Corriere della Sera, 16 ottobre 2022
La rielezione di Xi nel Paese in cui 600 milioni di persone vivono con 140 euro al mese
Non c’è suspense sul nome del mattatore che avrà il diritto alla prima e all’ultima battuta nell’opera teatrale in scena da oggi a sabato 22 ottobre a Pechino, sotto il titolo XX Congresso del Partito comunista cinese. Xi Jinping entra come segretario generale e uscirà con lo stesso titolo, per altri 5 anni. Dopo il suo discorso di oggi, i 2.296 delegati avranno tempo per consumare le tazze di tè fornite loro in continuazione da schiere di inservienti e per mandare a memoria le nuove parole d’ordine del leader: anzitutto quelle sulla «prosperità condivisa» che promette di porre rimedio alla voragine nel tenore di vita tra la nuova classe media cinese e le masse rimaste indietro. Il reddito medio annuo è 30.000 yuan (4.200 euro), però il Partito-Stato ha riconosciuto che 600 milioni di compagni vivono ancora con 1.000 yuan al mese (140 euro). «Con 1.000 yuan non si affitta una stanza in una delle nostre grandi città», ha avvertito da tempo il primo ministro Li Keqiang. Xi ha rilanciato il controllo marxista dell’economia. Però, la crescita della Cina sta rallentando drammatica-mente. Martedì saranno pubblicati i dati del Pil nel terzo trimestre. La previsione è per un incremento intorno al 2,5%, lontanissimo dall’8,1% del 2021. Pechino risponde che la sua è l’unica economia del G20 a non aver conosciuto recessione negli anni di pandemia. Nel mondo globalizzato, nonostante i rapporti sempre più tesi, l’Occidente non può fare a meno della crescita cinese (né la Cina del nostro mercato e della nostra tecnologia). L’unica certezza è che è ancora con Xi che bisognerà trattare. Nei primi dieci anni del suo potere ha ricondotto il Partito-Stato verso il leninismo in politica interna e ha forgiato una diplomazia nazionalista e aggressiva. Non invertirà la rotta, ma potrebbe aggiustarla per evitare lo scontro. Bisognerebbe saper leggere le foglie di tè nella sua tazza per conoscere le prossime mosse. Sappiamo solo che il 23 si presenterà nella Grande sala del popolo seguito dagli uomini del suo nuovo Comitato permanente del Politburo.