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 2022  ottobre 25 Martedì calendario

Biografia di Rishi Sunak

Luigi Ippolito per il Corriere della Sera
Ha già fatto la Storia, e per più di un motivo: il nuovo premier britannico, il 42enne Rishi Sunak, non è solo la prima persona di colore e di fede induista a guidare un governo di Sua Maestà, ma è anche di gran lunga il più ricco, visto che la fortuna privata sua e di sua moglie è stimata in oltre 800 milioni di euro, il doppio di re Carlo.
Un personaggio fatto di paradossi e contraddizioni, il nuovo premier: tanto che uno dei soprannomi è «Slippery Sunak», Sunak lo Scivoloso. Lui è figlio di immigrati indiani arrivati in Gran Bretagna dall’Africa orientale, però di solida estrazione borghese (padre medico, madre farmacista), tanto che riescono a mandarlo nell’esclusivissimo Winchester College, una scuola che costa oggi oltre 50 mila euro l’anno e che da secoli rivaleggia con Eton. Da lì il giovane Sunak viene ammesso a Oxford per studiare Ppe (Filosofia, Politica ed Economia), il corso principe della futura classe dirigente.
Dopo un master a Stanford, in California, in Business administration, l’ambizioso Rishi si dà alla finanza, prima in Goldman Sachs e poi in diversi hedge fund. Ed è a Stanford che incontra sua moglie, una ricchissima ereditiera figlia di un miliardario indiano, dalla quale avrà due figli.
La coppia ha oggi un patrimonio immobiliare notevole, valutato circa 17 milioni di euro. Durante la settimana i Sunak vivono a Londra, in una casa di cinque stanze da letto a Kensington – uno dei quartieri più lussuosi della capitale – del valore di circa 8 milioni; il weekend lo trascorrono in un maniero georgiano nel nord dell’Inghilterra completo di lago privato, piscina e campo da tennis, che è valso a Sunak il soprannome di «maharaja dello Yorkshire»; a tutto questo si aggiunge un appartamento per gli ospiti nel centro di Londra e una villa sulla spiaggia di Santa Monica, in California, che vale oltre 6 milioni.
È per questo stile di vita che Sunak viene percepito come un esponente delle élite, uno che vive su un altro pianeta rispetto alla gente normale, le cui esigenze stenta a capire: una volta si è presentato in un cantiere con un vestito da 4 mila euro e mocassini di Prada, mentre un’altra si è fatto fotografare con una tazza da caffè da 200 euro.
Insomma, un «Davos man» più a suo agio con i banchieri che con l’uomo della strada che fatica a pagare le bollette. E sempre con una via d’uscita pronta: si è scoperto che ha chiesto la Green Card, il permesso di soggiorno permanente negli Stati Uniti, una specie di polizza di assicurazione nel caso le sue ambizioni in Gran Bretagna non si fossero realizzate. E ancora più critiche ha sollevato la rivelazione che sua moglie eludeva le tasse in Gran Bretagna grazie a un sistema legale che le permetteva di non pagare nulla su oltre dieci milioni di dividendi annui.
Sul piano politico, Sunak è ancora più difficile da incasellare. La sua ascesa è stata meteorica, se si considera che tre anni fa era ancora uno sconosciuto sottosegretario: poi la nomina a Cancelliere dello Scacchiere (ossia ministro del Tesoro) all’inizio del 2020 lo ha proiettato nel firmamento della politica britannica.
È stato lui ad affrontare la pandemia con un massiccio programma di intervento pubblico che ha fatto schizzare la pressione fiscale ai livelli più alti da 70 anni. Sunak si proclama, a parole, un fautore della tassazione minima: ma è consapevole che nella congiuntura attuale non è possibile abbassare le tasse. È su questo che si è scontrato in estate con Liz Truss: e il naufragio della Trussonomics gli ha dato ragione.
I suoi ammiratori lo definiscono «un pragmatico di principi»: guidato da alcune idee, ma pronto ad adattarle alla realtà. Nel 2016 si era schierato a favore della Brexit: ma dopo non ne ha più parlato, mantenendo un profilo bassissimo sulla questione dei rapporti con l’Europa. Ora il suo compito sarà quello di tirare la Gran Bretagna fuori dalle secche in cui si è cacciata e riconquistare la fiducia dei mercati: Sunak fa appello alla sua competenza e affidabilità, ma basterà?


