Corriere della Sera, 1 novembre 2022
Ritratto di Janja Lula
Si sono baciati, ripetutamente, sulla bocca davanti a migliaia di sostenitori. Si guardano, si cercano, si sorridono come due adolescenti al primo amore. Lei onnipresente a tutti gli eventi, con l’inseparabile bottiglietta di acqua fresca da porgere al marito durante i suoi interminabili comizi. Lui sempre riconoscente per quella terza moglie incontrata in tarda età e nel momento più difficile della sua tumultuosa vita: «Ho sofferto molto, Janja mi ha ridato allegria e coraggio, la voglia di fare le cose, a 77 anni ho scoperto una parola chiamata amore», aveva detto Lula incontrando i giornalisti ad inizio ottobre.
Ecco la favola rosa che ha addolcito l’elezione più dura e violenta nella storia del Brasile. L’anziano Lula ama la più giovane Rosangela, detta «Janja», una sociologa di 56 anni, che ha resuscitato i sentimenti del redivivo ex sindacalista metalmeccanico. E – a detta di molti – lo ha anche spinto a cercare la rivincita politica su quella destra che l’aveva spedito in carcere per 580 giorni. Secondo la versione ufficiale, i due piccioncini si sono incontrati proprio lì, dietro le sbarre del penitenziario di Curitiba, dove Lula era stato rinchiuso dopo le condanne per corruzione e riciclaggio, poi annullate dal Tribunale supremo. Lei lo ha visitato spesso, gli ha inviato lettere ogni giorno – tutte conservate, chissà che non ne esca un epistolario d’amore – e alla fine della prigionia, l’8 novembre 2019, era lì fuori ad aspettarlo.
Sono andati subito a vivere assieme a San Paolo, con i due cani Paris e Resistência. E insieme hanno progettato il grande ritorno di Lula. Da allora, Janja è stata sempre in prima linea. In fuga d’amore e di politica a Cuba, durante la pandemia, in una sorta di luna di miele che ha anticipato le nozze, avvenute solo questa primavera. Lula spiega: «Onestamente non sento passare l’età, non ha ancora pesato sul mio corpo. Per dimostrarlo, mi sono sposato di nuovo questo 18 maggio. Che ragazzo che c’è ancora qui dentro».
Durante la campagna elettorale, Janja è stata protagonista, un passo dietro o accanto al marito. Fin troppo, secondo i detrattori – e sarebbero molti – nello staff di Lula. Anche perché nelle foto ufficiali sta sempre davanti, relegando in seconda fila il vice-presidente Geraldo Alckmin e gli altri potenti alleati del marito. È lei che decide i partecipanti alle riunioni con Lula o i passeggeri che lo accompagnano sui voli. A volte prende iniziative non concordate con i funzionari del Partito dei lavoratori (PT), che però in genere funzionano molto bene. Come la serata-spettacolo SuperLive alla vigilia del primo turno elettorale, in un teatro di San Paolo gremito di personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura. Lei è comparsa per prima sul palcoscenico, vestita in una salopette rossa elegantissima, e ha «scaldato» la platea: «È ora che torni l’amore, l’unione della gente, la speranza. È tempo che torni un Brasile diverso, il Brasile del sorriso, della musica, dell’Amazzonia, dei popoli indigeni». Poi ha guardato all’insù, verso Lula che sedeva orgoglioso in galleria: «Amo um beijo», amore, un bacio.
Ancor più discusso l’evento in cui, da sola, si è presentata nella favela di Heliópolis a San Paolo in agosto conquistando con le sue parole appassionate il popolo degli ultimi. Al punto che il quotidiano Folha de San Paolo non ha esitato a ribattezzarla l’«Evita brasiliana».
In realtà, molti dettagli distinguono Janja dalla first lady argentina morta a 33 anni, tre anni prima che suo marito, Juan Domingo Péron, fosse deposto con un golpe. Innanzitutto, l’età e l’esperienza.
La futura «primeira dama» non è proprio di primo pelo, neppure politicamente. Entrata nel PT a 17 anni, laureata in sociologia all’Università del Paraná, titolare di un MBA in gestione sociale e sostenibilità, Janja ha una lunga esperienza di attivismo alle spalle. Il PT l’ha scelta nel 2003 per una posizione all’Itaipu Binacional, azienda governativa per l’energia rinnovabile, dove ha lavorato per quasi 15 anni. Dal 2012 al 2017 è stata poi in Eletrobras e poi è andata in pensione.
Gli amici la descrivono come una donna solare, molto femminista, con una personalità forte. Molto diversa dall’ex moglie di Lula, la riservata Marisa Leticia, morta nel 2017 per un ictus. Qualche malalingua sussurra che Janja era da tempo nella vita del presidente, ben prima della scomparsa di Marisa. Poco importa, ormai. E se qualcuno è a disagio o si sente messo in ombra da questa signora con il sorriso pronto per i fotografi, si metta pure il cuore in pace: lei e Lula sono un tandem politico.