Il Messaggero, 19 ottobre 2022
Il manuale per evitare il divorzio
L’istituzione del matrimonio è in crisi, quasi una coppia su due divorzia e molte delle altre passano il tempo a litigare. Si sentiva dunque il bisogno di un libro che promette di riconciliare mariti e mogli in soli sette giorni, e con poca fatica. Lo hanno scritto due psicologi, John e Julie Gottman, considerati i massimi esperti americani delle questioni di cuore, autori di esperimenti, di conferenze e di almeno 40 trattati sull’argomento. Essendo sposati dal 1987 (John ha 80 anni e Julie 71), hanno anche sperimentato direttamente molte delle loro teorie e superato brillantemente i momenti di crisi: sono ancora innamorati come due ragazzini.
Al loro ultimo lavoro, intitolato The Love Prescription: 7 Days to More Intimacy, Connection and Joy, importanti giornali come il New York Times e il Times hanno dedicato approfonditi articoli. L’autrice di quello del Times di New York, Catherine Pearson, ha anche adottato con il marito alcuni dei consigli e li ha trovati molto utili: dopo una settimana, la loro relazione era più amorevole e serena. Alla base della riconciliazione delle coppie scoppiate c’è un’azione piuttosto semplice, che nel libro viene definita «turn toward», che può essere tradotto con «girarsi verso».
IL CONTATTO
In ogni giornata c’è un momento nel quale uno dei due partner cerca una connessione con l’altro, ad esempio dicendogli che ha letto qualcosa di interessante, o che fuori dalla finestra sul vaso di fiori si è appena posato un passerotto. A questo tentativo di contatto l’altro partner può rispondere, dicono i Gottman, in tre modi: «turn away», cioè girandosi dall’altra parte; «turn against», vale a dire rispondendo negativamente, oppure «turn toward», accettando positivamente il contatto.
La maggior parte delle coppie va in crisi perché troppo spesso la risposta è una delle prime due. Bisogna dunque essere più gentili, evitando di rispondere «non vedi che sto lavorando» o non alzando neppure la testa dall’iPad quando il partner cerca un contatto. Ogni risposta affettuosa fortifica il legame e fa punteggio, perché può essere messa in una ideale banca dei sentimenti e usata nei momenti di difficoltà. I Gottman sostengono di poter prevedere se una coppia resterà insieme a lungo solo guardandola per 15 minuti. Negli anni 80 hanno fatto un esperimento su 130 persone sposate, lasciandole semplicemente girovagare nel Love Lab che avevano creato all’università di Washington. Sei anni dopo hanno controllato quante stavano ancora insieme: l’86% del tipo «turn toward» non si era separato, contro solo il 33% degli altri due modelli.
La settimana destinata alla riconciliazione deve cominciare ponendo al coniuge la domanda: «C’è qualcosa di cui hai bisogno da me oggi?» Nei giorni successivi ci si deve impegnare a notare le cose che l’altro fa per te durante il giorno, e ringraziarlo. Bisogna fare spesso un vero complimento e mettere insieme quanti più piccoli momenti possibili di dolcezza e disponibilità. Nel terzo giorno, ad esempio, i coniugi dovrebbero tenersi d’occhio e notare tutte le cose positive che entrambi fanno in casa e che spesso passano inosservate, e ringraziarsi reciprocamente. La sera a cena bisognerebbe sempre chiedere quali sono stati gli alti e bassi della giornata, e parlarne.
LA CENA INSIEME
È importante anche fissare con regolarità appuntamenti serali, nei quali la coppia va in un luogo piacevole per cenare o per bere qualcosa, intrattenendosi con domande grandi e aperte. Uno potrebbe chiedere alla moglie: «Come posso dimostrarti quanto ti amo?» e lei potrebbe rispondere di non lasciare più i vestiti e le scarpe in giro. La gentilezza, il rispetto, l’attenzione reciproca coltivati quotidianamente sono la chiave del successo delle relazioni di coppia, dicono i Gottman. E aggiungono che il matrimonio è come una tazza di tè: ci si può mettere sia lo zucchero che il sale, e il sapore della bevanda dipende solo da noi.