Corriere della Sera, 30 ottobre 2022
Intervista a Francesca Fagnani
Adora lavorare tanto. Ammette che deve moltissimo a Michele Santoro. Rivendica la sua totale indipendenza professionale dal compagno Enrico Mentana. Sottolinea con fierezza la sua lunga gavetta. Francesca Fagnani, 45 anni portati molto bene, si sveglia presto la mattina, si allena quattro volte a settimana, più yoga. Inchieste, libri, programmi tv. Perché lei ha «la furia dentro, faccio tante cose per scaricare l’adrenalina». Il primo novembre parte la terza stagione di «Belve» su Rai2 in seconda serata. Non si sentiva la necessità di altre interviste in tv, visto che da mattina a sera tutti intervistano tutti, ma lei è stata capace di dare un taglio speciale agli incontri. Ne sono nati momenti virali molto gustosi perché ai social il programma piace molto. Anche i social come la giornalista pensano che «Belve» non sia un sostantivo, ma un complimento che disegna una «donna non gregaria, forte, determinata».
Francesca, il 25 novembre compie 46 anni.
«Sì, ma per ora ne ho 45. Scusi ma sono molto scaramantica»
Lei scaramantica?
«Sì molto. Non metto il viola – che pure mi piace – e la mattina devo scendere dal letto prima con il piede destro. Diciamo che faccio mia la frase di De Filippo: essere scaramantici è da ignoranti, ma non esserlo porta male».
Lei non è la compagna di Enrico Mentana, ma una giornalista legata sentimentalmente a Mentana. Il quale è un direttore, legato sentimentalmente a lei. Sulla premessa siamo d’accordo?
«Certamente sì, anche perché io non ho fatto mai nulla per mostrarmi in coppia. Neanche una foto insieme».
Vero, non ha mai usato nemmeno una briciola della fama del suo compagno.
«Ho fatto tutto da sola, nel bene e nel male».
Ma io volevo parlare dei vostri due cani, i due splendidi cavalier king, Nina e Bice, loro sì molto fotografati.
«Nina l’ha scelta Enrico e sembra una principessa, Bice l’ho scelta io e dovrebbe chiamarsi Scampia. Quel che mi fa rabbia è che sono entrambe pazze di Enrico. Io cucino per loro, ma niente: si buttano solo su di lui».
Nel 2015 ha perso la sua mamma, ne parla spesso ancora con dolore e rimpianto.
«Mi manca ancora tanto. Non le ho dato le soddisfazioni che si meritava in vita. Quando perdi la mamma sei più sola al mondo, non c’è più nessuno che ti chiede: “Come stai, hai mangiato?”. Sembrano sciocchezze, ma non lo sono. Non c’è giorno che non la pensi. Ho capito tutto troppo tardi».
Laureata alla Sapienza in Lettere con dottorato in filologia dantesca. Poi un anno a studiare a New York ed è li 11 settembre 2001, quando vengono abbattute le Torri gemelle. A 24 anni, si trova al posto giusto nel momento giusto.
«Nella disgrazia, un vero colpo di fortuna. Ho cominciato a fare la stagista, lì, con Giovanni Floris. Una grande esperienza e la certezza che avrei fatto la giornalista»
Perché è tornata?
«Perche noi romani torniamo sempre. I milanesi sono rimasti tutti là. Io senza la pizza bianca non ci so stare».
Torna e ha il secondo colpo di fortuna: l’incontro con Giovanni Minoli.
«Mi ha insegnato che l’intervista non deve fare piacere all’ospite e che l’intreccio tra il registro privato e quello pubblico è vincente. E che condurre è l’ultimo aspetto. L’importante sono la preparazione, lo studio, la scenografia».
Non c’è due senza tre: lavora con Michele Santoro ad «Annozero», un programma da 30% di share. Più di così...
«La mia vera università televisiva è stata Santoro. Mi ha insegnato tutto: si sedeva di fianco a me, per cambiarmi la punteggiatura dei pezzi. Quanto ho imparato da lui!»
Per esempio?
«Non subire la fascinazione del potere. Mi ha sgridato terribilmente perché in un servizio davo del tu a un operaio. E aggiunse: “Se lui piange disperato per il lavoro, non devi consolarlo, devi farlo incazzare”».
Santoro era ed è molto esposto politicamente, lei no.
«Io sono di un’altra generazione, non ho posizioni precostituite. Contano le cause per me».
La sua causa?
«Le carceri. Ho fatto un reportage su Rai3, nel carcere minorile di Nisida. Poi ho visitato molte altre carceri: si pensa che il male chiuso là faccia bene a noi. Ma non è così».
Lei è di quelle magre che mangiano tutto e non ingrassano mai?
«Sì».
Chi è la sua migliore amica?
«Carlotta, compagna del liceo».
Parliamo di «Belve». Primi problemi di questa terza edizione?
