La Stampa, 26 ottobre 2022
Intervista a Ambra Angiolini
«Mi è spiaciuto che Anna Maria Bernini alla cerimonia del giuramento di Meloni e dei ministri del nuovo Governo, prima abbia scelto di mettere come colonna sonora della sua storia Instagram la mia canzone T’appartengo e poi, viste le critiche sui social abbia cancellato il post. Quando fai un guaio devi prenderti le tue responsabilità e tirare dritto». Alla presentazione dei live di X Factor che prendono il via domani sera su Sky, Ambra Angiolini sorride quando commenta la curiosa vicenda sulla scelta della neo ministra dell’Università e della Ricerca.
Ambra la sua canzone era perfetta per il contesto: «E adesso giura, adesso giura/Adesso giura che non hai paura».
«La Ministra era felice ed evidentemente non ci ha pensato un secondo e si è buttata su T’appartengo. Alcuni brani diventano importanti per la gente a prescindere e rendono felici le persone quando li ascoltano; è stato un attimo di divertimento. Per me è stata una bella cosa anche perché è una canzone che porta gioia. Certo, se ci penso mi è dispiaciuto che da piccola (la canzone è del 1994, ndr) non avessi avvocati che potessero gestire certe cose; mi sarei assicurata anche qualche diritto di sfruttamento del pezzo dal quale non guadagno un euro. Se lo avessi fatto con quei soldi avrei potuto comprarmi delle case».
Però quando sui social si è scatenata la tempesta sull’inopportunità del post della ministra, c’è chi le ha consigliato di dissociarsi.
«È vero, me lo hanno suggerito. Ma figuriamoci, e da cosa mi dovevo dissociare? Andava bene così e se fossi stata nella ministra non avrei cancellato nulla».
Dopo anni lontana dalla televisione e i tanti impegni con cinema e teatro non ci aspettavamo un’Ambra Angiolini di nuovo davanti alle telecamere. E invece...
«Invece, se mi propongono il programma giusto davanti alle telecamere ci torno. Sono felice di fare un programma come «X Factor» perché lo sentivo nelle mie corde e nella mia vita ha sempre avuto un ruolo importante. Certo il "Primo Maggio" non è un programma televisivo, è un pezzo del mio cuore e guai a chi me lo tocca ma, non sono mancate altre proposte».
Da parte di chi?
«Con Stefano Coletta, il direttore intrattenimento prime time di Raiuno ci sentiamo e ci siamo anche visti. Non nego che le proposte ci siano e alcune interessanti ma nella tv di oggi faccio fatica a immaginarmi in un ruolo preciso. La presentatrice? Mah, non credo sia il mio talento. Presentare un reality o partecipare come concorrente non ci penso proprio, non è la mia storia. Io amo il teatro, la recitazione quella è la cosa che amo fare di più».
Però Tiziano Ferro le ha fatto tornare la voglia di cantare: l’ha chiamata per un duetto che sarà nel suo nuovo album Il mondo è nostro in uscita l’11 novembre.
«E per la canzone ha scelto un titolo che toglie ogni dubbio: Ambra/Tiziano. Con lui siamo amici dalla notte dei tempi e abbiamo passato serate infinite a raccontarci le nostre storie d’amore, i nostri patimenti, le nostre gioie. Lui arriva sempre al momento giusto, quando il mio corpo sismico, io lo chiamo così, trema. Nell’ultimo anno e mezzo il mio corpo ha tremato spesso per tante ragioni e Tiziano mi ha convinta a tirare fuori la voce. Ventiquattro anni dall’ultima volta sono tornata a cantare una canzone inedita e bellissima».
Anche durante l’esibizione di alcuni dei ragazzi di X Factor il suo essere «sismica» l’ha fatta piangere come una fontana.
«Quando girai Saturno contro Ferzan Özpetek mi insegnò a liberare le emozioni perché è una delle cose più belle che si possono fare se ci si vuole sentire vivi. Mi hanno detto che rido troppo, piango troppo, ma quella è gente morta dentro e io sono viva. Anzi sono una "divergente emotiva", ho deciso di non essere mai quella che non sento di essere. Oggi tutti usano a sproposito la parola "empatia" che significa mettersi nei panni degli altri: una cosa che non fa quasi nessuno. Certo bisogna fare i conti con i propri limiti e i miei li conosco bene. Se mi va di dire una cosa la dico e non accetto che mi si tappi la bocca visto che non me la tipo manco da sola».