la Repubblica, 30 ottobre 2022
Mosca blocca l’accordo sul grano
KIEV – Uno sciame di nove droni ucraini dall’aria e altri sette droni- motoscafo sulla superficie dell’acqua hanno attaccato le navi russe alla fonda nel porto di Sebastopoli, in Crimea, a partire dalle quattro del mattino. Il governo di Mosca minimizza e dice che soltanto l’unità sminatrice Ivan Golubets è stata colpita e però sostiene anche che le navi attaccate sono le stesse che scortano i bastimenti carichi di grano che lasciano le coste dell’Ucraina grazie all’accordo a tre sull’esportazione firmato a luglio con Turchia e Nazioni Unite. Per questo motivo annuncia che l’accordo sul grano – che è cruciale per i rifornimenti alimentari di molti paesi dell’Africa e del Medio oriente – da ieri è sospeso a tempo indefinito.
Secondo fonti ucraine invece i droni hanno colpito almeno tre navi russe che dal mare lanciano missili Kalibr contro le città ucraine, inclusa la nave ammiraglia della flotta del Mar Nero, la Makarov, che ha sostituito la Moskva affondata dagli ucraini con un attacco missilistico a sorpresa ad aprile. Dalla Makarov era partito il bombardamento che a luglio uccise trenta civili nella città di Vinnitsa, nel centro dell’Ucraina. Le autorità di Sebastopoli, in Crimea, ieri hanno spento tutte le telecamere di sorveglianza del traffico che affacciano sul porto e hanno vietato ai cittadini di filmare quello che stava succedendo in mare – ai primi curiosi sono stati sequestrati i telefoni. Ma bloccare tutti i testimoni era impossibile e quindi ci sono prove video dell’attacco al porto e mostrano esplosioni e colonne di fumo.
I militari ucraini hanno pubblicato i filmati ripresi dalle telecamere montate sui barchini-drone, che filano sul mare a zig zag in direzione dei bersagli mentre i proiettili sparati anche per tentare di fermarli sollevano spruzzi tutt’attorno. Si tratta di una svolta tecnologica nel fare la guerra: sebbene barchini esplosivi siano già stati usati davanti alle coste dello Yemen, non si era mai visto l’attacco di una flottiglia di droni. Il 22 settembre un barchino-drone ucraino era stato trovato spiaggiato a poca distanza dal porto di Sebastopoli ed è possibile che facesse parte di una prova d’assalto finita male. La Difesa russa ha accusato il Regno Unito di avere pianificato l’attacco di ieri e di avere addestrato gli ucraini in una base vicino a Mykolaiv,senza portare prove. E aggiunge anche l’accusa di avere fatto saltare il gasdotto Nord Stream 2 il 26 settembre, di nuovo senza prove.
Ieri il portavoce del presidente Zelensky, Serhii Nikiforov, ha ricordato che l’Ucraina non è firmataria del patto sul grano come Russia, Turchia e Nazioni Unite, «perché la Russia non onora quasi mai gli impegni». I russi stanno facendo passare la sospensione dell’accordo come una reazione all’attacco di droni, ma già da settimane avevano ripreso a ostacolare il traffico delle navi che portano grano dall’Ucraina al resto del mondo. Nel suo discorso serale, il presidente Zelensky ha detto che «la Russia ha cominciato ad aggravare la crisi del cibo in modo deliberato a settembre, bloccando il movimento delle navi. Da settembre a oggi 176 navi sono ferme in coda nel corridoiomarittimo del grano. Portano cibo per più di sette milioni di consumatori». È possibile che la fine dell’accordo sul grano sia legata al fatto che la Russia sta perdendo nel Sud e nell’Est dell’Ucraina. A luglio una fonte al corrente dei negoziati aveva detto a Repubblicache Mosca chiedeva in cambio della fine del blocco navale che i soldati ucraini non avanzassero nella regione di Kherson. La clausola era stata respinta, ma il meccanismo di scambio immaginato dai russi era chiaro. Il Cremlino pensa al patto sul grano come a uno strumento di pressione per avere quello che non riesce a ottenere con le armi. Oggi il ricatto sul gas non sta funzionando come sperato perché il prezzo in Europa scende, i soldati russi passano da una disfatta all’altra e allora è tornato il momento di rompere l’accordo sul grano – che è una leva molto potente – e di ricorrere a ogni strumento di pressione disponibile. Ieri il Cremlino ha anche silurato il comandante del distretto centrale, il generale Aleksandr Lapin, che da giorni è accusato dal leadere Ramzan Kadyrov di essere responsabile delle sconfitte russe sul campo.