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 2022  ottobre 26 Mercoledì calendario

La prima uscita Ue di Pichetto Fratin è un disastro

«Allora mi spieghi tutto tu…». La spericolata missione a Lussemburgo del ministro dell’Energia, Gilberto Pichetto Fratin, l’altro ieri sera inizia così. Con una stretta di mano confortante con il suo predecessore, Roberto Cingolani. Ora consulente del governo. Che ha accompagnato il successore alla sua prima uscita europea, il Consiglio dei ministri dell’Energia. Il viaggio in macchina dall’aeroporto lussemburghese in Hotel, poi un altro breve briefing nella hall. L’ex ministro lì a spiegargli tutto il possibile. Ma forse non è stato sufficiente.
«Vede – diceva Pichetto Fratin sempre lunedì sera – fortunatamente in passato qualcosa in questo campo l’ho fatta. Ma ora mi ci devo mettere. Mi sembra che sia tutto positivo». Mentre percorre il corridoiodello scalo lussemburghese, trascina il trolley targato “Juventus”. «Io non ne faccio a meno, nemmeno qui– puntualizza con un bel sorriso –. Criticatemi su tutto ma non sulla mia Juventus. La fede è fede…».
Ieri poi, ecco l’esordio ufficiale. A parte l’evidente commissariamento da parte di Cingolani, le dichiarazioni pubbliche del ministro sono un capitombolo continuo. «Oggi lavoriamo a seguito del Consiglio d’Europa…». Peccato che il Consiglio d’Europa non abbia proprio nulla a che vedere con il Consiglio europeo. Primo sopracciglio alzato. Per non farsi mancare nulla, poi, spiega che oltre a individuare un «corridoio» per il prezzo, l’altra decisione riguarda «il Meccanismo tecnico di misura del sistema gas, per superare il Tte». Occhi sbarrati, nella delegazione italiana e non solo. Probabilmente il riferimento è al Ttf, il mercato del gas di Amsterdam da cui dipende la quotazione e non la misura. Terrore sulla faccia dei diplomatici spediti – come sempre – dalla Rappresentanza italiana presso l’Ue per assistere i ministri. Uno sguardo rimasto anche alla fine del Consiglio, quando il ministro torna a dichiarare. Una frase epoi è letteralmente portato via con la consueta scusa: «Si è fatto tardi». «Ottimista? L’ottimismo è uno stato d’animo…», e via verso l’uscita. Tanto che l’ufficio stampa ministeriale, poco dopo ha dovuto diramare un comunicato per esprimere compiutamente la posizione: «La nostra priorità resta l’emergenza prezzi».
La riunione in effetti era stata convocata per esaminare l’accordo di venerdì scorso. Tutto rinviato al 24 novembre. Ma l’ipotesi dei un tetto “dinamico” al prezzo del gas subisce un altro stop. E come al solito è la Germania a frenare. «Gli acquisti congiunti di gas nell’Ue – è la linea del ministro dell’Economia di Berlino, Robert Habeck – sono il modo più efficiente per mantenere basso il prezzo. Lo riteniamo più efficiente di uno strumento rischioso come il tetto». Più concreto il disaccoppiamento tra i costi del metano e dell’elettricità. Via libera invece alla direttiva che imporrà dal 2030 la costruzione di edifici a emissioni zero e dal 2050 la ristrutturazione di quelli vecchi.