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 2022  ottobre 18 Martedì calendario

TIRA UNA BRUTTA ARIA - NESSUNA CITTÀ ITALIANA RISPETTA I PARAMETRI DI QUALITA' DELL'ARIA: SONO TROPPO INQUINATE - MILANO, TORINO E PADOVA SONO TRA LE CITTÀ IN CUI SI RESPIRA PIÙ SMOG - A SEGUIRE PARMA, BERGAMO, ROMA E BOLOGNA - ALLA POLITICA NON FREGA NULLA: PER RIDURRE L'INQUINAMENTO BISOGNEREBBE PRENDERE DELLE MISURE CHE FAREBBERO INCAZZARE GLI AUTOMOBILISTI COME RIDURRE I LIMITI DI VELOCITÀ O ALLARGARE LE ZTL, POTENZIANDO I MEZZI PUBBLICI (MA NESSUN VUOLE QUESTA ROGNA...) -

Anche il 2022 si conferma un anno nero per la qualità dell'aria. Sarà perché durante la pandemia le misure antinquinamento sono state allentate, perché piove poco, il traffico è sempre più congestionato o non si fa abbastanza per incrementare la mobilità sostenibile, ma lo smog continua ad essere un'emergenza in molte città italiane, che fanno fatica a rispettare i valori suggeriti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per il Pm10, ossia le cosiddette polveri sottili.

Un problema che ha gravi ripercussioni sulla salute, al punto che in Italia l'inquinamento atmosferico miete più vittime che nel resto d'Europa: secondo le ultime stime dell'Agenzia europea ambiente, infatti, il 17% dei morti per inquinamento in Europa (1 su 6) è italiano. I dati pubblicati da Legambiente nell'edizione autunnale del dossier «Mal'aria 2022» fanno suonare un campanello d'allarme per l'inquinamento atmosferico nei tredici capoluoghi monitorati nei primi dieci mesi dell'anno.

Nessuna delle città rispetta i valori suggeriti dall'Oms, che per il Pm10 indica 15 microgrammi/metro cubo (per il Pm2.5 5 microgrammi/metro cubo e per l'NO2 10 microgrammi/metro cubo). Sono Milano, Torino e Padova - con rispettivamente 69, 54 e 47 giornate di sforamento - ad essere fuori legge per quanto riguarda i valori delle particelle inquinanti presenti nell'aria che respiriamo, avendo superato con almeno una delle centraline la soglia dei 35 giorni previsti con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo.

Codice giallo per Parma (25), Bergamo (23), Roma (23) e Bologna (17) che hanno già consumato la metà dei giorni di sforamento. A seguire, Palermo e Prato (15), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che sono già in doppia cifra. A Torino e Milano il Pm10 ha una media annuale, eccedente il valore Oms, del +121% e del +122%. A Perugia la percentuale si ferma al +36%, mentre a Bari arriva al +53% e Catania al +75%. Situazione ancora più critica per quanto riguarda il Pm2.5, le particelle di dimensioni aerodinamiche minori, dove lo scostamento dai valori Oms oscilla tra il +123% di Roma al +300% di Milano. Male anche per l'NO2, l'ossido di azoto, altro componente dell'inquinamento dell'aria, la cui eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite dell'Oms varia tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.

Il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, denuncia «il preoccupante immobilismo della politica italiana davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico veicolare». Immobilismo che è già costato una condanna all'Italia da parte della corte di Giustizia europea. Gli strumenti per ridurre le emissioni inquinanti per Legambiente ci sono. Portare i limiti di velocità in autostrada da 130 a 100 km/h, per esempio, consentirebbe di tagliare le emissioni di CO2 del 20% e del NO2 del 40%.

Ma soprattutto potenziare la mobilità pubblica, incentivare il trasporto pubblico, condiviso ed elettrico, la sharing mobility, implementare Ztl, Lez (Low emission zone) e Zez (Zero emission zone), seguendo il modello di Londra, Amsterdam, Parigi, Bruxelles o Anversa. Nel nostro Paese, poi, il poco che si faceva nelle grandi città per combattere lo smog è stato interrotto negli anni dell'emergenza Covid.

«Un errore», per Andrea Poggio, responsabile Mobilità di Legambiente, perché «la ripartenza si preannuncia peggiore». «La vera sfida - spiega - sarà l'incremento dell'offerta di servizi di trasporto pubblico e di mobilità condivisa elettrica per tutti. In Italia abbiamo più auto che patenti, con un quarto delle metropolitane, dei tram e dei bus elettrici d'Europa».