Carlo Antonelli per Dagospia, 17 ottobre 2022
L’ABITO NON FA LA MELONI – CARLO ANTONELLI: “GIORGIA MELONI È COMBATTENTE FANTASY MA NELLA VITA PUBBLICA HA SCELTO IN MODO SCIENTIFICO DI INDOSSARE IL COSTUME DELLA DONNA PICCOLO BORGHESE CHE DEVE ANDARE IN UFFICIO E CERCA TRA LE OFFERTE DEL MERCATO IL CAPETTO DIGNITOSO, PRESENTABILE, MAI FIRMATO O LUSSUOSO” – “OGNI DETTAGLIO DELL'UNIFORME RADICAL-CHIC DEI CONCORRENTI È STATO PASSATO AL SETACCIO E ESTIRPATO. IL RISULTATO È STATO GENIALE. IL SUO VESTIRE? POCO STRUTTURATO E, IN ALCUNI CASI, QUASI DISORDINATO, DA ‘DONNA DEL POPOLO’” -
Per capire il fenomeno Meloni è fondamentale osservare a lungo l'immagine della giovane Giorgia "Maghetta" che girava quest’estate e quella di ‘Giorgia-Chan’ ad un raduno fumettaro riapparsa in questi giorni.
E capire il ruolo centrale che aveva e continua ad avere la sua conoscenza dei sottosuoli della Rete, specie quelli frequentati da adoratori e adoratrici del genere fantasy che Giorgia ha sempre dichiarato di amare perdutamente, "Il Signore degli Anelli" e tutto il resto.
Universi interi legati a mondi medievali, potenze scure e spade di luce del resto dominanti nell'immaginario contemporaneo da decenni, come spero vi sarete accorti. E che sono stati ben presenti fin dagli esordi nella Lega (con i battesimi in fiume e tutto il resto, cavaliere nella bandiera compreso) ed erano sottostanti all'apparato concettuale che Gianroberto Casaleggio- adoratore della grande collana di fantascienza di Mondadori "Urania"- aveva usato come base portante per la strategia di fondo dell'operazione a tavolino poi rinominata Movimento Cinque Stelle.
A questa occorre per forza aggiungere gli ambienti digitali di competizioni varie che quotidianamente frequentiamo da tempo con più o meno intensità e che costituiscono almeno un terzo della REALTA’ che abitiamo con gioia nella nostra vita ordinaria (si sceglie il personaggio del gioco, i suoi poteri, ecc).
Questo non troppo complesso armamentario - letteralmente- e' pienamente rappresentato dallo strabordante e consolidatissimo fenomeno di origine giapponese del cosplaying, (che, per i pochi che non lo sanno, consiste semplicemente nella libertà in alcuni giorni o tutto l'anno nel vestire il proprio personaggio preferito, dai più noti ai più sotterranei).
In Italia il raduno-capolavoro di cosplayer avviene nel weekend del "ponte dei Morti", ora “Halloween”, a Lucca per ‘Luccacomics’ (quest’anno va dal 28 Ottobre al 1 Novembre), complice l'ambientazione storica straordinaria che avvolge il tutto. Dentro le grandi mura, ognuno finalmente diventa chi veramente desidera essere nella vita (drago, nippololita, uomolupo, ecc). Rinasce in chi e' per davvero.
E i vestiti da lavoro quotidiano diventano cosi i veri costumi da mascherata, finalmente. Solo gli improvvidi non hanno capito che l’assalto a Capitol Hill del 2019 con quello con le corna e con Captain America che scalava l’edificio non erano stati altro che ingressi nel reale di questa verità, per nulla sorprendente. La stessa, esattamente la stessa di Meloni. Con un guizzo in più.
GM è combattente fantasy ma, scaltra qual'è, nella vita pubblica ha subito scelto in modo scientifico di indossare il costume -ripeto, il COSTUME- della donna piccolo borghese che deve andare in ufficio o ad una occasione più o meno rilevante e cerca tra le offerte del mercato o in Viale Marconi a Roma il capetto dignitoso, presentabile, mai mai mai firmato o lussuoso in qualsivoglia maniera.
La stessa armatura che tutte e tutti vestono per campare dentro questa nostra vita, i cui disastri sono stati ogni volta elencati in tv con precisione encomiabile (ovviamente rigirati e ri-orientati ad arte) da Meloni mentre asfaltava in modo brutale- come una wrestler messicana- i poveri e incauti rappresentanti progressisti che si trovava di fronte.
