il Fatto Quotidiano, 28 ottobre 2022
Verso il congresso del pd
Una fase costituente che permetterà anche ai non iscritti al Pd di votare non solo alle primarie, ma di partecipare a tutta la fase congressuale, previa iscrizione apposita. È il percorso che dovrà approvare oggi la direzione, mentre ieri fino a sera proseguivano le riunioni. Su quanto sarà aperto il congresso si gioca in parte anche il suo esito. In prima battuta, l’iscrizione alla fase costituente dovrebbe consentire anche a Elly Schlein di iscriversi e dunque di candidarsi. Ma c’è anche la questione di Articolo 1 che deve rientrare tra i dem. E per farlo, vuole garanzie di un percorso davvero aperto. Fino a sera si litigava per le date. Anche qui, questione non così secondaria: Stefano Bonaccini insiste per farlo il prima possibile. Motivazione nobile: i dem non possono passare mesi persi nelle loro dinamiche interne. Motivazione personale: più è rapido, più è difficile per gli altri organizzarsi. La sinistra del partito (capeggiata da Giuseppe Provenzano) spinge invece per rimandare i gazebo il più possibile. Motivazione ufficiale: il Pd deve ripensarsi dalle fondamenta. Motivazioni personali: con più tempo a disposizione, è più facile organizzarsi ed opporsi al presidente dell’Emilia-Romagna. Un congresso Bonaccini contro Schlein è vissuto dalla minoranza dem come un’espropriazione. Paola De Micheli e Matteo Ricci si sono già candidati, ma arrivare alla guida dei dem per loro è fuori discussione. Andrea Orlando ancora ci pensa (dovrebbe lanciarlo Goffredo Bettini, l’11 novembre). Così come Alessio D’Amato. Ma le candidature pesanti restano quella di Bonaccini (dovrebbe formalizzarla domenica) e Schlein (ufficialmente non ha ancora deciso). Dario Nardella non correrà con Bonaccini in campo. Intanto, a sera, sul tavolo ci sono anche le date delle primarie. La segreteria aveva proposto il 19 o il 26 marzo, si dovrebbe chiudere il 12. Dettagli. A ogni modo, oggi la direzione dovrebbe essere chiamata solo a ratificare accordi già presi.