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 2022  ottobre 25 Martedì calendario

I tedeschi amano il caffè

Der Spiegel è sempre stato poco tenero con gli italiani, a volte con qualche ragione. Ma l’ultima copertina non la dedica al nuovo governo, al ritorno dell’Italia al fascismo a un secolo esatto dalla marcia su Roma. Die Bananeninsel, l’isola delle banane, è il titolo di copertina dedicato alla Gran Bretagna, con il Big Ben tramutato in una banana pencolante come la Torre di Pisa. La premier che ha regnato sei settimane, Liz Truss, ha fatto in tempo a minacciare l’uso della bomba atomica.
Per sapere che cosa potrà avvenire in Italia, la rivista di Amburgo non ha intervistato Enrico Letta o Salvini, la Meloni o Matteo Renzi. Ha spedito i suoi giornalisti a parlare con Giuseppe Lavazza, 57 anni. Meglio un imprenditore che un politico romano. L’Italia non è solo il paese della pizza e degli spaghetti, anche del caffè (e di prodotti industriali d’avanguardia). Il nome Lavazza è conosciuto da ogni tedesco. In Germania si beve caffè quanto o più di noi. E il loro caffè filtrato, che gustano in tazze ampie come quelle del tè, non è male, ha un sapore pieno e vellutato perché i chicchi vengono tostati poco.
Comincio dalla fine della conservazione, che non tocca un tema leggero come sembra, tanto che Der Spiegel lo ricorda nel sommario. Perché nessuno in Italia chiede un cappuccino dopo le dieci di mattina? E gli italiani si fanno beffe dei tedeschi che lo bevono dopo cena? È una domanda importante per spiegare i rapporti inquinati da pregiudizi. Un problema d’abitudine, ha risposto Lavazza, ma ognuno è libero di avere i suoi gusti, i tedeschi bevano un cappuccino quando pare a loro senza sentirsi in colpa. È una lezione di tolleranza, mentre si paventa il fascismo, e in Italia si proclamano scelte sovraniste perfino a tavola. Il termine è volutamente scelto male, però io non mi sento un fan di Mussolini perché evito di comprare a Berlino noci che provengono dal Texas. Quelle italiane le trovo di rado, compro comunque noci europee, magari francesi.
I giornalisti scesi da Amburgo hanno ancora una domanda finale. Perché in Italia nessuno chiede un espresso? Basta dire caffè, ha risposto Lavazza. Gli italiani concepiscono solo la tazzina. A Berlino, se chiedo un caffè, con una sola effe, mi giunge il caffè tedesco, a meno di non chiedere un espresso, che quasi sempre preparano bene, e conoscono le varianti all’italiana, ristretto lungo o macchiato. È più facile ottenere un cappuccino preparato come si deve in Germania che a Trastevere, dove spesso servono solo schiuma o una sorta di caffè e latte tiepido. Perché nei bar, per risparmiare, impiegano giovani immigrati, mal pagati, e senza dar loro il tempo di impratichirsi.
I colleghi tedeschi riconoscono che con Draghi l’Italia andava meglio della Germania. Cosa accadrà domani? Lavazza è abbastanza ottimista, il nostro paese è ancorato alla Ue, non ci sarà una deriva pericolosa. E ha spiegato le sue difficoltà di imprenditore tra pandemia e guerra in Ucraina. Lavazza si è ritirata da un mercato vantaggioso come quello russo, e anche da Kiev, il costo del caffè è raddoppiato, quello dei trasporti triplicato, e l’energia per la tostatura costa quattro volte di più. I costi complessivi saliranno a 350 milioni di euro, quanto il fatturato del 2021. Ma i tedeschi continueranno a gustare il suo caffè. Il sovranismo non fa bene ai commerci.
I tedeschi comprano Lavazza o Illy. La Germania è sotto accusa nella Ue, colpevole di egoismo. Il cancelliere Scholz è volato a Pechino, mentre si mette in guardia contro la Cina che non rispetta i diritti umani. E forse permetterà ai cinesi di controllare il 35% di uno dei quattro terminali per container nel porto di Amburgo. Non sarebbe peggio se i cinesi troncassero i rapporti con il porto anseatico dirottando gli scambi su Rotterdam? si è chiesta la Süddeutsche Zeitung. I tedeschi non boicotteranno il cappuccino perché l’Italia va a destra. Lo bevano pure a mezzanotte, però consiglio ai miei amici berlinesi di non mischiarlo alla grappa di cui sono grandi consumatori.