Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  ottobre 27 Giovedì calendario

SVOLTA NELLE INDAGINI SUL CASO DELLA MORTE DI MARA CAGOL, L’EX BRIGATISTA MORTA 47 ANNI FA IN UN CONFLITTO A FUOCO INSIEME ALL’APPUNTATO DEI CARABINIERI GIOVANNI D’ALFONSO- GLI INQUIRENTI HANNO SVOLTO ALCUNI INTERROGATORI DI EX BR PER RISALIRE ALL’IDENTITÀ DELL’ALTRO BRIGATISTA CHE PARTECIPÒ AGLI ATTENTATI – A FAR RIAPRIRE IL CASO E’ STATO… -

(ANSA) Svolta nelle indagini sul conflitto a fuoco in cui morirono la brigatista Margherita 'Mara' Cagol e l'appuntato dei carabinieri Giovanni D'Alfonso. Quarantasette anni dopo il conflitto a fuoco avvenuto nell'Alessandrino in occasione della liberazione dell'imprenditore Vittorio Vallarino Gancia, sequestrato il giorno prima, sono stati interrogati a Milano alcuni ex appartenenti alle Br. Gli accertamenti dei carabinieri del Ris di Parma potrebbero dare un nome a chi, ormai quasi cinquant'anni fa, partecipò a quello che è passato alla storia come il primo sequestro di persona a scopo di autofinanziamento operato dalle Brigate Rosse.

L'attività investigativa fa seguito agli accertamenti scientifici cui sono stati sottoposti, con le più moderne tecniche, i reperti sequestrati all'epoca della sparatoria. Nel corso degli anni si sono fatte varie ipotesi sulla identità del brigatista che riuscì a fuggire. A far riaprire le indagini è stato l'esposto presentato, con il tramite di un avvocato, da Bruno d'Alfonso, anche lui carabiniere, figlio dell'appuntato morto nella sparatoria del 5 giugno 1975. "E' una questione di giustizia e di verità storica.

Anche per onorare la figura di mio padre, un eroe che diede la vita per le istituzioni", ha detto d'Alfonso dopo aver presentato l'esposto. Le indagini sono affidate ai carabinieri del ROS e coordinate dai magistrati del pool sul terrorismo della Procura di Torino e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.