il Fatto Quotidiano, 27 ottobre 2022
Umberto Pizzi ricorda Sforza Ruspoli
Si faceva chiamare il principe contadino, perché voleva bene ai braccianti e parlava con gli asini, ma di plebeo aveva ben poco. Sforza “Lilio” Ruspoli, che si è spento ieri all’età di 95 anni, ha segnato un’epoca, quella della Dolce Vita. La sua vita è stata costellata di feste memorabili, nel suo palazzo a Roma in via del Corso o nella sua villa a Capri, quando per festeggiare il suo 67esimo compleanno invitò, oltre che il gruppo folk degli Scialapopolo, anche i contadini dell’isola, accompagnati dai loro asini. Animali con cui instaurò un rapporto particolare: si avvicinava a loro facendo il verso, a cui rispondevano ragliando. Era come se ci parlasse.
Personaggio istrionico, fu attivo anche in politica: da sempre di destra, nel 1989 si candidò per il Msi alle Comunali di Roma, mentre nel 2013 sostenne il movimento dei Forconi.
Ebbe sempre una forte avversione per Garibaldi e al contempo nostalgia per lo Stato Pontificio, organizzando manifestazioni a favore del Papa ogni 20 settembre. Anche per questo strinse legami con gli alti prelati. Ma nella vita privata fu tutt’altro che un chierichetto: fu la sua prima moglie, la duchessa Flavia Borghese-Salviati, a sfoggiare uno dei primi topless, mentre in seconde nozze sposò Pia Giancaro, attrice della commedia erotica all’italiana. Se la Dolce Vita non c’è più da un bel po’, mancherà anche uno dei suoi più importanti testimoni.