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 2022  ottobre 29 Sabato calendario

In Germania le farmacie sono in crisi

Ho l’impressione che in Germania ci siano troppe farmacie, invece mi sbaglio. Continuano a diminuire, e in certe zone vengono a mancare. Un paradosso dopo oltre due anni di pandemia, che hanno visto i farmacisti in prima linea, a fare test, vendere mascherine, consigliare i clienti che trovavano sempre più difficile ottenere un appuntamento dal medico curante, costretti a attendere per un mese o due.

Secondo il ministero della Sanità, un tedesco dovrebbe poter raggiungere una Apotheke, una farmacia, entro quindici minuti, in auto, in bicicletta o a piedi. Io sono fortunato, la più vicina è a duecento metri, di solito sfornita, devo ordinare il medicinale e tornare nel pomeriggio, o il giorno dopo. La seconda è a 400 metri.
Nella mia zona, nel raggio di un chilometro ne trovo cinque o sei, indicate da una «A» rossa in campo bianco, e un serpente simbolo mitologico.
Ma abito a Berlino, altrove ovviamente la situazione è diversa. In città, entro un quarto d’ora il 99% trova in auto una farmacia, l’86% in bicicletta e il 67% a piedi. In provincia, a volte, si deve andare al paese vicino, e per chi è malato, o non ha un’auto, diventa problematico.

Nei paesi, il farmacista aveva e ha un suo ruolo sociale. In attesa di un appuntamento dal dottore, si ricorre a lui per chiedere un consiglio. Un importante aiuto psicologico, soprattutto per le persone anziane. Mi sono sempre chiesto come facciano a sopravvivere. Anche perché il farmacista è obbligato a essere molto rigoroso. Senza ricetta mi vende solo l’aspirina, o qualche crema per i dolori muscolari. Senza ricetta non riesco a comprare neppure un collirio, che acquisto senza problemi a Roma.
Una volta il mio oculista era assente, lo è spesso perché chiude lo studio quando raggiunge il tetto trimestrale consentito dalla mutua, e la mia riserva da conservare in frigorifero era stata rovinata da un’interruzione di corrente. Riuscii a ottenere una confezione dalla farmacista con cui sono in confidenza. Ma è russa. Mi pregò di portarle la ricetta appena l’Augenarzt sarebbe tornato dal viaggio a Capri.

Il fatturato è assicurato dai prodotti da banco, creme di bellezza, creme solari, occhiali, dentifrici, caramelle al miele, tutto quello che si può vendere senza ricetta. Ma durante la pandemia i clienti si sono abituati a ordinarli online. E costano di meno. I farmacisti si lamentano che in rete siano offerti a un prezzo inferiore a quello che loro pagano al grossista.
Le Apotheke sono fuori mercato. Il sistema è cambiato a causa del Covid. I medici curanti rilasciano ricette per email, lo facevano anche prima, ma i pazienti ci tenevano a essere visitati. Ora si sono abituati a farne a meno. E con la prescrizione online possono comprare medicinali consegnati a domicilio, saltando le Apotheke. Vietate le vendite da parte di distributori non autorizzati che non garantiscono qualità e spesso spacciano succedanei a prezzo ridotto, di dubbia o nulla efficacia.
La Bundesvereinugung Deutscher Apothekerverbänder, la Abda, l’unione nazionale delle associazioni delle farmacie, ha comunicato che nel 2015 le Apotheke erano 20.249, alla fine del 2021 erano scese a 18.461, e in questi mesi saranno ancora diminuite. E sono ancor meno i titolari: la legge li autorizza a gestire fino a tre filiali in cui sono occupati dipendenti in parte laureati, ma se diminuiscono gli affari e sempre più difficile pagarli in modo adeguato, e non si trova il personale. A Berlino, su una popolazione di tre milioni e mezzo, quanto Roma, le farmacie erano 884 nel 2010, e 854 cinque anni dopo, appena trenta in meno. Dopo sei anni, nel 2021, sono scese a 749, una perdita triplicata.
All’inizio, per un orario di 40 ore settimanali, si arriva a 2.349 euro, che al lordo scendono a 1.700 a seconda dello stato familiare, dopo qualche anno si sale a 3.782 sempre al lordo. Non molto per un lavoro che richiede professionalità. In apparenza il settore sembra redditizio, il fatturato globale ha sfiorato i 60 miliardi di euro nel 2021, ma sono insufficienti e soprattutto non distribuiti in modo uniforme. Nelle cittadine e nei paesi, il farmacista fatica a tirare avanti.