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 2022  ottobre 19 Mercoledì calendario

Intervista ad Antonella Clerici e Vittorio Garrone

Antonella Clerici e Vittorio Garrone vivono in una casa nel bosco ad Arquata Scrivia, in Piemonte, «fra caprioli, daini, cervi, cinghiali», spiega lui. Però, stasera sono nella casa di Milano, lei è appena uscita dagli studi Rai dove registra È sempre mezzogiorno e scherza: «Questo è l’unico posto in cui possiamo stare da soli: ad Arquata, ci sono tre cani, quattro figli». Tre figli più o meno grandi sono di Vittorio, avuti dal primo matrimonio; una figlia, Maelle, 13 anni, è nata dalla relazione di Antonella con Eddy Martens. «I ragazzi si vedono tanto, hanno un rapporto come tra fratelli, non era scontato», racconta lei. I cani, invece, sono diventati tre perché ad Argo e Pepper si è aggiunta Simba: «La sera, Maelle s’infilava nel nostro letto», spiega Vittorio affettando il salame per l’aperitivo, «dovevo aspettare che si addormentasse per spostarla. Al che, siccome voleva un cucciolo, le ho regalato un piccolo labrador, in cambio della promessa che dormisse con lui». Antonella e Vittorio, 58 anni lei, 56 lui, stanno insieme da sei anni. In teoria, sarebbero una strana coppia: lei star della tv, celebre per i programmi ai fornelli, e prima sul calcio, per le prime serate nazionalpopolari e un Sanremo condotto nel 2010; lui erede della Erg Petroli, per anni imprenditore green in proprio, ora vicepresidente di una Erg «a zero emissioni, leader in Italia nella produzione di energia eolica». Ma anche: lei figlia della provincia, nata e cresciuta a Legnano; lui un’infanzia nei collegi più esclusivi, lontano dalla famiglia, prima per paura delle Brigate rosse, poi dei rapimenti.
Come si incontrano due mondi così distanti?
Vittorio: «Eravamo destinati a non incontrarci mai».
Antonella: «Invece, la dietologa del mio programma, Evelina Flachi, mi dice: ho conosciuto un uomo che sarebbe perfetto per te, ha i tuoi stessi occhi buoni e si è separato da poco».
Vittorio: «Io non guardo tanto la tv, non è che non sapessi che Antonella esisteva, ma prima di incontrarla a Roma con Evelina, un’occhiata su Google l’ho data. Quando è entrata al ristorante, è stato un colpo di luce. Ci siamo messi a parlare e ci siamo dimenticati della nostra amica. Dopo, sono rimasto lì, nel vuoto lasciato dal suo taxi, come un ebete. Sono tornato in albergo e camminavo sulle nuvole. Accadeva sei anni fa, avevo 50 anni, ho pensato: con una donna così affascinante e intelligente non posso usare tattiche, devo essere come sono e speriamo che non mi dica “rimaniamo amici”. Allora, le ho mandato un messaggio. Ci è voluto un po’... Tre mesi di corteggiamento».
Antonella: «Di lettere. Profumate. Me le spediva proprio. Scrive molto bene. Scriveva le sue sensazioni senza aspettarsi una risposta».
Vittorio: «Le ho scritto “tu, per me, sei il tempo senza tempo”».
Antonella: «Mi raccontava di come era fatto lui, mi diceva che potevo prendermi tempo per decidere. Io, però, lo trovavo carino ma non volevo una relazione, uscivo da una storia difficile. Tuttavia, i miei collaboratori notavano che, quando lui chiamava, ridevo tanto. Poi, vado in America per lavoro e mi ritrovo a parlarci a lungo per telefono e, piano piano, a far cadere le barriere».
Vittorio: «Ignorava completamente il fuso orario. Chiamava di notte. Comunque: prima cena a Rapallo, in trattoria; primo bacio a Portofino ed eravamo già paparazzati su Chi».
Antonella: «Non proprio il massimo: siamo grandi, queste sono cose che uno deve dire prima ai figli».
Lei quando si è convinta a lasciarsi andare del tutto?
«Dopo quel primo appuntamento. Poco dopo, suo fratello Edoardo, che è stato vicepresidente di Confindustria, si sposava nella casa di Portofino. Vittorio m’invita, dice: tanto, c’è molta gente. Figurati se nessuno mi notava».
Vittorio: «E dagli occhi dell’amore che avevamo, si sono accorti tutti che non era un’amica».
Com’è che Antonella si è trasferita in campagna?
Vittorio: «Al primo appuntamento le chiesi: ti piace più campagna, montagna o mare? E lei: la campagna la odio. E io, ferito al cuore, e zitto».
Antonella: «Però, per me, la campagna era quella della Brianza in cui andai a 23 anni, col primo marito, un posto da cui volevo scappare. Invece, ora ho scoperto che il contatto con la natura ce l’ho dentro: ora, so riconoscere i fiori, i cambi di stagione, adoro quel verde, quei paesaggi».
Vittorio: «Ad Arquata, ha sentito qualcosa. Probabilmente, ha sentito la mia anima. Dopo un po’ ha detto: lascio Roma e vengo da te. Non me l’aspettavo».
Antonella: «Avevo già maturato la scelta di lasciare la diretta quotidiana. Poi, mi sono accorta che Roma non era la mia città e io avevo 53 anni, ho pensato: che senso ha stare lontani a fare i fidanzatini di Peynet? E sapevo che, se lui fosse venuto a Roma, il rapporto non sarebbe durato».
Vittorio: «Mi sarei trasferito per amore, ma col tempo ne avrei sofferto, avrei finito per sentirmi in credito».
Com’è stato l’impatto con la nuova vita?
Antonella: «Abbiamo ristrutturato e intanto ci siamo sistemati in una piccola dependance, giusto una camera e un salottino, ma sono arrivati subito anche i suoi figli: forse, ci tenevano a conoscermi più da vicino. Praticamente, eravamo dentro in sei, abbiamo subito convissuto in una situazione di casino, poi, c’è stato il Covid e, per tre mesi, siamo stati sempre tutti insieme, anche con la paura, e questo ha cementificato i nostri rapporti. Io ho messo in pratica la regola di non volermi sostituire alla mamma e, se loro hanno una discussione col padre, mi alzo e esco. Sta funzionando: oggi, la casa è allegra, movimentata. Uno chiama e dice “siamo in due”, allora, aggiungo due posti a tavola. C’è un sacco di gente che va e viene, anche perché abbiamo mucche, cavalli, galline, tanto orto».
Che cosa amate l’uno dell’altro?
Antonella: «Lui è uno che c’è. C’è nelle cose importanti e c’è quando lascia un fiore con un biglietto sul cuscino».
Vittorio: «Lei c’è, nei dettagli, per come si prende cura di me nelle cose semplici. Ha fatto le notti in bianco e mi ha fatto le punture di cortisone quando ho avuto un’esplosione dell’ernia del disco».
Ho letto che Vittorio le ha chiesto di sposarlo e ho visto una foto di Antonella con un brillante enorme al dito.
Vittorio: «Non è vero e l’anello è suo: ha già anelli importanti, se dovessi pensare a un diamante per chiederle la mano, non so cosa dovrei inventarmi».
Antonella: «Il bello del nostro rapporto è che nessuno dei due ha interessi materiali a stare con l’altro. Anche per questo, c’è un equilibrio che è meglio non toccare».
Vittorio: «Comunque, mai dire mai. Per me, il matrimonio è un atto d’amore. Anto non ama le sorprese, ma io gliele faccio lo stesso».