il Fatto Quotidiano, 27 ottobre 2022
Intervista a Gian Gaetano Bellavia. Spiega perché il tetto al contante non andrebbe alzato
La risposta degli esperti è chiara: una sonora bocciatura all’innalzamento del tetto al contante. Il “no” alla proposta della maggioranza arriva da un professionista che si occupa di aziende, bilanci e patologie finanziarie: Gian Gaetano Bellavia, dottore commercialista, esperto di diritto penale dell’economia e consulente di numerose procure in svariate inchieste su crac, scandali e crimini dei “colletti bianchi”.
Bellavia, qual è la sua opinione sulla proposta della maggioranza di aumentare a 10 mila euro il tetto alla libera circolazione del contante?
Sono assolutamente e radicalmente negativo dell’innalzamento del tetto della libertà di movimentazione di contante. È un pasticcio che finirà per portarci nella stessa situazione della Germania o della Svizzera, dove si muovono quantità di contante enormi. Ma a Berlino o Berna chi ricicla denaro sporco si pente per tutta la vita, qui da noi invece spesso finisce tutto a tarallucci e vino. Nella mentalità del nord Europa non c’è problema a pagare in contanti, magari qualche svizzero compra l’auto pagandola cash. Ma nel 2022 la verità è che, con i sistemi di pagamento avanzatissimi che già esistono, che bisogno c’è di avere contanti per la gente normale? Nessuno. Nessuno. Il contante non esiste più.
Dunque qual è il possibile vantaggio? E per chi?
Per chi fa riciclaggio. Facciamo un esempio semplice, pensiamo a chi compra in contanti qualunque merce. Ad esempio nella filiera agroalimentare, dove purtroppo le agromafie allignano già. Diciamo che qualcuno compra per 10 mila euro prodotti agricoli pagandoli in in contanti con l’Iva al 4%. Poiché gli agricoltori pagano solo imposte su base catastale, per loro ricevere contanti non fa differenza a fini fiscali. Ma non è la stessa cosa per la criminalità organizzata perché potrà riciclare denaro sporco avvantaggiandosi della leva tra il misero prezzo pagato ai produttori e quello enormemente ricaricato della vendita ai consumatori. Si potrà pagare 10 mila euro in contanti e magari incassarne 100 mila in denaro “ufficiale”, trasformando cash proveniente da illeciti tramutandolo in merce che genera 10 volte tanto con denaro lecito. Oppure acqistare rame per 10 mila euro “sporchi” in contanti o altra merce e rivenderlo con un margine a 20, 25 mila euro, fatturandolo e incassando denaro “ufficiale”. La possibilità di usare contante per comprare merci è devastante dal punto di vista del riciclaggio puro, perché 10 mila euro non sono affatto pochi, specie se gli acquisti sono frazionati e moltiplicati per un numero infinito di operazioni.
Resta il problema del Fisco.
Ma lei ha mai visto un mafioso che paga imposte? Copriranno i costi con le fatture false emesse da società create solo a questo scopo, le cosiddette “cartiere”. Basta coprirsi con fatture false ed è possibile riciclare, guadagnando e magari inviando pure il frutto del riciclaggio all’estero grazie a società “cartiere” basate in altri Paesi. Si finirà quindi con il rischio di avvantaggiare anche l’esportazione di capitali sporchi.
C’è però chi sostiene che questa norma va a favore delle persone comuni.
Le faccio una domanda. Quanto denaro una persona qualunque può avere di solito nel portafoglio, a Crotone come a Lecco: 200, 500 euro? Ha mai visto qualcuno girare solitamente con 2 mila euro in contanti nel portafoglio? Forse sì ma, se e quando accade, c’è un’alta probabilità che si tratti di chi ricicla per professione. Alla gente normale avere in tasca più contanti, di tenere in tasca sino a 10 mila euro cash, non serve, aumenta solamente in modo esponenziale il rischio di essere rapinata.
Dunque perché alzare il tetto alla movimentazione del contante? Perché viene fatta questa norma? Qual è la logica?
Portare il tetto al contante a 10 mila euro non va a favore della popolazione. Alla gente comune non serve innalzare il tetto. E, si badi bene, non serve nemmeno ai ricchi perché tanto usano tutti le carte di credito. È un provvedimento assolutamente anacronistico.
Però, in altri Paesi dell’Unione europea, questi problemi e questi rischi paiono non venire affatto percepiti. Dunque come si spiega la loro disattenzione?
In Germania e in Svizzera non ci sono limiti all’utilizzo del contante perché questi Stati non hanno molti dei problemi che vive quotidianamente l’Italia. I tedeschi devono rendersi ancora conto – ma forse stanno già cominciando a rendersene conto – dei problemi del contante quando c’è la presenza della mafia e della ’ndrangheta. Ma la realtà è che la possibilità di movimentare denaro contante senza alcun limite non è di alcun vantaggio per la gente comune quanto per altri, per queste entità.