il Fatto Quotidiano, 25 ottobre 2022
Le sabbie d’oro della Santanché
“Madre, Imprenditore, Senatore con Fratelli d’Italia”: le maiuscole del suo profilo Twitter dicono tutto sulla sua autostima. È stata appena nominata ministro del Turismo. Lei è Daniela Garnero Santanchè (il cognome del primo marito, chirurgo estetico), cinque volte in Parlamento come deputata e senatrice tra An, PdL, FI e Fratelli d’Italia dopo deviazioni nella Destra e Movimento per l’Italia, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel quarto governo Berlusconi dal 4 marzo 2010 al drammatico Götterdämmerung del 16 novembre 2011 sotto i colpi dello spread. Passioni per le memorabilia nere (“Sul comodino ho una bellissima testa del duce in legno, che mi hanno regalato. Non me ne vergogno”) e per le polemiche di fuoco in tv contro il reddito di cittadinanza. Ma se la carriera politica decolla, quella imprenditoriale barcolla. Dopo l’avventura nel Billionaire a Porto Cervo con il “caro amico” Flavio Tribüla Briatore, con il quale condivide origini cuneesi e business del beach bar Twiga di Forte dei Marmi, “Dani” fa tanti affari ma (all’apparenza) pochi utili, tra aziende con bilanci in rosso, revisori che non si esprimono sui loro conti e guai con Fisco e ispettorato del lavoro. Su tutto pende il rischio di megaconflitto d’interessi sull’attività balneare.
Secondo la biografia ufficiale, dopo la laurea in Scienze politiche dagli anni ’90 Santanchè si occupa di pubbliche relazioni ed eventi con la società Dani Comunicazione. Nel 2007 fonda la concessionaria Visibilia che raccoglie pubblicità per Libero, Il Riformista e Il Giornale diretto dal suo ex compagno Alessandro Sallusti, ora a capo del quotidiano di Angelucci. Nel 2014 edita Ciak, Villegiardini e Pc Professionale, nel 2015 Novella 2000 e Visto. Con l’ex compagno Canio Mazzaro, con il quale ha avuto il figlio Lorenzo, acquista la società alimentare Ki Group e quella di design Unopiù.
Sin qui l’agiografia, ma il cursus honorum ha vaste omissioni. Dopo aver licenziato ad agosto 2017 tutti i 14 dipendenti di Visto e Novella2000, testate acquisite da Rcs, Visibilia Magazine è stata liquidata: sorte seguita anche da Dani Comunicazione e Albatross Srl. Nel 2020 Visibilia Srl (in liquidazione) ha segnato un “rosso” di 3,36 milioni, D1 Partecipazioni (in liquidazione) di 33 mila. Il 2021 per Visibilia Concessionaria si è chiuso in perdita di 149 mila euro, per Immobiliare Dani di 4.900. Sul bilancio 2021 di liquidazione di Visibilia Editore i revisori di Bdo non sono stati in grado di esprimersi. Il 20 giugno scorso la società, su richiesta da Consob, ha confermato i suoi conti, ma i nuovi revisori di Rsm non si sono espressi nemmeno sulla semestrale chiusa con 600 mila euro di perdita e debiti netti per 3,9 milioni, mentre a giugno alcuni azionisti hanno sporto ricorso civile al Tribunale di Milano per presunte “gravi irregolarità” di gestione. Santanchè è stata amministratore dal 2019 al 4 marzo scorso di Bioera – società quotata all’Aim, gestita da Canio Mazzaro che nel 2013 aveva comprato per 900mila euro il 40% di Visibilia – e dal 2019 sino al 2020 anche di Ki Group: i revisori di Rsm non sono stati in grado di esprimersi né sui conti 2021 e la semestrale 2022 di Bioera né su quelli 2021 di Ki Group, che negli ultimi mesi ha ridotto i dipendenti da una sessantina a 7 tra uscite volontarie, licenziamenti e ingiunzioni per il pagamento di stipendi, contributi e Tfr. Su Biofood Italia Srl, altra società che legava Mazzaro e Santanchè, la Procura di Milano ipotizza una frode fiscale da 393 mila euro nella compravendita di uno yacht. A fine settembre i pm hanno chiesto l’archiviazione per la neoministra, ma non per l’ex compagno Mazzaro: benché presidente e rappresentante legale, “Dani” non aveva ruoli operativi, dunque poteva non sapere delle sue questioni fiscali.
Resta il Twiga, amministrato da Dimitri Kunz “principe D’Asburgo”, attuale compagno della Santanchè. Il bilancio 2021 segna ricavi per 6,24 milioni (a fronte di una concessione demaniale pagata solo 20 mila euro) e un utile di 435.151 euro. Ma anche debiti per 4,17 milioni, dei quali 1,05 tributari e previdenziali e 1,37 con le banche (con Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana ed Mps per un prestito del 2020 con scadenza 2028). Dalla relazione emerge una sanzione dell’Ispettorato del lavoro per 68.043 euro “impugnata nelle sedi opportune”: l’azienda ha 180 dipendenti cui applica i contratti del turismo/pubblici esercizi per chi lavora in discoteca e ristorante e quello turismo/stabilimenti balneari per gli addetti al bagno. A giugno 2021 l’Agenzia delle Entrate ha notificato alla società due ingiunzioni di pagamento contestando il ritardato pagamento di due rate dei piani di ammortamento relativi alla verifica fiscale fino al periodo di imposta 2015. La società ha fatto “tempestivo ricorso in autotutela alla Commissione Tributaria in parte accolto con una riduzione dell’importo richiesto di 101.955 euro”. C’è anche un accertamento sull’imposta di registro applicata, per un maggior tributo di 23.897 euro.
Ma c’è soprattutto il rischio di megaconflitto d’interesse della neoministro sul business balneare: il dicastero del Turismo dovrà predisporre le nuove, fondamentali gare per tutto il settore in attuazione del Ddl concorrenza. Il Twiga ribatte che la “dottoressa Garnero Santanchè non ha nessun incarico e ruolo nella società ed è socio indiretto di minoranza”. Ma in un’inervista di fuoco a Verità & Affari del 20 agosto scorso, intitolata “Draghi ha svenduto i lidi all’Ue, per noi viene prima l’Italia”, in campagna elettorale la Santanchè affermava che “il Twiga non è un divertimento ma un impegno molto serio e totale, sono vent’anni che non faccio vacanze. I bandi 2023 sugli stabilimenti balneari approvati dagli ultimi governi mettono a rischio molte famiglie”. Forse Meloni risolverà tutto togliendo la delega sulle concessioni balneari a “Dani” per darla al nuovo ministro del Mare. Sarebbe l’ennesimo equilibrismo per la neoministro “Tribüla” in sedicesimo.