il Fatto Quotidiano, 25 ottobre 2022
Guido Crosetto e Leonardo. Tutte le carte
Guido Crosetto è un omone alto 1 metro e 96 centimetri. Eppure da un decennio passa con agilità dalle porte girevoli tra privato e pubblico, politica e imprese, tra ministero della difesa e consulenza o lobby.
Il suo rapporto con Leonardo, 14 miliardi di fatturato, quotata e partecipata dal Ministero dell’Economia, merita un approfondimento. Già nella veste di sottosegretario alla difesa e deputato di FI nel governo Berlusconi (2008-2011) l’imprenditore piemontese aveva un ottimo rapporto con i vertici. Poi è diventato nel 2014 senior advisor di Leonardo e presidente dell’associazione Aiad, rappresentativa delle imprese della difesa, di cui Leonardo è la più importante. Nel 2020 è diventato presidente di Osn, società di Fincantieri e Leonardo che si occupa di navi militari e nel 2021 ha fondato con moglie e figlio la Csc & Partners Srl che ha nel suo oggetto la lobby e la consulenza. Ora, dopo essersi dimesso da tutto e aver annunciato la liquidazione delle sue società, torna a occuparsi della difesa come ministro.
Nelle carte delle vecchie inchieste su Finmeccanica (poi denominata Leonardo dal 2016) Crosetto è citato in un paio di verbali di testimonianza e in conversazioni intercettate dei manager. Se c’era da stringere un accordo con il Brasile utile per poi vendere le navi italiane, se c’era da stoppare un emendamento o un taglio al bilancio che ostacolava gli investimenti nella difesa, era il sottosegretario Crosetto l’uomo con il quale il vertice del gruppo interloquiva.
Fatta la premessa doverosa che sono rapporti leciti e istituzionali, che Crosetto non è mai stato indagato e che nel settore è considerato un galantuomo, resta comunque interessante rileggere quelle carte. Il Gip di Napoli Francesco De Falco Giannone nel 2014 in un’ordinanza relativa all’indagine sul sistema di tracciamento dei rifiuti Sistri, scrive: “In merito alle attività svolte da Viasat (società di Venaria Reale, vicino a Torino, che aveva ottenuto una commessa per fornire le scatole nere per il tracciamento dei rifiuti al gruppo Finmeccanica per 10 milioni di euro, Ndr) vengono in rilievo anche le dichiarazioni rese in data 3 ottobre 2012 da Borgogni Lorenzo (allora direttore relazioni istituzionali Finmeccanica, Ndr) secondo il quale la scelta dell’affidamento a Viasat della realizzazione delle black-box fu fortemente sostenuta dal direttore generale di Finmeccanica Giorgio Zappa, sollecitato anche dall’allora sottosegretario di Stato alla Difesa, Guido Crosetto. Dichiarazioni, peraltro, confermate – prosegue il giudice – da Zappa Giorgio il 9 ottobre 2012 allorquando, dopo avere premesso di non sapere come era stato individuato Viasat come fornitore nel settore satellitare, ricordava che gliene aveva parlato il sottosegretario pro-tempore alla difesa Guido Crosetto ‘il quale mi rappresentò che si trattava di una ditta affidabile e che poteva essere inserita nell’albo dei fornitori del Gruppo, previa verifica aziendale’. Dell’interessamento del sottosegretario Guido Crosetto – prosegue il giudice – per sostenere le ragioni di Viasat presso Giorgio Zappa e presso lo stesso Guarguaglini (Ad di Finmeccanica allora, Ndr) vi è traccia anche nelle conversazioni telefoniche intercettate nel corso delle indagini tra Stornelli Sabatino (ex manager del gruppo Finmeccanica, Ndr) e Petrone Domenico (registrazioni n. 5963 del 30 giugno 2010, n. 6037 e 6054 del 2 luglio 2010)”. Il Sistri sarà ricordato come un grande flop. Il gruppo Viasat ottenne lecitamente la commessa da 10 milioni e 139 mila euro e non fu coinvolto nell’indagine. Se davvero Crosetto, da sottosegretario, ha segnalato la società piemontese a Finmeccanica non ha commesso nessun illecito però potrebbe essere un precedente da ricordare ora che è ministro. Fonti vicine al ministro fanno sapere che “Crosetto conosce Viasat ma non ricorda di aver parlato con i manager Finmeccanica di questo e pensa di non averlo fatto. Nessuno gli ha mai chiesto nulla su questa storia di molti anni fa, evidentemente perché irrilevante. Comunque non ha mai avuto rapporti di consulenza o lavoro con il gruppo Viasat”.