Giorgia si è fatta un mazzo tanto, si è aggiornata imparando i programmi nuovi per il pc e l'uso dei dati prodotti dagli analisti con lo zelo di una integerrima funzionaria aziendale che non vuole perdere il posto, parla un inglese straordinario sconosciuto agli avversari (e questa è una delle armi segrete internazionali che tiene dentro il cinturone di mistoseta).
Ogni dettaglio dell'uniforme radical-chic dei concorrenti è stato passato al setaccio e estirpato dall’abito di scena. Il risultato è stato geniale. L'immagine pubblica di Meloni non si è mai realmente avvicinata a quella della politicante, ovviamente. Il suo vestire? Poco strutturato e, in alcuni casi, quasi disordinato, da "donna del popolo" ("figlio/a di Roma" era del resto l'epiteto con cui si rivolgeva alla gente nei rioni fino a qualche anno fa).
L'idea banalmente era quella di non sembrare parte della classe dirigente, ma completamente vicina ai bisogni reali: nulla doveva essere aspirazionale. All'inizio della sua carriera politica, ci appare sicuramente più rigida e seriosa rispetto a quello che accade dopo: si passa dai pesantissimi tailleur giacca e pantaloni degli albori (mai una gonna, mai un abito), a una combinazione molto basica di camicette informi e pantaloni sempre aderenti, da cui ogni tanto spuntano decolleté con vertiginosi tacchi a spillo e plateau, quelli che vediamo in giro normalmente nelle ordinarie occasioni di festa da anni.
Il bianco la fa spesso da padrone, ogni tanto qualche colore sorbetto o qualche dettaglio tricolore, sempre negli stessi volumi. E, pur non mostrandosi mai vezzosa o iperfemminile, nelle sue incursioni televisive è capitato negli anni di vederla sfoggiare degli orecchini piuttosto importanti o una messa in piega più giocosa, ma molto raramente (senno’, piastra e via).
L’apparizione ad agosto su Fox News un cambio di rotta: la mise-en-scene è stata letteralmente fantastica, pura proiezione di desideri coltivati fin da adolescente. Con un trucco piallante di livello cinematografico e perfettamente adatto alla classica luce televisiva americana, Meloni si è presentata (con dietro un dettaglio di giardino di una possibile “mansion” da qualche parte negli Stati Uniti) con piglio da battaglia “stato per stato” e per una volta una camicetta di seta puritana con fiocchetto, tutta chiusa, da “Tea Party”, ma dal colore yankee perfetto, un verdino acido improbabile e quindi ancora una volta “sbagliato”.
Lo stesso make-up “piallato” – che deve averla ingarellata - lo si e’ visto emergere nelle apparizioni delle ultime settimane della campagna elettorale, tutta raggiante. Poi, improvvisamente, il taglio ‘dog lungo’, che già dal nome richiamata gli universi interspecie dei manga più sofisticati. Fino al trionfo elettorale. E alle giacche morbide doppiopetto coi bottoni oro e a quella grigiocangiante del giorno dell’elezione di Fontana.
Forse si potrebbe riassumere l'evoluzione stilistica di GM nelle seguenti fasi: 1) la non-politica; 2) i rigidi inizi; 3) una rilassata banalità; 4) ufficiale ma non distante; 5) “americanata”; 6) dopo la vittoria, direttore/direttora generale di una partecipata pubblica.
Tuttavia dietro questo straordinario esempio di cosplaying vediamo sempre brillare quella furbetta luce che sta negli occhi di Maghetta. E' sempre lei. Non è mica cambiata. Dentro il cavallo di Troia degli astutissimi vestiti-grande occasione del mercato, ci stanno sempre le truppe in armatura della saga più terrorizzante che sta andando in scena nei prossimi 45 giorni.
Non a caso Tolkien- appare tra le parolechiave degli allegri cruciverba “enigma del patriota” che giravano sulle spiagge anche quest’anno.
E' incredibile che le sgangherate forze che si trova di fronte non abbiano la benché minima coscienza degli immaginari popolari che sono chiamata a conoscere e fronteggiare se vorranno rimanere in piedi come giocatori dentro questo spietato gioco.
(con uno speciale a Giangi Giordano per la speciale analisi iconografica)