la Repubblica, 18 ottobre 2022
Intervista ad Alessandra Carra, la capa di Feltrinelli
«Libri, librerie e librai». È una triade tradizionale ma con grandi potenzialità di cambiamento, quella che Alessandra Carra vuole «riportare al centro» del sistema Feltrinelli. Nel mezzo di una carriera nel mondo della moda, a gennaio Carra è stata scelta come amministratrice delegata del polo editoriale. Sorpresa degli addetti ai lavori, curiosità su come la sua esperienza potesse contaminare quella F che da oltre sessant’anni rappresenta una certa idea di cultura e in fondo anche di sinistra. Adesso, spiega Carra nella sua prima intervista in questo ruolo, punta «sulla forza del marchio Feltrinelli, nato e cresciuto con forti valori di giustizia sociale, per proiettarlo nel futuro».
Che cosa ha visto e capito in questi primi mesi alla guida del gruppo?
«Che lavorare nella cultura è un privilegio, ma l’Italia non è un Paese per lettori. Le nuove generazioni hanno abbandonato la fisicità del libro e questo è un peccato. Ed è anche una situazione che impone una grande responsabilità – nostra come editori, ma in generale di tutto il sistema Italia – a far sì che i giovani leggano per essere cittadini più coscienti e preparati».
Eppure l’oggetto libro non pare conoscere forte crisi. Anzi.
«Certo, il mercato si è ripreso, ha trovato nuovo vigore anche a causa di un’esperienza come il Covid che ci ha tenuti tutti a casa. Ma intanto nelle librerie entrano sempre le stesse persone e la crescita è moderata; serve più spinta».
Cioè serve anche portare i giovani nelle librerie. Come?
«Le nuove generazioni usano le piattaforme digitali come loro linguaggio e noi dobbiamo essere là.
Ad esempio, nel nostro gruppo, l’editore Marsilio sta crescendo anche grazie al successo di titoli consigliati dai booktoker, ragazze e ragazzi che fanno recensioni su TikTok. Ne sentono parlare sui social e poi vengono in libreria a cercare i volumi. Ma, detto questo, la vera sfida comincia dalle scuole».
Oggi il libro ha almeno tre forme: di carta, ebook e audiolibro. Quale futuro per ciascuna declinazione?
«Il libro fisico resta sempre forte e continuerà a esserlo. Del resto sta tornando il vinile, anche per i giovani, tornano i taccuini, gli appunti presi a mano, la scrittura con la penna. I nostri dati ci dicono che tanti clienti, se gli è piaciuto un ebook, poi comprano il libro di carta. Proprio l’ebook, che non è mai diventato la minaccia per i prodotti tradizionali che si temeva, ha una sua quota di mercato in crescita costante, ma sempre piccola. Infine l’audiolibro potrà avere tassi di crescita notevoli, anche se non è ancora chiaro quale sia la sua redditività».
Chi sono i suoi concorrenti: Mondadori o Netflix?
«Un editore e soprattutto una catena di librerie non può più pensare che oggi il suo mercato sia quello del libro. Invece sta, come tanti altri attori, su un più generale mercato del tempo libero: il libro è un piacere di tempo che concedi a te stesso e in più è una delle poche, forse l’unica, attività che obbliga a concentrarsi su un solo gesto. La concorrenza, più che con altre case editrici, è con tutte le offerte di tempo per sé stessi che ci sono sul mercato».
E questo ci porta a come dovranno cambiare le librerie…
«Le nostre torneranno sempre più ad avere proprio i libri al centro dell’assortimento. Negli anni abbiamo introdotto tanti altri prodotti, tra cui molta cartoleria, ma anche i dischi e gli strumenti musicali. Tutto bene, ma servono più libri nelle librerie, rimettendo al centro i librai e la loro capacità di creare legami con i lettori, e anche attraverso un mix di offerta diverso da quello a cui siamo abituati.
Stiamo lavorando su librerie dove i tavoli su cui si espongono i volumi diventino vere e proprie playlist, con criteri diversi da quelli tradizionali, ma sempre improntati ai valori di cui Feltrinelli è da sempre portatrice – dall’inclusività alla sostenibilità ambientale – e che oggi sono più contemporanei che mai, suggerendo titoli che non avresti mai cercato da solo e non avresti nemmeno chiesto. E poi devono essere offerte non solo per intenditori. Bisogna abbattere la barriera all’ingresso rappresentata da un certo livello culturale».
Significa che quando faremo la fila alla cassa non vedremo più in vendita auricolari e borracce?
«Ci saranno soprattutto prodotti coerenti con il mondo del libro, ossia che servano a leggere, a scrivere e a giocare. E poi anche nella cartoleria lanciamo molte innovazioni. Ad esempio, a Natale avremo nelle nostre librerie la prima serie a marchio Feltrinelli: quaderni prodotti con Otto d’Ambra, un fantastico tatuatore italiano che vive a Londra. Ci saranno altre iniziative che faremo in esclusiva».
Con lei Feltrinelli, dopo le stazioni, è sbarcata negli aeroporti.
Continuerà su questa strada?
«Apriremo anche a Fiumicino. Ma puntiamo anche a librerie più piccole di quelle attuali, sui 350-400 metri quadri, con una presenza forte nei quartieri delle città. Nei primi sei mesi del 2023 ne cambieremo dieci, tra grandi e piccole, in base alle idee di cui le ho parlato: un progetto pilota che aprirà la strada alle modifiche per tutte le librerie del gruppo».
Che cosa vuol dire esattamente che i librai tornano “al centro”?
«Il libraio ha un ruolo fondamentale per aiutare il lettore, creare con lui un rapporto di fiducia e fidelizzarlo. Di fronte a un mondo online, che ti offre un’infinità di libri, una libreria fisica non deve necessariamente avere settantamila volumi a disposizione; anzi, spesso tanta varietà di offerta spinge a perdersi. Per questo abbiamo creato un’accademia Feltrinelli per i librai, che interagiranno con i clienti».
Da editore su quali libri punterete?
«Tra novembre e Natale avremo quelli di Concita De Gregorio, Massimo Recalcati e presto arriverà Bob Dylan».
Una sola parola: Amazon.
«Ha rivoluzionato e scardinato le regole del gioco attraverso un meccanismo che porta ad avere velocemente, e in maniera abbastanza economica, i libri a casa.
Una strategia che ci ha costretti ad agire, lavorando non solo sulla velocità di consegna di quello che viene acquistato sui nostri canali online, ma anche dando all’esperienza d’acquisto la maggiore qualità possibile. L’online è la centoundicesima libreria Feltrinelli».