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 2022  ottobre 26 Mercoledì calendario

Tina Anselmi troppo «politica»?

Se l’Italia fosse stata di più in mano alle donne sarebbe stata amministrata meglio? «Sì, assolutamente sì», rispose Tina Anselmi, «Le donne hanno più attenzione al bene comune. E sono più disponibili a battaglie politiche trasversali. Tante leggi sono passate perché le donne sono state capaci, pur di arrivare all’obiettivo, di costruire maggioranze trasversali sapendo rinunciare agli interessi di parte o di partito. Va detto: le donne hanno di più il senso del potere come servizio. Di qualunque schieramento siano». Sarebbe bastata quella sola intervista di trent’anni fa, alla straordinaria e pugnace «Tina vagante» democristiana per aver diritto all’omaggio riservato ieri da Giorgia Meloni alle donne che hanno avuto un peso nella storia d’Italia. Perché fu lei, prima donna a partecipare a un Consiglio dei Ministri dopo 115 anni dall’Unità d’Italia e 836 ministri maschi, ad aprire la strada. La prima ad affrontare il tema del genere: «Vennero in delegazione nella mia stanza: “Scusi, non sappiamo come chiamarla”. “Ma per favore!”, risposi, “chiamatemi come vi pare, signor ministro o signora ministra, basta che non restiate lì imbambolati!» La prima a porre il problema dell’armadio al ministero: «C’erano solo stampelle da uomo. Non una per appendere una gonna». La prima quello della toilette a Palazzo Chigi: «C’era solo per i maschi: dovevo andarci con un commesso alla porta». Per non dire del Quirinale: «C’era una cena ufficiale e Andreotti ridacchiava: sul biglietto era scritto “L’invito è strettamente riservato agli uomini”». Eppure, proprio ora che una donna assai combattiva (che l’Anselmi non avrebbe votato) arrivava lassù in cima, Matteo Romanello, il sindaco di Marcon, Venezia, che ha appena mollato la Lega per passare, pare, a Fdl, ha avuto una pensata: cancellare la scelta di dedicare all’Anselmi la nuova Scuola Elementare Primaria di primo grado. Perché? Per intitolarla a Piero Angela. Chi mai potrebbe contestare una dedica al mitico divulgatore? La motivazione ufficiale della revoca però è del tutto insensata: «pur riconoscendo come la figura di Tina Anselmi sia di rilevante importanza», la giunta che comprende anche Fdl ritiene che «l’intitolazione di una scuola dovrebbe avere una valenza soprattutto educativa piuttosto che ideologica e politica». Testuale. Ma davvero pensano che il grande Piero, visto il contesto, sarebbe d’accordo?