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 2022  ottobre 15 Sabato calendario

La sora Lella e la ricetta dei sorrisi

Un libro e uno spettacolo per celebrare Sora Lella, icona intramontabile della romanità, attrice resa popolarissima negli Anni Ottanta dalle commedie cult di Carlo Verdone Bianco Rosso e Verdone e Acqua e sapone in cui, premiatissima, interpretava la nonna schietta e brontolona dell’attore romano. Ma anche cuoca provetta e fondatrice sull’Isola Tiberina della storica trattoria che porta ancora il suo nome. Il libro è Annamo bene – la cucina romana di Sora Lella, è firmato da Renato, Mauro, Simone ed Elena Trabalza, i nipoti di Sora Lella, con Francesca Romana Barberini e uscirà il 19 ottobre con Giunti (224 pagine, euro 24,90). Arricchito dalla prefazione di Carlo Verdone e dalle antiche ricette romane (braciolette di abbacchio, coda alla vaccinara, trippa alla romana...) tuttora cucinate da Sora Lella, aperto dalla protagonista con il marito Renato Trabalza nel 1959 e oggi mandato avanti dai 4 nipoti, il volume è una miniera di storie, aneddoti e rivelazioni su un personaggio unico e sempre amatissimo.
SIMBOLO
Sora Lella è un simbolo dei valori della romanità: autenticità, semplicità, sincerità, disincanto, buon senso popolare, sacrificio, coesione familiare che può dar vita a imprese di successo. «Le vorremo sempre bene per averci mostrato l’umanità e la dignità di una semplice donna del popolo il cui volto è una delle espressioni più autentiche della Roma dei tempi migliori», scrive Verdone, «era la nonna che tutti avrebbero voluto avere». Lo spettacolo, in scena stasera e domani al teatro Garbatella, s’intitola L’acqua e la farina, Aldo e la Sora Lella, porta la firma di Antonio Nobili con la collaborazione di Alessio Chiodini e vede il debutto come attore proprio di Simone Trabalza, il nipote della Sora Lella che, nata nel 1915 e scomparsa quasi trent’anni fa, il 9 agosto 1993, era la sorella del grande attore Aldo Fabrizi. «Ho deciso di partecipare allo spettacolo per sfatare una leggenda metropolitana», spiega Simone. Quale? «Non è vero che mia nonna e il fratello si detestassero. Andavano invece d’accordo e Aldo è sempre stato molto protettivo nei suoi confronti: aveva solo 10 anni quando i Fabrizi persero il padre e da quel momento in poi si è assunto la responsabilità dei più piccoli. In seguito ha sempre fatto il tifo per la trattoria».
Conferma Francesca Romana Barberini, giornalista foodwriter e conduttrice di programmi gastronomici: «Aldo Fabrizi era un ottimo cuoco e spesso, con la complicità del cognato Renato, testava i piatti in anteprima». Simone sorride: «Dalla nonna ho ereditato la schiettezza: anch’io non sopporto i clienti che vengono da noi per mangiare una semplice insalata. Li invito gentilmente, come faceva lei che non sopportava le persone a dieta, a cercarsi un altro ristorante». Nessuno dei 4 fratelli Trabalza ha figli e Renato spiega di aver voluto il libro, che mette nero su bianco i piatti della tradizione romana «creati sul campo», proprio per tramandare ai giovani di oggi e di domani «questo patrimonio che non è soltanto gastronomico, ma appartiene alla storia e alla cultura stessa della nostra città». E oggi che Roma si è riempita di fast food, sushi bar e altri locali di cucina cosiddetta fusion, certe pietanze della tradizione sono tornate prepotentemente di moda: «Come gli spaghetti alla carbonara, diventati ormai un piatto social: non si si ha idea di quanti giovani vengano da noi per ordinarlo».
LA VITA
Nata in una famiglia poverissima, padre carrettiere e madre titolare di un banco di frutta e verdura a Campo de’ Fiori, Sora Lella aprì con il marito Renato il primo ristorante nel 1940 in piazza della Cancelleria. Poi, dal 1959, si trasferì all’Isola Tiberina alternando all’attività gastronomica il lavoro nel cinema come caratterista. Gira tanti film, tra cui I soliti ignoti, Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi, Una vita difficile ma Verdone la scopre a Radio Lazio dove, seguitissima dal pubblico, dispensa consigli di vita quotidiana: «Impossibile contare quanti mariti e moglie, quanti padri e figli abbia fatto riappacificare», racconta il nipote Mauro, «dalla nonna abbiamo imparato l’amore per la famiglia, per la tradizione, per le nostre radici».
LE VACANZE
I ricordi di Elena sono legati alle vacanze che la famiglia ha sempre trascorso nella villetta di Maiolati Spontini (Ancona): «Nonna, che aveva male alle gambe (proprio come nel film di Verdone, ndr) e non poteva fare le scale, voleva dormire con me al piano terra. E siccome russava, io passavo la notte con le cuffie del walkman sulle orecchie», racconta la signora. Ancora oggi in tanti si scattano i selfie davanti ai ritratti di Sora Lella che spiccano nella trattoria. Dove nacque Annamo bene, suo tipico intercalare: «Lo diceva davanti alle prime carte di credito, preferiva i contanti», raccontano i nipoti, «nonna Lella era proprio come appariva nei film di Carlo e al Costanzo Show: verace, senza filtri, pronta a sdrammatizzare. Una vera romana».