primi a suonarlo. Oggi il Lauterbach è oggetto di una complessa ricerca tra Polonia e Francia. Si tratta di capire chi ne sia il legittimo proprietario. Un analogo strumento è stato aggiudicato all’asta il 9 giugno scorso a New York per 15,3 milioni di dollari, avvicinandosi al record assoluto di 15,9 milioni di dollari per uno Stradivari.
Il Lauterbach, costruito da Stradivari nel 1719 e valutato oggi tra i 10 e i 15 milioni di dollari, potrebbe trovarsi oggi in Francia, sostiene il Parisien che gli dedica una lunga inchiesta.
La persona che si trova in suo possesso, la cui identità rimane riservata, ha contattato l’avvocata Corinne Hershkovitch di Parigi, specialista mondiale della restituzione delle opere trafugate. Nel 2017 Hershkovitch ha fondato con Pascale Bernheim l’associazione «Musique & Spoliations» e ora indaga sul violino di cui si erano perse le tracce quasi 80 anni fa.
Molti dipinti trafugati dai nazisti sono stati restituiti agli eredi dai proprietari negli ultimi anni. Per esempio l’opera «Roseti sotto gli alberi» di Klimt che dopo molti passaggi nel 1980 era stata acquistata in buona fede dal Museo d’Orsay e che è stata poi riconsegnato alla famiglia ebrea di provenienza. Ma è la prima volta che Corinne Herhkovitch e Pascale Bernheim si occupano di uno strumento.
In questi giorni le due legali si trovano a Varsavia per condurre ricerche al Museo Nazionale, dove il Lauterbach si trovava nel 1944 prima che i nazisti lo rubassero, nella speranza di ricostruire tutto il percorso che lo ha portato adesso nelle mani del loro cliente.
L’ultimo acquirente riconosciuto è stato nel 1901 l’industriale polacco e mecenate di Lodz Henryk Grohman. Il certificato di acquisto esiste, ma lui non ne fa menzione nel testamento aperto alla sua morte, nel 1939, a 76 anni. Poco dopo i suoi eredi hanno parlato di un progetto di donazione al museo di Varsavia, a condizione che venisse creata una fondazione a favore di giovani musicisti, uno dei quali avrebbe avuto la possibilità di suonare lo StradivariLauterbach una volta l’anno. Ma l’invasione della Polonia da parte dei nazisti e la distruzione di Varsavia hanno reso impossibile realizzare quell’idea. Da un punto di vista giuridico comunque, in assenza di una dichiarazione scritta esplicita, la presenza per pochi anni del violino nel museo di Varsavia può essere considerata più un «deposito» che una vera donazione. Questo potrebbe favorire la persona che dice di esserne in possesso. In gioco c’è la possibilità che chi lo custodisce oggi possa davvero goderne: per rivenderlo o, come sperano gli appassionati, per permettere in ogni caso che venga di nuovo suonato.