la Repubblica, 30 ottobre 2022
Seul, quei 146 giovani uccisi dalla folla
Doveva essere una serata di grandi festeggiamenti per Halloween, i primi da godere senza le restrizioni del Covid che per due anni hanno allontanato i più giovani dalle feste in maschera tra zucche e vampiri. E invece il bilancio (nella notte italiana ancora parziale) di quella che si è trasformata nella tragedia di Seul è di 146 morti – in larga parte ventenni – e 150 feriti, rimasti schiacciati nella calca di un sabato sera da inferno.
In centomila, quasi tutti giovanissimi, si erano riservati per le strade di Itaewon, il quartiere della movida di Seul, per il lungo fine settimana di celebrazioni. Ma che le persone sopraggiunte nella zona fossero tante, troppe, si capiva già dai video girati nella fermata della metropolitana adiacente e dai commenti degli utenti che denunciavano una situazione a rischio. Migliaia di teste, moltissime maschere, tutti vicini l’uno all’altro intorno alla principale strada pedonale dell’area. In particolare all’angolo con l’Hamilton Hotel dove, secondo una prima ricostruzione della stampa locale, si era diffusa la notizia che si sarebbe presentata una celebrità sudcoreana. Un vicolo stretto da dove, secondo i testimoni, sarebbe partita l’ondamortale che ha travolto centinaia di persone andate nel panico – ancora da chiarire cosa l’abbia potuto scaturire – nel tentativo di fuggire dalla calca diventata insopportabile. E così, tra chi fuggiva, è come se si fossero creati due blocchi umani contrapposti che premevano l’uno contro l’altro. «C’era chispingeva per uscire fuori dal vicolo, e c’era chi spingeva per entrare», ha raccontato un residente riuscito a scappare. Tra i testimoni c’è chi descrive una scena da incubo: «Le persone schiacciate sotto la folla piangevano e ho pensato che sarei stato schiacciato a morte anche io, respirando attraverso unbuco e chiedendo aiuto», ha raccontato un giovane. E chissà se si è salvato il protagonista di un video diffuso sui social che è riuscito ad arrampicarsi su un palazzo lasciandosi sotto i piedi centinaia di teste. A raccontare la tragedia di Seul sono soprattutto le immagini strazianti di decine di giovani corpi, con gli abiti della festa, adagiati sull’asfalto e illuminati dalle sirene dei soccorsi; così come i video realizzati nei minuti immediatamente dopo l’incidente nei quali decine di soccorritori sono intenti a praticare rianimazioni cardiopolmonari ad altrettanti ragazzi, in una sincronia tragica.
Immediato il rientro in città del sindaco di Seul, Oh Se-hoon, che ha interrotto il suo viaggio in Europa, mentre sono arrivati i messaggi di cordoglio internazionale tra i quali quelli di Stati Uniti, Francia e Italia.
Non è la prima volta che la folla uccide e la cronaca degli ultimi anni ricorda tragiche cartoline di morte: dai 39, tra i quali 32 italiani, rimasti uccisi allo stadio dell’Heysel nel 1985 ai 2300 pellegrini in fuga calpestati alla Mecca nel 2015 fino alle 120 vittime nello stadio indonesiano di Malang dello scorso ottobre.