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 2022  ottobre 16 Domenica calendario

Intervista a Serena Rossi

Roma, zona Ponte Milvio, ore 15.30 di due giorni fa. Dopo i saluti, i baci e gli abbracci di rito, la scena, nell’ufficio dell’agente di Serena Rossi, è questa: lei distesa sul divano pancia all’aria, il cronista seduto sul bordo del divano a dar vita a quella che sembra una seduta psicanalitica. Napoletana, 37 anni, un figlio di 5 (Diego, avuto dal compagno e collega Davide Devenuto), l’attrice e cantante napoletana è lanciatissima: la seconda stagione di Mina Settembre, la serie di Rai1 tratta dai libri di Maurizio De Giovanni, ogni domenica tiene incollati quasi 5 milioni di spettatori (stasera alle 21.20 va in onda il terzo appuntamento). Lei ride, scherza, si commuove, poi se ha bisogno di un chiarimento chiede ad alta voce all’agente nella stanza a fianco.
La voce gira da tempo: Amadeus l’ha invitata a Sanremo per condurre una delle serate del Festival?
«No, mai sentito. Mi piacerebbe, ovvio, ma sono tranquilla, anche perché quelle poche volte che ho forzato le cose mi è andata malissimo. Nel 2017 avrei voluto fare la giudice di X Factor 11: mi proposi e feci il provino, poi presero Levante».
Vabbè, ci può anche stare: nel 2019 diceva di essere campionessa di porte in faccia.
«È vero. Adesso però quelle porte si sono aperte».
Infatti nei corridoi di Viale Mazzini si dice che lei punterebbe alla conduzione vera e propria del Festival, dopo il 2024, quando scadrà il contratto di Amadeus: è vero?
«Non vivo pensando a questo, ma potrebbe anche capitarmi nel momento giusto, un po’ com’è successo con il film tv su Mia Martini. L’audizione l’avevo fatta nel 2015, poi saltò tutto, e ci rimasi malissimo. Dopo due anni di silenzio, durante i quali nacque mio figlio Diego, all’improvviso mi richiamarono. Era destino».
Quel film rappresenta la svolta della sua carriera, giusto?
«Sì. Il 12 febbraio 2019 con Io sono Mia per me è cambiato tutto».
Suo padre è un chitarrista, sua madre una cantante, sua nonna si esibiva alle feste dei matrimoni, e suo nonno scriveva canzoni per Mario Merola: una carriera come la sua ha avuto modo di sognarla o è stato tutto in qualche modo inevitabile?
«Sono cresciuta con il Canta Tu, il gioco del karaoke di Fiorello. A 13 anni mi esibivo con mio padre durante le feste nuziali, di compleanno, le sagre e i nei villaggi turistici. Poi a 17 anni sono stata scritturata per un musical, Scugnizzi, un film, Rosa furia, e una serie come Un posto al sole. Non mi sono più fermata».
Come cantante, dopo due dischi che nessuno ha ascoltato, ha chiuso?
«Sì. Nasco così e poi mi sono ritrovata a recitare, ma adesso sono un’attrice che canta. So farlo ma non sono adatta per album e gare come Sanremo».
Nel 2018, però, all’Ariston c’è andata duettando con Renzo Rubino il brano Custodire. E nel 2019 lì è tornata per presentare il film tv Io sono Mia, dedicato a Mia Martini. Negli ultimi anni quante volte le hanno chiesto di fare altri duetti?
«Tantissime. Mi piacciono le sfide ma non sono una kamikaze. E ho un buon fiuto che mi fa capire se una cosa è giusta o meno per me».
L’ultima offerta che ha rifiutato?
«La serie tv Noi, trasmessa da Rai1, versione italiana di This is us. Per com’è andata, non mi sbagliavo. A scegliere, ovviamente, mi aiuta la squadra – tutta di donne mamme – con cui lavoro da anni. Mi fido ciecamente di loro».
A casa come va? Lei ha un compagno attore, Davide Devenuto, 50 anni, conosciuto sul set di Un posto al sole: il suo successo ha creato problemi alla coppia?
