La Stampa, 1 novembre 2022
Il punto di partenza della sinistra italiana
La vittoria di Lula alle presidenziali del Brasile è la dimostrazione che la destra si può battere e deve essere un punto di partenza per la sinistra italiana, ha detto ieri la sinistra italiana. Anche la vittoria di Joe Biden alle presidenziali americane era la dimostrazione che la destra si poteva battere e doveva essere un punto di partenza per la sinistra italiana. Anche la vittoria di Barack Obama era la dimostrazione che la destra si poteva battere e doveva essere un punto di partenza per la sinistra italiana. Anche la vittoria di Alexis Tsipras era la dimostrazione che la destra si poteva battere e doveva essere un punto di partenza per la sinistra italiana. Anche la vittoria di José Zapatero era la dimostrazione che la destra si poteva battere e doveva essere un punto di partenza per la sinistra italiana. Anche la vittoria di François Hollande era la dimostrazione che la destra si poteva battere e doveva essere un punto di partenza per la sinistra italiana. Anche la vittoria di Tony Blair era la dimostrazione che la destra si poteva battere e doveva essere il punto di partenza della sinistra italiana. Anche la vittoria di Bill Clinton era la dimostrazione che la destra si poteva battere e doveva essere un punto di partenza per la sinistra italiana. Persino le vittorie di Hugo Chávez e di Bill De Blasio erano la dimostrazione che la destra si poteva battere e dovevano essere un punto di partenza per la sinistra italiana. Bene. Ogni un paio d’anni la sinistra italiana ha una dimostrazione e un punto di partenza in più ma, chissà come chissà perché, rimane ancorata al punto d’arrivo di D’Alema.