Corriere della Sera, 26 ottobre 2022
Nel 2070 undici milioni di italiani in meno
«Lo scopo della statistica è mettere chi decide davanti a delle alternative, perseguendo così il bene comune in maniera consapevole», a scandirlo è il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, che, ormai da tempo, non fa mistero di un dato demografico che dovrebbe sensibilizzare la politica: in assenza di correzioni significative il calo della popolazione in Italia porterà a una perdita di 5 milioni di persone nel 2052 e di ben 11 milioni nel 2070. Cifre destinate, come ricordato da Blangiardo durante il suo intervento a «Lo dicono i Lincei» condotto dal vicedirettore del Corriere, Daniele Manca, ad avere un impatto sull’economia del Paese e sui conti pubblici, a cominciare dalla sostenibilità del sistema previdenziale. Uno scenario discusso da Blangiardo con Massimo Livi Bacci, accademico dei Lincei e professore di Demografia, a poche ore dall’intervento alla Camera del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per chiedere la fiducia e per ricordare che in materia di pensioni l’intento è di «facilitare la flessibilità in uscita con meccanismi compatibili con la tenuta del sistema previdenziale, partendo nella prossima legge di bilancio dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno», ha spiegato Meloni. Lo scenario di medio lungo termini resta, tuttavia, quello tratteggiato dal presidente dell’Istat che cifre alla mano ricorda:«C’è un tema di potenziale produttivo di cui tenere conto, oggi abbiamo circa 36 milioni di italiani in età lavorativa, una cifra destinata a ridursi a quota 25 milioni nel 2070».
Blangiardo indica alcune soluzioni. «Bisogna agire per garantire una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto tra le donne». Sul fronte delle pensioni il suggerimento è «valutare un allungamento dell’età pensionabile. Del resto, i lavori usuranti sono meno di un tempo e l’allungamento della vita va di pari passo con la funzionalità del nostro cervello, che opera bene anche a una certa età». Blangiardo ricorda, inoltre, le opportunità correlate allo sviluppo della Silver Economy. Livi Bacci si è soffermato sulle condizioni culturali ed economiche che hanno effetto sui tassi demografici. «Un tema da affrontare riguarda, per esempio, la condivisione delle responsabilità nelle coppia. Dove c’è maggiore condivisione – osserva Livi Bacci – si registra una maggiore propensione ad avere più figli».