«Intervista registrata con Massimo Ferrero, ex presidente della Sampdoria. Alla fine mi chiede di tagliare una domanda e dico no. Diventa una furia, mi viene quasi addosso e si nasconde la liberatoria dentro la camicia, scappando».
Quindi come accadde per Elettra Lamborghini, anche questa intervista non la vedremo mai in onda?
«Io mi auguro che questa volta la Rai tenga il punto e la mandi in onda. Bisogna smettere di subire la prepotenza dell’ospite. Dobbiamo recuperare il senso di dignità del nostro mestiere. Tagli e altre richieste non si accettano»
Le chiedono di avere le domande prima?
«È successo, ma dico sempre no. De Laurentiis non è venuto per questo. Noemi Letizia invece è sparita. Tutto già organizzato, poi dopo i risultati elettorali non si è presentata, senza dare spiegazioni».
Nel 2018 ha realizzato una lunga intervista a Giorgia Meloni. Cosa la colpì allora?
«La sua umanità. Ebbe la generosità di aprirsi, e non era forte come oggi. Aveva solo il 5%. Non fu mai banale».
Se la intervistasse oggi, che domanda in più le farebbe?
«Non è ricattabile, perché? Chi ha tentato di farlo e su cosa?»
Qualche no imprevisto?
«Due donne: Sabina Guzzanti che prese proprio male l’invito (mi disse: “le piacerebbe se la chiamassero belva”? ). E Daria Bignardi: da una che ha fatto Le Invasioni barbariche non me l’aspettavo».
Simpatiche impreviste?
«Bianca Berlinguer, Annamaria Bernardini De Pace, Paola Ferrari».
Lei non rinuncia alle domande più dure. Chiese ad Alessandra Mussolini se avesse perdonato il marito che fu coinvolto nel caso di prostituzione minorile.
«Io faccio tutte le domande che devo fare, sempre. E la Mussolini fu bravissima. Disse: “Perdonare chi, cosa? Si va avanti per i figli”...»
È vero che vorrebbe tanto avere Francesca Pascale a «Belve», ma lei non viene?
«Vero. La vorrei tanto. Io la intervistai mentre si stava lasciando con Berlusconi, per Il Fatto. E lei lì fece capire la sua omosessualità. In seguito a quell’intervista, la notò Paola Turci e poi nacque l’amore. Quanto mi piace questa storia! Poi sono diventata molto amica di Paola».
«Belve» è una boccata d’ossigeno rispetto alle sue inchieste su mafia e camorra?
«Mi sa che è il contrario... Almeno la malavita è organizzata. A Belve è sempre complicatissimo, tra casini, ospiti che si arrabbiano (Asia Argento, Monica Guerritore, Morgan), richieste di tagli (Renzi). La verità è che ho una grande passione giornalistica per le storie di mafia e camorra. Ci sto scrivendo anche due libri».
Nel 2012 è riuscita a infiltrarsi nel blitz della polizia dentro casa dei Casamonica.
«Sì, ho filmato tutto, un video cliccatissimo. Dopo di allora ho ricevuto minacce di morte da tutta la loro famiglia».
«Belve» di fatto è giornalismo, non intrattenimento. Lo farebbe se no?
«No. Ho ricevuto per questa stagione televisiva due proposte molto allettanti e ben retribuite per l’intrattenimento, ma ho detto no. Non è snobismo: è che si allontanerebbe troppo da me. Non ce la farei più, dopo, a fare inchieste».
Vincenzo De Lucia fa una sua imitazione strepitosa.
«Mi fa molto ridere».
Lei e Mentana siete legati dal 2013, quasi 10 anni. Un bilancio?
«L’amore è come il Giro d’Italia, si vince a tappe».
Parlate di lavoro a casa?
«Lui non vuole».
Lui ha quattro figli (da tre donne diverse). È molto complicato?
«Per lui sì! Scherzi a parte, ho un ottimo rapporto con tutti loro. Sono simpatici. Non è che siamo una famiglia allargata, però»
Ha scelto lei di non avere figli?
«Diciamo che non sono venuti e non me la sono mai sentita di insistere. Evidentemente non era un’esigenza così pressante per me. Deve essere una grande gioia, ma non penso sia l’unico modo per realizzarsi».
Quindi nessun rimpianto?
«Nessuno. Dopo la Dad poi..»
È molto ironica e molto romana lei.
«È vero».
Ora con il nuovo governo, ha paura per le donne? Possiamo perdere diritti acquisiti?
«Giorgia Meloni è troppo intelligente per tornare indietro. Lei è più aperta del partito di cui è leader».
Nessuna perplessità?
«La scelta di Lorenzo Fontana, presidente della Camera e Eugenia Roccella, Ministro per le pari opportunità e la famiglia. Quelle sì. Ma seguire una certa china sarebbe la fine per Meloni. E io mi voglio fidare della sua intelligenza».
Ha mai pensato di sposarsi?
«Mi angoscia l’idea del “per sempre”. Giurare mi sembra un azzardo».