Corriere della Sera, 26 ottobre 2022
Le 16 donne omaggiate dalla Meloni
Non è un pantheon, perché non sono i suoi punti di riferimento (e alcune tra l’altro sono vive). Ma è un lungo elenco di personalità femminili che hanno portato «le assi del proprio esempio» per costruire la scala che oggi le ha permesso di «rompere il pesante tetto di cristallo» e diventare la prima donna a capo del governo. Per questo Giorgia Meloni le ringrazia nel suo discorso per la fiducia. E deve essere per questo che le chiama per nome e omette i cognomi, in un tentativo di richiamare la sorellanza anche a rischio di sembrare paternalistico. E perché ognuna di loro rappresenta il modello, il prototipo delle donne – diverse per storia, epoca e missione – che «hanno osato per impeto, per ragione o per amore» e sono il simbolo di chi è riuscita a «dimostrare il valore delle donne italiane». Dal Risorgimento alla Resistenza ai giorni nostri; dalla pedagogia alla scienza; dalle garibaldine alle cicliste, alle astronaute, alle giornaliste, scrittrici e mamme coraggio. Eccole, una per una, quelle che Meloni ha individuato come protagoniste della storia italiana: «Donne – ha detto – come Cristina (Trivulzio di Belgiojoso, ndr), elegante organizzatrice di salotti e barricate. O come Rosalie (Montmasson, ndr), testarda al punto da partire con i Mille che fecero l’Italia. Come Alfonsina (Strada, ndr) che pedalò forte contro il vento del pregiudizio. Come Maria (Montessori, ndr) o Grazia (Deledda, ndr) che con il loro esempio spalancarono i cancelli dell’istruzione alle bambine di tutto il Paese». Nel suo excursus si arriva più vicini ai tempi nostri, con Tina (Anselmi, ndr), Nilde (Jotti, prima presidente delle Camera ndr), il premio Nobel Rita (Levi Montalcini, ndr), le giornaliste Oriana (Fallaci, ndr), Ilaria (Alpi, ndr) e Mariagrazia (Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa in Afghanistan, ndr). E poi Fabiola (Gianotti, ndr) che guida il Cern e Marta (Cartabia prima presidente donna della Corte Costituzionale, ndr), Elisabetta (Casellati, prima presidente del Senato ndr)» e infine a Samantha (Cristoforetti, ndr) e Chiara (Corbella Petrillo, morta di tumore per aver rinviato le cure pur di far nascere il suo bambino, ndr).