La Stampa, 24 ottobre 2022
Alessandro Cattelan e Matteo B. Bianchi fondano una casa editrice
Secondo l’editore, i libri non cambiano la vita. Secondo il direttore editoriale, invece, sì: eccome. L’editore è Alessandro Cattelan, Ale, conduttore televisivo; il direttore è Matteo B. Bianchi, Bibi, scrittore. Insieme, hanno dato vita ad Accento, una piccola casa editrice indipendente, che pubblicherà solo esordienti e recuperi, cioè autori dimenticati o mai pubblicati in Italia. L’idea è semplice, molto chiara: sostenere le voci nuove. In squadra con loro, Eleonora Daiel, caporedattrice, 26 anni.
Il 26 ottobre arrivano il libreria i primi tre titoli: Senza respiro, di Raffaella Mottana, 28 anni, esordiente; Tutto ciò che poteva rompersi, di David Valentini, 35 anni; Manuale di caccia e pesca per ragazze, di Melissa Bank, che è stato uno dei casi editoriali degli anni Novanta e poi, però, è «inspiegabilmente sparito». Ci sarà anche una collana di saggistica: niente di accademico, divulgazione informale, loro dicono «pop».
L’editoria indipendente, in Italia, contribuisce in modo significativo a fare della produzione libraria l’industria culturale più fruttuosa del Paese e la quarta d’Europa (con 5.200 case editrici, 5.000 librerie, 3,4 miliardi di fatturato). E, soprattutto, ha una qualità sempre più alta. Un esempio su tutti: è stato un piccolo editore indipendente, L’Orma, a portare in Italia, molti anni fa, i libri di Annie Ernaux, Nobel per la Letteratura di quest’anno. Niente di tutto questo, però, facilita la vita di una casa editrice: aprirne una è, come è sempre stato, un grosso rischio.
Chi ve lo ha fatto fare?
Cattelan: «Da un po’ di tempo desideravo fare qualcosa per gli altri. Diventare quarantenne mi ha messo difronte alla consapevolezza di aver lavorato, finora, solo per me stesso. E poi volevo correre un rischio».
Il rischio di?
C: «Di tirare fuori tutto quello che sono, di dire tutto quello in cui credo».
E di farlo da vivo.
C: «Da vivo. Anche se solo da morti si guadagna il privilegio della totale sincerità. Oppure con uno spettacolo teatrale sulla propria morte (Salutava sempre lo show live con il quale Cattelan debutta a teatro il prossimo 26 novembre ad Alessandria per poi proseguire in tutta Italia, ndr)».
Che c’entra la sincerità con i libri?
C:«Io li scelgo, non li scrivo. La sincerità sta in quella scelta: stringo un patto di fiducia con i lettori e lavoro per non tradirlo».
Perché un lettore dovrebbe fidarsi delle scelte di Alessandro Cattelan?
C:«Perché sono un lettore anch’io. E l’idea di questa casa editrice è nata su Instagram: un paio di anni fa, ho cominciato a pubblicare sul mio profilo delle mini recensioni, ho visto che le persone interagivano e allora ne ho fatto una rubrica, le recensioni veloci dei libri. Ha avuto un riscontro che mi ha stupito e mi ha fatto capire che i lettori sono pochi ma molto appassionati, esigenti, curiosi, preparatissimi. Ho ricevuto più di quello che ho dato, si è creata una mutualità tra me e la mia community. Io raccontavo un libro per farlo scoprire e, in cambio, me ne venivano raccontati altri dieci, altri venti».
Perché TikTok riesce a dare un destino ai libri?
C: «Perché a chiunque intriga più una segnalazione veloce e divertente di qualcuno di cui si fida, che leggere una lunga recensione».
Quindi gli influencer sono la sola speranza?
C: «Non direi. So che un social mi ha dato l’idea di fondare una casa editrice. Allora ho chiamato Bibi, gli ho detto che forse era arrivato il momento di farlo».
Reazione?
Bianchi: «Era la telefonata che aspettavo da tutta la vita, perché da tutta la vita faccio, da solo, quello che Ale adesso vuole fare con una piccola squadra: aiutare gli esordienti».
Che ora sono di gran moda, quasi un genere.
B: «In realtà, mi sembra che ci sia una caccia ai giovanissimi. Ma si esordisce a qualsiasi età».
C: «All’inizio eravamo - soprattutto io – condizionati dal gran parlare che si fa di sostegno ai giovani e che, in verità, è una retorica paternalistica piuttosto ipocrita. Essere giovani, d’altronde, non significa avere talento: significa solo essere giovani. Allora, abbiamo deciso che pubblicheremo libri di giovani e di adulti a cui nessuno ha dato una chance».
E voi gliela date perché?
B: «Se è una domanda sul criterio che adottiamo per selezionare i libri, la risposta è: perché non assomigliano a nient’altro. Io ho ricevuto dodici rifiuti prima di riuscire a pubblicare il mio quinto romanzo, perché tutti gli editori mi dicevano che non apparteneva a un genere, non richiamava niente. Incredibilmente, quello che avrebbe dovuto essere un valore, era un ostacolo».
Quando uno scrittore ha talento?
C: «Quando ti fa pensare che stia cadendo in un cliché e poi, invece, ti sorprende».
B: «Quando stai facendo altro e non pensi che a tornare a leggere il suo libro il prima possibile».
Avete ricevuto libri così?
C: «Anche. E ne abbiamo ricevuti tanti di ragazzi giovanissimi».
E hanno qualcosa in comune?
B: «Niente, ed è questo il fatto più sorprendente».
C: «E poi a me incanta il fatto che degli adolescenti che hanno decine di modi e mezzi di esprimersi, scelgano il più difficile: scrivere una storia».
Quanto dovete a Tondelli?
B: «Io ho cominciato a scrivere grazie a lui. Il prossimo progetto, dopo le prime tre uscite, è una raccolta di racconti di under 25. Chiaramente, è un omaggio a quello che fece lui e alla sua grande lezione: per capire i ragazzi, bisogna leggere cosa scrivono».
Per capire il mondo bisogna leggere i ragazzi?
C: «Non sono sicuro di leggere per capire. Leggo perché amo farlo, e l’ho coperto tardi: a scuola me lo hanno fatto odiare».
Avete pensato a creare nuovi lettori?
Cattelan: «È un’ambizione che una piccola casa editrice non può porsi nemmeno insieme ad altre. I lettori li deve formare la scuola: noi abbiamo il dovere di pubblicare libri non tradiscano quei lettori».
Non avete paura?
C: «In verità, siamo stupiti da come stia andando tutto bene. Se andrà male, pazienza. All’inizio andremo in perdita, lo abbiamo messo in conto. Per ora, l’interesse e il riscontro sono promettenti».
Come comunicherete i libri?
Bianchi: «È chiaro che il canale Instagram di Ale farà la differenza».
Vi state divertendo?
C: «Enormemente. E mai nella vita avrei detto che avrei comprato un pos, invece mi è arrivato ieri per posta. Lo inaugureremo alla fiera di Più Libri più Liberi, a Roma, a dicembre».
Perché un esordiente dovrebbe mandarvi il suo manoscritto?
C:«Perché noi abbiamo degli adesivi magnifici, e un merchandising davvero cool».
Sia serio, ora è un editore.
C: «Giusto. Comprerò dei pantaloni di velluto a coste».