Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  ottobre 28 Venerdì calendario

Perché i figli degli immigrati se la prendono con gli immigrati?

E speriamo sia quello buono
Nella lettera da Londra del 2 settembre raccontavo della imminente vittoria di Liz Truss nella corsa a leader del partito conservatore e di conseguenza a primo ministro, spiegando come il sistema politico britannico privilegi la stabilità e quindi deleghi la scelta dei leader al voto prima dei parlamentari del partito di governo e poi degli iscritti, piuttosto che andare a nuove elezioni quando c’è una crisi di governo.
È un sistema che appunto mira a garantire stabilità, a partire dalla premessa che gli elettori, quando votano alle elezioni politiche, diano mandato a un partito e fiducia al suo programma per prossimi 5 anni, indipendentemente da chi lo guida.
Il rapido defenestramento di Liz Truss però dimostra che così non è, e il leader fa la differenza. Da lunedì, il nuovo segretario dei Conservatori e primo ministro del Regno Unito è Rishi Sunak, e della sua bizzarra ascesa al potere ho scritto qui.
L’ascesa di un uomo “di colore”, figlio di immigrati, è stata salutata come un momento storico, e lo è da un certo punto di vista: ma questo ed altri commenti aiutano a ridimensionarne la portata.
Sunak è un economista e un politico certamente più prudente di entrambi i predecessori Truss e Johnson. Ha deciso di rimandare la nuova finanziaria, prevista per il 31 ottobre, al 17 novembre, perché vuole avere il tempo di valutare dove far calare la scure degli inevitabili tagli ai servizi e dove imporre nuove tasse, in una completa smentita della disastrosa linea neo liberale di Liz Truss, che ha tentato di imporre una politica fiscale da libero mercato ed è stata punita proprio dai mercati finanziari.
La nuova strategia del governo Sunak non è ancora chiara, ma visto che, per usare termini accademici, non c’è trippa per gatti, cioè forse si possono ottimizzare alcuni costi ma i servizi pubblici sono già all’osso, è possibile che decida di imporre un prelievo straordinario sui profitti delle imprese dell’energie, che dal rialzo dei prezzi stanno ricavando moltissimo.
Vedremo. Di certo, Sunak ha già fatto un grosso passo falso richiamando agli Interni l’ex ministra Suella Braverman, costretta alle dimissioni la scorsa settimana quando si è scoperto che aveva usato la sua mail personale per girare a un collega parlamentare un progetto governativo di riforma dell’immigrazione qualificata.
La mail è finita per errore nella casella di un collaboratore parlamentare che ha fatto esplodere lo scandalo: Braverman si è dimessa proprio nella fase calda della corsa a rimpiazzare Truss, e ora emerge che avrebbe riottenuto il posto in cambio del suo sostegno elettorale a Sunak.
Ricordiamo che Braverman è la politica il cui desiderio per Natale è vedere aerei carichi di immigrati deportati in Ruanda, sulla base di un accordo con lo Stato africano negoziato dalla sua predecessora Priti Patel e confermato da Sunak. A peggiorare la situazione, è emerso che già in passato, quando era procuratore generale, Braverman sarebbe stata indagata per aver messo a rischio la sicurezza nazionale, di cui oggi è responsabile.
Vedremo quanto durerà nell’incarico.
Vi state chiedendo cosa spinga figli di immigrati (Priti Patel, Suella Braverman e lo stesso Rishi Sunak) 1) a scegliere di militare nel partito conservatore 2) a essere così duri verso i nuovi immigrati? Una possibile risposta è qui (https://www.theguardian.com/commentisfree/2020/feb/27/how-did-british-indians-become-so-prominent-in-the-conservative-party?fbclid=IwAR3SOyhfKN1Kv16K9lNNPMQngtYZyqSTd8xjeLytfr1BosuTa6yht522Jyo).