il Fatto Quotidiano, 29 ottobre 2022
Tutte le gaffes di Serracchiani
Montecitorio, martedì. Durante le repliche, prima del voto di fiducia, Giorgia Meloni cerca Debora Serracchiani e la infilza: “Onorevole, mi guardi, le sembra che io stia un passo dietro agli uomini?”. La capogruppo del Pd è colta in un sorriso tirato che somiglia a una paresi facciale. Di tutte le possibili critiche a Meloni, Serracchiani aveva scelto la questione femminile. Le aveva rinfacciato, appunto, di volere “le donne un passo indietro rispetto agli uomini”. Al di là dei giudizi di merito – e delle questioni surreali sul ge n d e r del signor presidente – ne ll ’imbarazzo di Serracchiani c’è un’intera biografia. Di chi, per calcolo o indole, ha lasciato davvero che le sue fortune politiche fossero una concessione del potere maschile. Il simpatico Franceschini. S er ra cchiani luccicò come una supernova il 21 marzo 2009, con un discorso eretico in un’assemblea del Pd. Un attacco spietato a una classe dirigente già allora vecchia e autoriferita, da un’ignota 38enne: 13 minuti di applausi. Dario Franceschini Vicesegretaria Pd Debora Serracchiani la cooptò subito, spegnendone ogni potenziale: dopo 5 giorni si fece candidare alle Europee. Perché ha scelto di stare dalla parte di Franceschini, le chiesero? “Perché è il più simpatico”. Da allora ha sostenuto tutti – tutti – i leader del Pd, rifuggendo ogni sfida, accontentandosi di fargli da vice o da quota rosa. Attaccare Meloni su questo – una che ha sfidato e sconfitto la classe politica più maschilista di sempre – è l’ultima figuraccia. Questione ambientale.Martedì Serracchiani si è regalata un’altra gaffe: “È chiaro il motivo per cui non compare più nell’elenco dei ministri quello della Transizione ecologica: perché la lotta ai cambiamenti climatici al governo non intere ss a”. Sarà vero, ma il ministro c’è: è Gilberto Pichetto Fratin. Il ministero ha cambiato nome: ora è dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Disastri e dighe.Assai più grossa l’ha combinata il 10 ottobre, con un tweet sul Vajont: “Non dimentichiamo le vittime e la catastrofe di 59 anni fa con il crollo della diga del Vajont. Una ferita per il FVG e per l’Italia intera”. La diga, come noto, non è mai crollata: il disastro fu causato da una frana e dall’esondazione del bacino idrico. A piangere la tragedia non fu solo il Friuli – di cui Serracchiani è stata governatrice dal 2013 al 2018 –ma il fondovalle veneto, dove si trovavano i primi abitati divelti dalla catastrofe. Giustizia e giustizia. Dopo anni di antiberlusconismo d’accatto, nel 2014 Serracchiani commentò, stizzita, la fuga di notizie che indusse alle dimissioni un suo assessore: “Finché si trattava di Berlusconi, credevo fosse un problema di Berlusconi; ora, onestamente, credo che serva una riflessione sulla giustizia”. Stupri e stupri. Basta buonismi sui migranti: il 10 maggio 2017 Serracchiani espresse l’illuminante opinione sullo status speciale dei richiedenti asilo: “La violenza sessuale è un atto odioso e schifoso sempre, ma risulta socialmente e moralmente ancor più inaccettabile quando è compiuto da chi chiede e ottiene accoglienza nel nostro Paese”