«A casa non parliamo mai di lavoro, viviamo la nostra normalità senza gelosie. Davide, che è un attore timido e spesso si sorprende delle cose che faccio, tifa sempre per me. E io per lui. Per il resto, ognuno deve fare le sue esperienze».
Lei conquista tutti perché solare, allegra e positiva, però nel suo ambiente si dice anche che abbia un caratterino: conferma?
«Noooo... Quando lavoro sono seria ed esigente e detesto l’approssimazione. Se succede qualcosa che non mi piace ci resto male, ma non alzo mai i toni. All’inizio delle riprese faccio anche discorsi motivazionali a tutti: sottolineo quanto siamo fortunati a fare questo lavoro, incoraggio a far bene, a essere gentili, sempre più concentrati... Ma chi la dice questa cosa?».
Il sogno da realizzare prima dei 40 anni?
«Interpretare Filumena Marturano di Eduardo, ma forse devo aspettare una decina di anni, sono troppo giovane».
È vero che vuole un secondo figlio?
«Abbiamo ordinato il pacco su Amazon, vediamo se arriva».
E se non arriva?
«Resteremo in tre. Stiamo benissimo così».
In Mina Settembre si affrontano temi come identità di genere, body shaming, le insidie del web e il sesso precoce: lei lo è stata?
«Quando ero piccola a casa non avevamo il computer e il senso del pudore regnava sovrano: non si parlava di certe cose. Io le ho scoperte grazie alle cugine, alle amiche... Oggi a 12 anni sono femmine fatte, io ero una bambinona: guardavo lo Zecchino d’oro quando le mie compagne ascoltavano le Spice Girls. E la prima volta non ero maggiorenne, ma quasi».
Sta lavorando a un nuovo progetto molto diverso da quello che ha fatto finora: si tratta di una serie fantasy?
«Sì. È un fantasy, ovviamente in costume. Io sarò molto truccata e quasi irriconoscibile».
Per una piattaforma online, vero?
«Sì, ma non posso dire quale, non ho ancora firmato il contratto. Adesso sono nella fase del panico, quello che mi viene quando inizio a studiare la parte. Mi succede sempre così. È una sfida pazzesca, una roba mai vista. Si gira dal 14 novembre».
E la terza stagione di Mina Settembre si farà?
«Non è stata ancora annunciata, vedremo. Intanto va in onda per altre quattro settimane».
Oggi guadagna quanto un collega attore al suo livello?
«Il venti per cento in meno (dal divano chiede conferma alla sua agente, che ribadisce la percentuale, ndr). Perché?».
Perché?
«Non lo so. Di sicuro questa battaglia deve andare avanti, e non riguarda solo noi attrici, ovviamente. Per fortuna in tv e al cinema ci stiamo prendendo sempre più spazi. Penso a Imma Tataranni, Petra, Lolita Lobosco, e la mia Mina Settembre che sono le serie di maggior successo».
Al prossimo contratto lo farà pesare?
«Certo. Non tanto per i soldi, ma per avere più tempo per me e la mia famiglia».
Lei quanti mesi lavora in un anno?
«Dal 2017 sempre tranne quattro settimane l’anno. Adesso voglio respirare un po’. Ho bisogno di routine».
Cosa si è persa in corsa?
«Quando da novembre a maggio sono stata a Napoli per le riprese di Mina Settembre ho visto mio figlio solo un giorno a settimana e lui cinque anni non li avrà mai più. È stata durissima. Mi vuole far piangere?».
Il grande successo, e la grande esposizione, cosa cambiano?
«Sto cercando di capirlo. All’improvviso sembra che io sia diventata indispensabile. Tutti hanno assolutamente bisogno di me. È bello, ma sento anche tanta responsabilità: devo prendere decisioni, tenere rapporti, essere diplomatica, calma e lungimirante...».
Alla fine quanto guadagna?
«Bene, ma non quello che la gente pensa. Forse un decimo di un calciatore, l’unica vera star di oggi (Magari, dice l’agente dalla stanza a fianco, ndr)».