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 2022  ottobre 28 Venerdì calendario

Scoperta a Beirut un’opera di Artemisia


La nobiltà napoletana decaduta, disposta a cedere i quadri di famiglia in cambio di contanti. Un’ esplosione devastante che nel 2020 ha fatto oltre duecento vittime, ennesimo capitolo della storia travagliata di Beirut. Un appassionato d’arte che, tra le macerie di un ricco palazzo della capitale libanese, subito dopo il disastro, individua il capolavoro e lo mette in salvo.
Sono solo alcuni capitoli della vicenda che ha portato gli esperti del Getty Museum di Los Angeles a dichiarare di aver individuato un nuovo quadro di Artemisia Gentileschi. Rappresenta il mito diErcole con la regina Onfale di Lidia, risalirebbe al 1635 e sarebbe stato dipinto dalla pittrice durante il suo soggiorno a Napoli. Proviene dalla collezione di Palazzo Sursock, a Beirut, e appartiene a Roderick Sursock Cochrane, figlio di Yvonne Sursock, unica erede di una ricca famiglia di uomini d’affari e proprietari terrieri, la cui mamma, Maria Theresa Serra di Casino, era una nobildonna napoletana; sarebbe stata lei a portare in Medio Oriente le tele acquistate in Italia.
Subito dopo l’esplosione, in cui l’anziana Yvonne ha riportato ferite poi rivelatesi mortali, il critico d’arte, curatore e artista libanese Gregory Buchakjian riuscì a entrare a Palazzo Sursock per ispezionarne la collezione d’arte, accumulata nei decenni precedenti dalla famiglia. La conosceva già, per aver scritto la sua tesi di laurea alla Sorbona, negli anni Novanta, su due dipinti senza attribuzione, che da giovane studente aveva ipotizzato potessero appartenere alla produzione della pittrice; la sua ipotesi, tuttavia, all’epoca non era stata condivisa con altri studiosi. Il primo dipinto, oggi chiamato da tutti Maria Maddalena Sursock,è arrivato in Italia per il restauro dopo l’esplosione del 2020; il quadro è stato esposto lo scorso anno a Milano, durante la mostra Le Signore dell’Arte. Ma nelle stanze devastate, come ha raccontato alTimes di Londra, la scena più terribile che aspettava Buchakjian riguardava il grande e scuro Ercole e la regina Onfale: «C’era un mucchio di macerie. Ho capito che il dipinto era nel mucchio. Ero lì da solo, quindi ci sono salito sopra e l’ho estratto».
Gravemente danneggiata dalle schegge di vetro che sono penetrate nella tela, l’opera è stata inviata negli Stati Uniti, al Getty Museum. Solo in questi giorni, gli esperti d’Oltreoceano si sono pronunciati sulla mano che l’ha dipinta: sia la studiosa Sheila Barker, sia il curatore del Getty Davide Gasparotto concordano sul fatto che si tratti di Artemisia, divenuta per la sua storia e i suoi soggetti un’icona del femminismo contemporaneo. Il proprietario di Palazzo Sursock progetta di trasformare la dimora in un museo. Nel frattempo, in base all’accordo con il proprietario Roderick Sursock Cochrane, l’Ercole restaurato potrè restare al Getty fino a quando il progetto di rinnovo di Palazzo Sursock non sarà completato, nell’arco dei prossimi quattro o cinque anni. Il curatore Davide Gasparotto spera di esporlo nel 2024 accanto alla Lucrezia della stessa Artemisia, dal nel 2021 nel museo californiano, dopo essere stata venduta all’asta per oltre 4 milioni di euro. A Gregory Buchakjian resta la soddisfazione della scoperta: e le ha già dedicato un’opera, esposta a VillaEmpain, a Bruxelles.