Negli atti di altre indagini delle Procure di Roma e Napoli ci sono sintesi di telefonate intercettate sull’utenza dell’allora Ad di Finmeccanica, Pierfrancesco Guarguaglini che parla con Crosetto, mai indagato. Per esempio il 21 aprile 2010 Crosetto parla con Guarguaglini dell’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti che, nella manovra finanziaria, voleva rendere più facile il taglio alle spese dell’investimento sulla difesa. Crosetto si ripromette di chiamare il Governatore del Piemonte di allora, Roberto Cota per far presente i riflessi negativi del possibile taglio sullo stabilimento che produce gli aerei F35, vicino Novara, terra di Cota. Poi a giugno 2010 Guarguaglini chiama Crosetto per lanciare l’allarme su un emendamento che renderebbe più difficile per lo Stato l’investimento nella difesa e Crosetto dice che ne ha parlato con Gasparri per farlo bocciare. Per fonti vicine a Crosetto consultate dal Fatto “Stiamo parlando di investimenti generali su tutta la difesa del Bilancio dello Stato. Non parliamo di fondi per Finmeccanica. Tutti i ministri e i sottosegretari alla difesa difendono il loro bilancio”.
Nelle indagini finiscono anche le telefonate di Crosetto che aggiorna Guarguaglini sull’accordo di secondo livello tra ministeri della difesa di Italia e Brasile. Il ministro di allora, Ignazio La Russa, era contrario per la mancata estradizione del terrorista rosso Cesare Battisti. Dalle telefonate del manager Guarguaglini si comprende che sono intervenuti personalmente Berlusconi e Gianni Letta su La Russa e alla fine il ministro ha ceduto dando la delega al sottosegretario Crosetto per la firma dell’accordo. Avrebbe dovuto propiziare poi la vendita delle navi militari di produzione italiana ai brasiliani ma l’affare salterà comunque per altre ragioni.
Crosetto nel 2013 non viene rieletto e, come già detto, nel 2014 diventa senior advisor di Leonardo e presidente del- l’Aiad. Nel 2020 è nominato presidente della Osn, Orizzonte Sistemi Navali, controllata da Fincantieri (51%) e Leonardo (49%), joint venture che si occupa della costruzione di 10 fregate per la Marina Militare italiana e, sul mercato internazionale, della costruzione di unità anfibie e cacciamine.
Crosetto si potrebbe occupare da ministro (come quando era sottosegretario nel 2010) delle questioni che riguardano le stesse navi militari di interesse della società Osn di Fincantieri e Leonardo della quale era presidente fino a pochi giorni fa. Siamo di fronte a un caso imbarazzante di porte girevoli? Fonti vicine al ministro negano: “In Brasile era andato a firmare nel 2010 l’atto generale di accordo all’interno di un rapporto tra Stati. Non c’entra nulla con la nomina in Orizzonte, che è del 2020, né con il ruolo di senior advisor in Leonardo del 2014. I manager di Leonardo-Finmeccanica erano cambiati. Comunque Crosetto considera un dovere dei vertici politici parlare con i vertici delle aziende di Stato della Difesa e aiutarle a vendere i loro prodotti all’estero”. Sarebbe giusto che dichiarasse clienti e importi ricevuti per le sue consulenze e i suoi incarichi passati? A chi gli chiede quanto ha ricevuto da Leonardo o altre società, lui ribatte: “Sono affari miei. Mi sono dimesso da tutto, liquiderò le mie società di famiglia e ci perdo un sacco di soldi. Non basta?”.