Corriere della Sera, 21 ottobre 2022
Casinò per sostituire i teatri a Times Square
Mercato di cavalli a cielo aperto a fine Ottocento, nel Novecento crocevia e cuore del quartiere dei teatri e dei cinema art déco fino alla decadenza degli anni Settanta e Ottanta quando diventò ricettacolo di teatrini equivoci, prostituzione, spaccio. Times Square è New York, cuore della Midtown di Manhattan e uno dei «brand» più famosi della città. Dagli anni Novanta del secolo scorso è stata trasformata – in nome del business, con la scusa della sicurezza – in meta turistica per famiglie con grandi negozi e catene di ristoranti, e una grande sezione è stata pedonalizzata (attirando varia umanità). Oggi è più sicura, abbastanza anonima, relativamente più pulita. Il caos sordido immortalato in Taxi Driver è poco rimpianto dai newyorchesi (ai quali manca però la New York più creativa e molto meno cara di quei tempi). Ma che Manhattan diventi Las Vegas fa impressione: mancava un casinò, a Times Square, ma le cose potrebbero presto cambiare (come sempre in nome del business).
Ci sono in ballo tre nuove licenze per casinò concesse dallo Stato di New York, e Manhattan è una destinazione da sogno per i gestori di case da gioco: la SL Green Realty Corporation e la società di gioco d’azzardo Caesars Entertainment hanno immediatamente messo gli occhi su Times Square, dove i turisti abbondano e, come avrebbe detto, secondo la leggenda, il genio del circo P.T. Barnum, «di polli da spennare ne nasce uno al minuto». La location è pronta: 1515 Broadway, dove c’è il teatro Minskoff, che attualmente ospita il musical Disney The Lion King.
Gli investitori presentano il progetto come «un’opportunità unica per consolidare ancora una volta Times Square come la più grande area di intrattenimento del mondo»: oltre al casinò lo spazio includerebbe anche ristoranti, un hotel e un centro benessere. Hanno promesso massicci investimenti non ancora resi pubblici nella sicurezza e nelle infrastrutture un po’ traballanti (la fermata del metrò è decisamente fané): così SL Green e Caesars cercano il sostegno delle imprese locali per ottenere la licenza, ma la potente Broadway League – l’associazione che raccoglie i 700 teatri di Broadway – si è opposta. In un’email pubblicata dal New York Times, la Broadway League scrive: «L’aggiunta di un casinò travolgerebbe un’area già congestionata e metterebbe a repentaglio l’intero quartiere la cui esistenza dipende dal successo di Broadway. Broadway è una risorsa fondamentale per il turismo e metterne a rischio la stabilità sarebbe dannoso per tutta la città». La Actors’ equity association, sindacato degli attori teatrali, è invece a favore, sposando la linea del «più sicurezza e più business» sostenuta da SL Green e Caesars, ma il no della Broadway League pare al momento insormontabile.