Corriere della Sera, 26 ottobre 2022
Churchill razzista? La citazione è un falso
Sorgente perenne di citazioni farlocche, Internet anche ieri non ci ha deluso: è rapidamente diventato «virale» il tweet di un miliardario indiano con 9,9 milioni di follower, Anand Mahindra: «Nel 1947 al culmine della indipendenza indiana, Winston Churchill avrebbe detto “... tutti i leader indiani saranno di basso calibro e fantocci”. Oggi, nel 75° anno della nostra indipendenza, siamo pronti a vedere un uomo di origine indiana unto come primo ministro del Regno Unito. La vita è bella...». Like e retweet a ripetizione, classico della caciara digitale: Churchill però non pronunciò mai quelle parole. Sicuramente ebbe con l’India un rapporto difficile: nei suoi dieci anni all’opposizione, 1929-39, «the wilderness years», fu strenuo sostenitore per ideologia e convenienza politica dell’Impero (e di quella che chiamava «razza britannica») e definì Gandhi «un fanatico sovversivo e maligno», «un sedizioso avvocaticchio che ora si atteggia a fachiro di un tipo ben noto in Oriente, che sale seminudo i gradini del palazzo del Viceré». Era un uomo del suo tempo, nato nel 1874, convinto che l’indipenden-za dell’India avrebbe inne-scato la fine dell’Impero (così fu, peraltro). La sua reazione alla carestia del Bengala del 1943 che uccise tre milioni di persone fu timida, per mesi inefficace – la priorità era la guerra. Attribuire a Churchill però un intento genocida è azzardato: le amministra-zioni provinciali sbagliarono tutto, Churchill richiamò il passivo viceré Lord Linlithgow rimpiaz-zandolo con Archibald Wavell che finalmente militarizzò la risposta britannica alla carestia. Cosa avrebbe pensato Churchill (per metà ameri-cano) di Sunak? Ci vorrebbe una macchina del tempo. Ma Sunak è conservatore, pro business, laurea a Oxford, master a Stanford, pragmatico, tecnocrate: cose che piacevano a sir Winston. Londra oggi ha un sindaco musulmano di origine pachistana e un premier indù di origine indiana, appartenenti a quella che perfino Chur-chill non potrebbe non definire «razza britannica».