la Repubblica, 24 ottobre 2022
In farmacia introvabili 3mila medicine
«Non ce l’ho e dai distributori non lo trovo, provi a ripassare». Ma anche: «Per qualche tempo non arriverà, prenda un prodotto che ha la stessa efficacia». In farmacia frasi come queste, una volta assai rare, sono sempre più diffuse. Un mix tra crisi, che rende costoso anche materiale per il confezionamento, e Covid, che aumenta la richiesta per certi prodotti, sta facendo crescere in modo preoccupante il numero di medicinali carenti, che non si ottengono subito o che appunto vanno sostituiti. «Parliamo di antipertensivi, diuretici, neurolettici, antidepressivi e perfino antiepilettici», spiega Crescenzo Cinquegrana, di Guacci spa, il primo grossista della Campania, che lavora anche nel Lazio.La lettera: “Siamo in difficoltà”
È di un paio di giorni fa una preoccupante lettera di Federfarma Napoli: «Accanto ai “mancanti” ormai cronici si lamenta una continua difficoltà nell’approvvigionamento di numerosi farmaci, tanto tra quelli “salvavita” che tra quelli di uso comune. Una carenza allarmante e particolarmente evidente soprattutto tra i farmaci ad uso pediatrico». I medicinali «arrivano a singhiozzo e in minimi quantitativi». La distribuzione delle medicine funziona allo stesso modo in tutta Italia. Ovunque la situazione è come in Campania. «Una delle poche cose rimaste omogenee nella sanità è la disponibilità dei farmaci — conferma Marco Cossolo, che guida Federfarma — È vero, c’è discontinuità nella disponibilità. Le cause sono più d’una: costi produttivi, delle materie prime, di consegna».
Le carenze secondo Aifa
L’Agenzia del farmaco (Aifa), aggiorna costantemente l’elenco dei medicinali che mancano. Come ha spiegato tre settimane fa uno dei suoi dirigenti di lungo corso, Domenico Di Giorgio, «il numero di carenze di farmaci sta aumentando: tra giugno 2021 e oggi, siamo passati da 2.500 a quasi 3.000». Venerdì scorso si è saliti a 3.089. Carente non vuol dire insostituibile. Nella gran parte dei casi si trova un generico, o un dosaggio o forma farmaceutica diversa (ad esempio in polvere anziché in compresse) oppure un’altra molecola con gli stessi effetti. Ci sono medicine che però vanno comprate all’estero, su autorizzazione Aifa. Il loro elenco, dice Di Giorgio, «è rimasto sostanzialmente invariato. La percentuale di “critici” tra i carenti è scesa dall’11 al 9.5%». Anche in questo caso, però, il secondo dato è già cresciuto, fino al 10,2%.
Il caso Ibuprofene
Nel tempo sono mancati prodotti come Zoloft (anti depressivo), Bisolvon (anti tosse), Tachipirina sciroppo, solo per fare alcuni esempi. Poi c’è il caso Ibuprofene, che si usa contro il Covid nelle forme meno pesanti. «È carentissimo quello da 600 e da 800», spiega Alessandro Albertini, farmacista a Cuneo e distributore: «Abbiamo avuto problemi anche con il Nurofen bambini, stesso principio attivo, in sciroppo». I dosaggi che non si trovano sono quelli prescrivibili, cioè rimborsati. Nessun problema per Ibuprofene da 200 o da 400 milligrammi. Assumendo più pasticche ci si cura comunque. «Sì, c’è un iper utilizzo di questo medicinale e abbiamo problemi a trovare il principio attivo — dice Gualtiero Pasquarelli, ad di Doc generici — Così per certi dosaggi andiamo in rottura di stock».
“Mancano carta e plastica”
Sul punto si è schierata Farmindustria (il presidente Marcello Cattani ha chiesto più fondi per la spesa farmaceutica, pena il rischio di chiusura di molte aziende) e interviene Enrique Hausermann, presidente dell’associazione delle aziende di generici Egualia: «Abbiamo avvertito Aifa ad aprile. Il problema sono gli aumenti a doppia cifra dei costi di materiali di confezionamento, cioè carta, vetro, plastica e alluminio, oltre che la scarsità di principi attivi. Tra l’altro abbiamo proposto un adeguamento dei prezzi dei farmaci sotto i 5 euro almeno al tasso di inflazione per ridurre in parte alcune difficoltà delle aziende ma Aifa non ha approfondito». E la distribuzione rallenta. «C’è un problema logistico — spiega Cinquegrana — Ora, invece che essere settimanali, le consegne avvengono anche a oltre 3 settimane dall’ordine. Questo causa l’esaurimento delle scorte presso i distributori intermedi e, quindi, la carenza nelle farmacie».