la Repubblica, 25 ottobre 2022
Biografia di Li Qiang
Paracadutato dentro al gotha del potere rosso, senza mai aver avuto ruoli a livello centrale nella macchina del Partito- Stato. Li Qiang, nuovo numero due della gerarchia comunista, sarà con molta probabilità (ma si saprà soltanto a marzo) il nuovo premier della Cina, e dunque responsabile dell’economia del Dragone. «Non succede dal 1976 che un premier non abbia ricoperto prima posizioni di leadership nel governo nazionale», spiega Neil Thomas di Eurasia. La nomina dimostra però chiaramente il criterio principale per la promozione: la fedeltà a Xi Jinping. Che in questo Congresso del Pcc ha deciso di prendersi tutto il banco e mettere nelle caselle del potere soltanto alleati stretti, gli “yes men”.
Non ci sono successori in vista, sono tutti troppo anziani, compreso Li Qiang, 63 anni. Nessun altro uomo forte all’orizzonte, se non Xi stesso. «Perché queste nomine, compreso Li? Non perché hanno fatto qualcosa di buono recentemente, ma perché sono fedeli. Xi vuole un quarto e forse anche un quinto mandato», spiega aRepubblica Alfred Wu, docente all’Università di Singapore e studioso di politica cinese. «Non dimentichiamo che oggi con Xi, a differenza del passato, il ruolo di premier si è svuotato di importanza». Ma chi è Li Qiang? Capo del Partito a Shanghai, legato a Xi da almeno due decenni, ha alle spalle la disastrosa gestione del lockdown nella metropoli finanziaria della scorsa primavera, chiusa a chiave per due mesi. Un isolamento che portò a proteste per la mancanza di cibo, risse tra cittadini e operatori sanitari, bloccodell’economia, ondate di messaggi contro il governo sui social. Dirigere la seconda città più importante della Cina è sempre stato un trampolino di lancio per i politici cinesi (fu così anche per Xi), ma Li ha bruciato i tempi.
Li nasce nello Zhejiang, ricca provincia del sud. Studia meccanica agraria, si iscrive al Partito nell’83, scala posizioni dentro ai vari comitati provinciali. I legami con Xi nascono nel 2004, quando diventa uno dei suoi pupilli. Per tre anni, fino al 2007, lavora come capo dello staff di Xi nel Comitato provinciale del Partito dello Zhejiang. Quando Xi sale al vertice del Pcc nel 2012, a Li sono affidati incarichi di primo piano nei principali centri della costa orientale. Diventa governatore del Zhejiang, segretario del Partito della provincia del Jiangsu. Poi, nel 2017, è nominato capo del Pcc di Shanghai.
Dietro alla sua ascesa ci sono i legami diretti con Xi. Chi lo conosce afferma però che è un tecnocrate molto capace e che gode di una certa reputazione tra la comunità imprenditoriale. «Li Qiang ha sostenuto con forza lo sviluppo del settore privato e dei servizi. È particolarmente interessato all’innovazione legata alle tecnologie dell’informazione e all’intelligenza artificiale», scrivono gli analisti di Brookings. Sotto la sua guida, nel 2018 la Tesla di Elon Musk ha aperto a Shanghai il suo più grande stabilimento all’estero, nel mezzo delle crescenti tensioni della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Nonostante il curriculum, Li rimane un leale esecutore della linea del Capo, come visto durante il lockdown. A lui, del resto, deve tutta la carriera