Corriere della Sera, 28 ottobre 2022
«Cara figlia al tuo primo voto non scegliere mai chi odia»
Quando eri piccola, ma proprio piccola, ti prendevo per mano ed entravi assieme a me nella cabina elettorale. Ti mostravo come inserire la scheda dentro la busta. Poi infilavamo la busta nell’urna.
Hai diciotto anni e mezzo ormai e martedì, quando entrerai per la prima volta nella cabina elettorale, non sarò lì con te. Sarai sola, come dev’essere ogni elettore ed elettrice, solamente tu con i tuoi pensieri, le tue opinioni e la tua scelta. Può essere – anzi, è probabile – che il tuo voto sia differente dal mio. Qualunque scelta tu faccia sulla base di riflessione e coinvolgimento, sarà buona per me e per la mamma. Ma questo resta un momento importante nella tua vita e vorrei fornirti un poco di provviste per il viaggio.
Innanzitutto, non dare per scontato il fatto di poter votare. In Russia, in Cina, in Iran, in Turchia, i cittadini non hanno una reale opportunità di influire sul proprio destino. Rischiano di finire in guerra, o in carcere, senza nessuna colpa. Anche in Israele, purtroppo, la democrazia non è più scontata, non tutti i partiti che reclamano il tuo voto hanno ugualmente a cuore la democrazia. Ricordi il principio della separazione dei poteri che abbiamo studiato insieme in educazione civica per gli esami di maturità? Anche quello non sta davvero a cuore a tutti i partiti.
Desidero anche condividere con te una mia considerazione di questi ultimi tempi riguardo ai politici. È basata su incontri diretti con alcuni di loro e sul fatto di averli osservati (anche tu, come me, sei un’osservatrice). All’apparenza sembrano tutti uguali. Tutti assetati di potere, tutti dotati di un ego gigante. È opinione comune che se non fossero così, non entrerebbero in politica. Nel corso degli anni ho identificato l’elemento che distingue fra quanti è opportuno votare e quanti no. I politici che è opportuno sostenere dimostrano, oltre all’interesse personale, una vera volontà di influenzare positivamente la realtà. Di offrire il proprio servizio sia a chi li ha votati sia a chi non li ha votati. Per i politici che non è opportuno sostenere, l’interesse personale viene prima di tutto. E mina la loro capacità di vedere il bene pubblico. Come distinguere i due tipi di politici? Non è semplice. Anch’io ho sbagliato più di una volta in elezioni passate. Ma confido in te. Puoi raccogliere informazioni su di loro, puoi verificare ed esaminare come si comportano con le persone a loro più vicine (è sempre un buon indicatore) e poi lasciare che sia la tua eccellente intuizione a guidarti.
Il nuovo governo
Dopo cinque votazioni ravvicinate ci serve
chi aspira a comporre
e non a separare
In questi ultimi mesi sei uscita dalla bolla della nostra città e da quello che racconti anche tu cominci a renderti conto di quanto complesso e sfaccettato sia il Paese in cui ti abbiamo messo al mondo. Come avrai di certo notato, questa pluralità può essere meravigliosa, fonte di ispirazione e di forza; nello stesso tempo può diventare fonte di divergenze e di violenza. Maturando mi rendo sempre più conto che per mantenere il delicato equilibrio tra le diverse parti della nostra società e vivere in pace e prosperità dobbiamo essere tutti tolleranti e disposti al compromesso. Abbiamo bisogno – un bisogno disperato, dopo cinque tornate elettorali ravvicinate – di una leadership che aspiri a comporre e non a separare.
E questa è l’ultima cosa che ti vorrei chiedere: diffida di chi costruisce le sue argomentazioni sull’odio verso l’altro. La storia ci insegna che in futuro lo stesso odio può rivolgersi verso di te, verso le tue sorelle e i tuoi genitori. Di solito quando si cerca il contrario di «odio» si dice «amore». Mi pare esagerato cercare l’amore in politica. Ma si può senz’altro parlare di rispetto per l’altro.
Ecco, figlia mia ormai grande, fin qui il «lascito» di tuo padre. Adesso sta a te. Martedì vota in base ai tuoi valori e alle tue credenze. E… non sei costretta a raccontarmi cos’hai deciso.
(Traduzione di Raffaella Scardi)