ItaliaOggi, 25 ottobre 2022
Periscopio
Molte circostanze storiche [dei tempi] di Platone rispecchiano le nostre. Una pandemia furiosa. Guerre che si estendono per decenni. Tensioni etniche e di classe in ebollizione. L’ascesa di potenze straniere e di demagoghi spietati alla testa di movimenti populisti. Calo di fiducia nella nostra civiltà. [Ma] Platone non ha scritto La Repubblica per noi, e certo non immaginava che gli studenti di filosofia avrebbero sudato sul suo libro ancora nel suo 24esimo centenario. Platone ha scritto La Repubblica per salvare il suo mondo. E non ci è riuscito. Jonathan Gottschall, Il lato oscuro delle storie.
Zelensky respinge le affermazioni di Mosca secondo cui Kiev sta preparando provocazioni con l’uso di una «bomba sporca», come suggerito dal ministro della Difesa russo durante le telefonate con le controparti NATO: «Se la Russia chiama e dice che l’Ucraina sta preparando qualcosa, significa una cosa: la Russia ha già preparato tutto questo e il mondo dovrebbe reagire il più duramente possibile». repubblica.it
Maxar Technologies ha fatto circolare le foto satellitari della cosiddetta Linea Wagner, che prende il nome dal gruppo di mercenari russi Wagner: una fortificazione nella regione di Lugansk che dovrebbe fermare i carri armati ucraini se provassero a sfondare verso Est. (…) Secondo i media russi la Linea Wagner dovrebbe essere lunga duecento chilometri, ma per ora è lunga appena un chilometro e 600 metri. Daniele Raineri, la Repubblica.
Gli ucraini avanzano nel Kherson, spazzano via i ponti e le chiatte sul Dnepr, le loro unità sparano dal settore occidentale di Mykolaiev. Kiev per il momento tace: la stessa strategia del silenzio scelta al momento delle grandi avanzate di settembre nel Donbass. Lorenzo Cremonesi, CorSera.
Un gruppo [hacker] che si fa chiamare Black Reward ha lanciato venerdì un ultimatum di 24 ore alle autorità iraniane invitandole a rilasciare tutti i «prigionieri politici, i prigionieri di coscienza e le persone arrestate durante le recenti proteste» [pena la diffusione] di documenti relativi al programma nucleare. Scaduto l’ultimatum, è stato diffuso sui social (…) un breve video che mostra un sito nucleare iraniano, oltre a mappe e buste paga. lastampa.it
Salman Rushdie, che due mesi fa era stato aggredito a Chautauqua, nello stato di New York, ha perso la vista da un occhio e l’uso d’una mano. CorSera.
[Pechino]. Seduto alla sinistra di Xi Jinping, Hu Jintao viene avvicinato da un commesso che prova a sollevarlo di peso. Disorientato e contrariato, il 79enne ex leader (…) è portato fuori di peso da due persone. Prima di lasciare la sala scambia parole indecifrabili col presidente, che annuisce col capo e accenna un mezzo sorriso. Mentre se ne va, Hu Jintao dà una pacca sulla spalla al premier Li, suo protetto. Modolo e Scaramuzzi, la Repubblica.
Xi Jinping è ancora imperatore: spazzata via la vecchia guardia. Titolo del Fatto.
Spazzano via anche me, Calimero di Maio, solo perché sono inetto e superfluo, ma «il Presidente Ping» rimane. Non è giusto, però. Dal Web.
C’è chi apprezza e difende la libertà economica, d’impresa, ma è tiepido, quando non del tutto indifferente, riguardo a certe libertà politiche e civili. Salvo dolersi – [come Berlusconi] – e rivendicare quelle libertà se personalmente danneggiato dall’azione di qualche magistrato. (…) Ciò che vale per Berlusconi vale anche per un’ampia parte della sinistra: in questo caso, grandi inchini nei confronti delle libertà politiche e civili (salvo tacere di fronte alle invasioni di campo di questo o quel magistrato) e indifferenza, quando non aperta ostilità, nei confronti della libertà d’impresa. Angelo Panebianco, CorSera.
Suona anche per la sinistra questa campanella passata dalle mani di Mario Draghi a quelle di Giorgia Meloni, che iniziò a fare politica trent’anni fa quando l’altro era già direttore del Tesoro, e ora approda dove, in questo trentennio, nessun leader di partito della sinistra è mai arrivato per via popolare. Soltanto Prodi, ma era un Papa straniero. Alessandro De Angelis, La Stampa.
Arrivano i mostri. Titolo del Manifesto.
SI – PUÒ – FARE! Gene Wilder, Frankenstein Junior.
Un fascistone addomesticato al Senato, un tradizionalista cattolico alla Camera, un hobbit di ultimissima generazione, e donna, a Palazzo Chigi. Ma non c’è pathos. Giuliano Ferrara, il Foglio.
[Salvini e il Cavaliere:] Giorgia Meloni li ha voluti allacciare al governo facendoli di fatto entrambi vicepremier (Berlusconi lo diventa per interposto Antonio Tajani). Entrambi responsabilizzati. La pacchia è finita, dovrete essere leali alla «sottoscritta». Lo sarete? Bastava guardarli al Quirinale, quei due: come no. Salvatore Merlo, il Foglio.
Le posizioni di Salvini sulle sanzioni e di Berlusconi su Putin e Zelensky sono [una chiara] defezione rispetto alle misure decise dal governo Draghi, e votate anche da Lega e Forza Italia (…) per opportunismo mimetico. Con Berlusconi fatto passare per matto dai collaboratori più stretti, mentre invece è evidente che il suo legame personale con Putin nei momenti decisivi diventa per varie ragioni un vincolo; e con Salvini obbligato a un ruolo gregario di replicante della propaganda di Mosca per la servitù politica imposta da oscuri affidamenti reciproci scambiati nella penombra del Metropol, e mai spiegati. Maurizio Molinari, la Repubblica.
Non conta con quanta onestà l’uomo che avete eletto prometterà di dividere la torta. Questa non crescerà di dimensioni. Iosif Brodskij, Discorso allo stadio.
A scuola meglio tornare a classi separate. [Femmine da una parte, maschi dall’altra:] la divisione aiuta a non distrarsi e a coltivare amicizie fra adolescenti. Silvana De Mari, La Verità.
E viaggiare separati in treno? Anche il burqa aiuta a non distrarsi. Dal web.
È triste avere senza essere, ma com’è difficile essere senza avere. Roberto Gervaso.