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Antonello Guerrera per la Repubblica
Un predestinato, paladino della Gran Bretagna multiculturale e un po’ favola di Bollywood. Ready for Rishi? Siete pronti per Rishi Sunak?, come da suo slogan durante la campagna delle “primarie” tory perse solo 7 settimane fa contro la poi disastrosa Liz Truss? Eppure, Sunak, primo leader di colore del Regno Unito e il più giovane della storia moderna del Paese, aveva predetto il flagello della predecessora a Downing Street: «Abbassare le tasse ora è un grave azzardo: gli interessi saliranno alle stelle, le famiglie ne pagheranno le conseguenze». Come dargli torto? E così Rishi Sunak, 42 anni, ex ministro delle Finanze, ex Goldman Sachs e da ieri il premier più ricco della storia con 900 milioni di euro di patrimonio (oltre il doppio di re Carlo III), ce l’ha fatta ad entrare a Downing Street. È il terzo leader in tre mesi a “Number 10”, metà della base tory non lo ama perché lo considera il “Bruto accoltellatore di Boris” e con Johnson avrebbe perso al ballottaggio tra gli iscritti conservatori se solo l’ex primo ministro non si fosse ritirato dalla corsa. Ma Sunak è l’unico che può salvare il Regno Unito dalla deriva finanziaria post Brexit. Del resto, ha già tenuto a galla l’economia britannica durante il Covid con un pacchetto mostruoso di 400 miliardi ispirandosi al whatever it takes di Mario Draghi. I mercati ci credono: la sterlina risale, gli interessi scendono.
Fiducia cieca. Il paradosso è che Sunak, sorriso scintillante, thatcheriano e brexiter della prima ora, da giorni non parla in pubblico, a parte il misero discorso di 86 secondi ieri in cui è apparso robotico, ribadendo che lavorerà «giorno e notte» per il Paese. Come? Nessuno lo sa. Di certo, Truss gli ha lasciato un buco da 40 miliardi. Toccherà tagliare e scendere a dolorosi compromessi. «Saranno tempi difficili», avverte “l’uomo di Davos”, come lo bolla chi non lo sopporta.
Sunak, detto anche il “Marajah dello Yorkshire” dove ha il seggio, induista praticante eletto proprio nel primo giorno della festa religiosa “Diwali”, è inglese, di Southampton, ma i genitori sono immigrati indiani, del Punjab. Papà Yashvir medico, la madre Usha titolare di una farmacia. Una famiglia piùche benestante, come diceva lui stesso, da bambino, in un vecchio documentario Bbc ora riemerso: «Ho amici aristocratici, altri delle classi alte, e anche di famiglie operaie… anzi, no, quelle no». I genitori hanno fatto «ogni sacrificio» per lui, come iscriverlo alla più antica scuola privata Winchester College, poi la laurea in filosofia, politica ed economia a Oxford e un master in business administration a Stanford, grazie a una borsa di studio Fulbright.
Proprio nella celebre università americana, Sunak conosce la sua futura moglie Akshata Murty. È lasliding door : 42 anni come lui, fashion designer e figlia del miliardario indiano N.R. Narayana Murthy, fondatore del colosso informatico Infosys. Si sposano nell’agosto 2009, due figli. Prima di buttarsi in politica e diventare cancelliere dello Scacchiere di Johnson, il brillante Rishi lavora per quasi quattro anni a Goldman Sachs, e poi per ricchissimi hedge fund.
Ma la miliardaria Akshata per poco non ha affossato la carriera di Sunak lo scorso aprile: la “First Lady” non ha pagato le tasse per anni nel Regno Unito sfruttando la controversa auto-definizione dinon-dom , “non domiciliata” oltremanica, anche se da un decennio vive a Londra, mentre il marito le alzava ai cittadini britannici. Non solo: durante lo stesso scandalo, si è scoperto come Sunak avesse richiesto una “Green Card” per magari trasferirsi negli Stati Uniti, dove possiede una magione a Santa Monica.
Almeno, i conservatori possono vantarsi di aver espresso tre prime ministre donne e il primo non bianco a Downing Street, a differenza del Labour “difensore delle minoranze”. Detto ciò, il paperone Sunak avrà una montagna da scalare: la crisi economica, le bollette alle stelle, un Paese sempre più smarrito e instabile, le aree “bianche” dell’Inghilterra del Nord che non lo amano, un terzo del partito che lo detesta per il regicidio di Johnson, il Labour avanti di oltre 30 punti nei sondaggi a due anni da elezioni esistenziali per il partito conservatore, come ha detto lui stesso ieri, il guaio Irlanda del Nord, il rapporto con l’Ue. Siete pronti per Rishi? O meglio, sei pronto, Rishi?